Un convegno del Siap ha fatto il punto sulle infiltrazioni della malavita nel territorio regionale. Tanto più pericolose perché oggi non serve più il controllo militare del territorio, né tantomeno pagano le azioni eclatanti: più utile infiltrarsi nell’economia con la propria forza economica. Ecco perché c'è bisogna di una nuova attenzione ai reati “spia”, dalle turbative d’asta alle truffe ai fallimenti societari, per poter risalire alle associazioni di tipo mafioso.
Disciplina, una rete di contatti e affari che scavalca i continenti, tanti soldi e infiltrazioni nella politica: Federico Cafiero De Raho spiega le ragioni del "successo" della più radicata e potente organizzazione criminale italiana. Un "anti Stato" che sottrae risorse alle imprese e ruba il lavoro alle persone oneste. E la Chiesa? "Sta costruendo una cultura della legalità", vera arma contro i mafiosi.
Legambiente presenta il rapporto. Nel 2016 sono stati 25.889 i reati ambientali accertati su tutto il territorio nazionale: 71 al giorno, circa 3 ogni ora. La Campania in testa alla classifica regionale degli illeciti. Il Lazio è sempre la prima regione del centro Italia, la Liguria è la prima del Nord.
Il presidente di Libera parla di una Regione macchiata d’infiltrazioni criminali. Ma in questa terra veneta che gli ha dato i natali, una nuova rivoluzione al femminile si sta opponendo alla mafia, pronta a farsi veicolo di legalità e giustizia per amore dei figli.
“Approvare la riforma, ferma da un anno e mezzo, sulla confisca dei beni e rafforzare l'agenzia per i beni confiscati”. A lanciare l’appello, il 21 marzo a Locri, è stato don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera. Una scossa al parlamento, dove da troppo tempo è ferma la discussione sulla riforma della legge risalente al 1996.
Il responsabile di settore di Libera, Davide Pati: “Per il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie è necessaria, dopo venti anni di distanza dalla legge, una strategia nazionale di intervento che prenda in considerazione lo sviluppo delle politiche di coesione, di lavoro, sulla formazione cooperativa e sulla rigenerazione urbana”. Èquesto il piccolo scatto in avanti che si chiede alla comunità politica, a vent'anni dall'approvazione della legge.
Ci saranno anche una ventina di giovanissimi del vicariato di Campagna Lupia, accompagnati da cinque dei loro educatori e da un assistente, al campo estivo organizzato dall’organizzazione Libera di don Ciotti a Battipaglia (provincia di Salerno) dall’8 al 14 agosto. Giorni di amicizia, dialogo, servizio per sostenere il Caffè 21 marzo, locale confiscato alla mafia e oggi modello di economia pulita e socialità.
Veneto, una regione «a forte infiltrazione camorristica», che nel 2015 ha visto raddoppiare il numero di beni confiscati alle organizzazioni criminali. I numeri e le mappe aggiornate sono contenute nello studio “Le mafie liquide in Veneto. Forme e metamorfosi della criminalità organizzata nell’economia regionale”, realizzato da Unioncamere e Libera-associazioni, nomi e numeri contro le mafie, nell’ambito dell’ormai pluriennale protocollo di intesa sottoscritto a Venezia nel 2012, che hanno scelto di renderlo pubblico il 23 maggio in occasione della ricorrenza della strage di Capaci.
L'avvocato vicentino, a lungo in parlamento con Forza Italia, da due anni è membro laico del consiglio superiore della magistratura. Nella nostra intervista la sua amara riflessione sull'imperversare della corruzione nel nostro paese e sul livello allarmante che ha raggiunto lo scontro istituzionale tra politica e giustizia.
La corruzione in sanità è un problema endemico ma non inestirpabile. Lo evidenzia il primo rapporto "Curiamo la corruzione" presentato a Roma. Documentati un miliardo di euro di sprechi che incidono sulla spesa sanitaria, in un sistema che, come evidenzia il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, è "terreno di scorribanda per delinquenti".
Eccoci nuovamente al conflitto di interessi, che affonda la ministra Guidi, ma lambisce, suggerisce ed evoca anche altri scenari. Il risultato è un processo di delegittimazione generalizzato e il corrispettivo montare di una protesta disarticolata e impotente, l’uno e l’altro fenomeno garanzia dello status quo, ovvero del fatto che le cose non cambino. Cosicché il tono etico complessivo decade, proprio perché “così fan tutti”.
Vent'anni fa l'approvazione della legge 109, invidiata da tutti i paesi europei; un corpo normativo avanzato, che prevede, oltre alla confisca dei beni appartenuti ai criminali, anche il loro riutilizzo a fini sociali. Un proposito ambizioso, che ha trovato concretezza in un numero discreto di casi, una novantina dei quali nella nostra regione.
Presentato mercoledì scorso il 21° rapporto sulla percezione della corruzione redatto da Trasparency International. L'Italia balza in avanti nel ranking mondiale di otto posizioni, ma rimane al 61° posto con un miglioramento di appena un punto, da 43 a 44 su una scala di cento. Parole prudenti dal presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone che nell'occasione ha siglato un protocollo d'intesa con l'ong.
In molte piazze d’Italia, nello scorso fine settimana, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti ha allestito dei gazebo per presentare gli “Spaghettoni Venti Liberi”, prodotti con il grano coltivato sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative di “Libera Terra” insieme con i produttori che ne condividono il progetto di riscatto dall’illegalità.
Giovedì 28 gennaio, alle 15.30, nel patronato del Redentore di Este i giovani avranno modo di incontrare un ospite speciale: don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, l'associazione impegnata nella legalità e nella giustizia contro le mafie.
Dopo gli ultimi scandali, le tre centrali cooperative di casa (Conf, Lega e Agci) hanno deciso di non indugiare e di mettere nero su bianco un “protocollo sulla legalità in materia di appalti pubblici”, che hanno sottoscritto con le tre organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) e ora attendono di poter mettere in calce anche il consenso, non soltanto formale, dei principali interlocutori in merito ai servizi sociali, cioè la regione, i comuni e le aziende sanitarie.
Riparte da Piove di Sacco la Carovana Internazionale antimafie. Tema prescelto per l'edizione 2015 "Le periferie al centro". Nel mese di giugno ha percorso oltre 3.000 chilometri, attraversando 25 città.
La regione in un momento decisivo nella lotta alle infiltrazioni malavitose. La criminalità ha scelto di inserirsi soprattutto nel sistema produttivo locale. Crisi economica, corruzione e “nero” creano un terreno di possibile illegalità. Il bisogno di consapevolezza e di un’azione di tutte le forze politiche e sociali. I primi segnali della presenza malavitosa risalgono a molti anni fa ma spesso sono stati troppo sottovalutati. Il mondo delle aziende sempre più a rischio.
Rapporto Ecomafia di Legambiente. Nel 2014 sono stati 29.293 i reati accertati, per un fatturato criminale aumentato di 7 miliardi. Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (+26%), ma il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è stato quello agroalimentare. "Ma adesso, grazie alla nuova legge, pagheranno".
Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al sito.
Nella “Carta di Assisi” approvata da Federsolidarietà un richiamo in 9 punti basato su solidarietà e legalità. Il presidente Guerini: “La tentazione del fatturato in alcuni casi ha fatto perdere i lumi. Basta con le autoassoluzioni perché lo facciamo a fin di bene”.
Durissima la reazione di mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas romana: "Qualunque persona abbia utilizzato soldi pubblici per fini personali, da qualunque parte stia, si dichiari cristiano o non cristiano, ha fatto del male". Il rischio che a pagare siano ancora i poveri. Le reazioni di Libera e Sant’Egidio.
Monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, affronta la corruzione e il malaffare che possono lambire anche chi opera per i poveri. Indica il "timone quotidiano" per i vertici nazionali e per le diocesi: "Mettere in atto, con tutti gli strumenti possibili, a cominciare da una giusta rendicontazione, la trasparenza nei bilanci, consuntivi e preventivi". Bisogna essere sempre pronti a rendere conto di ciò che è stato dato.
Ben venga la repressione, sia la più radicale, per applicare finalmente la legge dove si procedeva per agglutinazione malavitosa di interessi. Ma sappiamo che non basta. Sia nei partiti sia nella pubblica amministrazione sono saltati i sistemi interni di controllo. Ormai legati solo all'iniziativa della magistratura, che non può che intervenire a cose fatte.
A fronte di casi giudiziari scoppiati a ripetizione e con un ritmo impressionante, ma soprattutto in una situazione in cui la corruzione si è fatta sistema, ambiente e metodo di azioni pianificate, fino diventare “cultura”, l’alternativa si chiama riscatto politico e morale immediato. Subito al voto la legge anticorruzione dunque.
Lunedì 4 maggio (9-16, sede della provincia – piazza Bardella 2), Padova ospiterà il seminario di formazione del progetto “Conoscere le mafie, costruire la legalità”, promosso da regione, Anciveneto e Avviso pubblico. Si tratta dell'ultima tappa di un itinerario che ha toccato tutte le province venete, per sollecitare l'attenzione di amministratori, imprenditori, parti sociali su un fenomeno, quello delle mafie, che tocca sempre più da vicino anche la nostra regione.
Giornata intensissima quella vissuta da Francesco. Dopo il prologo a Pompei, eccolo a Scampia. Poi un lungo, interminabile corpo a corpo, con un popolo entusiasta al quale non si è mai sottratto: «Siamo tutti napolitani…». Il "miracolo" del sangue di San Gennaro che si è liquefatto. L’inconfondibile augurio: «E ca a’ Maronna v’accumpagne!». Il saluto, uno a uno, di tutti i 120 detenuti a Poggioreale.
Gianfranco Viesti, docente di economia all’università di Bari: «Occorrono norme semplici e precise che producano soluzioni certe e verificabili. Temo invece che la politica sia più sensibile all’annuncio di azioni di brevissimo periodo, che non necessariamente sono migliori, per aggredire il fenomeno della corruzione». Sui giovani del Sud: i più bravi fuggono all’estero, gli altri chinano il capo.
In duecentomila hanno partecipato alla Giornata del 21 marzo – promossa da Libera e da Avviso pubblico – tenutasi a Bologna e che ha avuto come slogan "La verità illumina la giustizia". Don Ciotti invoca una «scatto in avanti», mentre il presidente Sergio Mattarella si augura una «maturazione delle coscienze». Chiesta la confisca dei beni anche ai corrotti, oltre che ai mafiosi.
Ferma posizione del cardinale presidente, Angelo Bagnasco: «Non sarà di certo una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto che potrà uccidere l’amore di Cristo». Fra i temi trattati anche il "grande dono" del Giubileo della Misericordia, il malaffare e il malcostume, la domanda di lavoro, la buona politica e la necessità di opporsi al dilagare della teoria del gender.
L'analisi di Michele Corradino, uno degli uomini della squadra di Cantone, a un convegno di Confcommercio. La cultura dell'anticorruzione inizia a fare passi avanti, seppur con difficoltà. Uno degli obiettivi dell'Anac è estendere le tutele dei segnatori del pubblico impiego anche ai cittadini comuni.
Firmato il primo protocollo in Veneto tra centrali cooperative e sindacati, a tutela di trasparenza e qualità dei servizi, ma anche dell’occupazione delle coop contro le gare al massimo ribasso. Obiettivo prossimo e urgente: l’istituzione di un Tavolo permanente con gli enti pubblici.
Sabato 21 marzo Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti, scende in piazza ancora una volta per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. È l’edizione numero 20 e quest’anno porta a Bologna oltre 150 mila persone per quello che «non è un evento – spiega il sacerdote – ma un percorso di una storia che stiamo costruendo insieme».
L’esperienza professionale di avvocato penalista a Padova mi porta molto spesso ad assistere ragazzi coinvolti in procedimenti penali per aver posto in essere condotte che non avevano ben valutato essere reati, o che avevano agito per spirito di emulazione perché così fanno in tanti. Per non parlare di quei genitori che, pur non giustificando il modo di agire dei loro figli, fanno capire che, tutto sommato, quanto accaduto non sembra poi così grave da determinare una effettiva sanzione penale.
Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al nostro sito.
Appuntamento a Rimini con gli amministratori pubblici formatisi nelle fila dell'Azione cattolica. Raffaele Cantone: «Solo quando passerà l'idea che la corruzione non è un danno fatto al singolo, ma all'intero sistema sociale, ai giovani, e rappresenta un'ipoteca fortissima sul futuro, allora sarà possibile fare il salto di qualità e combatterla davvero».
Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al nostro sito.
Lorenzo Caselli, economista e docente di etica economica all'università di Genova, indica il nesso tra le norme e il loro rispetto: «Ci vuole una grossa operazione di educazione alla responsabilità. Dobbiamo creare un clima che premi le imprese virtuose, che rispettano la legge e hanno anche il coraggio di denunciare. Poi, l'educazione alla legalità, che dovrebbe cominciare fin dalle elementari».
Il "mondo di mezzo", emerso dall'inchiesta su Mafia Capitale, non è che la punta dell'iceberg di una metastasi estesa in tutto il paese, rispetto alla quale ha una grossa responsabilità la cosiddetta società civile. Sarebbe però arbitrario e anche ingiusto, estendere – come alcuni hanno fatto in queste settimane – al mondo del volontariato e del Terzo Settore, responsabilità che non ha. La riforma però va approvata in fretta.
Corruzione e antipolitica, alla fine, non sono che il medesimo risultato triste di una mancanza di etica all’interno del mondo degli affari e della politica, oltre che il segno di una scarsa disponibilità al cambiamento e alla conversione. Come ricordava papa Francesco ai politici italiani lo scorso marzo con parole che tornano d'attualità.
Sabato 13 dicembre il momento da festeggiare è particolarmente importante. Presso la sala civica del comune di Bojon si svolge, infatti, l’inaugurazione del Museo della legalità di Campolongo Maggiore, iil primo del genere in Italia e probabilmente un unicum nel mondo.
Lorenzo Biagi, docente e segretario generale della Fondazione Lanza: «A fronte dell'emersione di tutto questo male divenuto fin troppo abituale nel nostro paese, occorre una grande rinascita dello spirito civile, una ripresa dell’ideale e del valore del bene comune». L'etica civile è «la grammatica elementare che governa la coscienza del cittadino, il quale riconosce di avere anche doveri».
Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, denuncia: «Il 12 novembre, in un comunicato stampa sui fatti di Tor Sapienza, parlavamo di anni di abbandono e di politiche sbagliate verso i rom e i rifugiati». In quei giorni «scrivevamo di “cooperative che poco hanno a cuore la sorte delle persone che sono loro affidate”. Frasi che sono oggi la fotografia di quello che è emerso».
Duro comunicato di Gabriella Stramaccioni. E da Bruxelles il presidente dell’associazione contro le mafie, don Luigi Ciotti: «Mi stupisco di chi si stupisce, corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia. Bravi i magistrati a ricorrere al 416 bis».
A Roma gli Stati generali dell'antimafia promossi da Libera. Chiara, Mariano, Marco e Roberto: sono loro che animano i presidi sul territorio italiano, tutti intitolati a una vittima delle mafie, perché, come diceva Borsellino, «la mafia non è una sola, ma è come un albero fatto di tanti rami secchi». Da Nord a Sud del paese, un lavoro instancabile per la legalità. Ideali forti e coraggio per interloquire con ambienti spesso sottomessi alle mafie.
Per l’Europa siamo diventati più ricchi. Ma noi non ce ne siamo accorti. È tutto merito di droga, prostituzione ed economia sommersa, entrate a pieno titolo nel calcolo del Pil per adeguarci ai criteri di Eurostat. E poi dicono che l'economia non è malata...
Il presidente dell’Authority anticorruzione, Raffaele Cantone, dal palco del Forum Ambrosetti di Cernobbio nei giorni scorsi ha chiesto a Confindustria di fare di più nella lotta alla corruzione. D'accordo gli imprenditori veneti: è tempo di cacciare le "mele marce".
Sulla Difesa di domenica 14 settembre, l'opinione di Rosi Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, sull'intreccio affari-criminalità e sui casi di corruzione in Veneto. Mose compreso.
L'allarme lanciato dall’Ufficio studi degli Artigiani di Mestre che ha elaborato i dati della Banca d'Italia. Boom delle denunce di riciclaggio: negli ultimi 5 anni sono cresciute del 200 per cento. Lombardia, Lazio, Campania, Veneto e Emilia Romagna le regioni più colpite.
Destinazioni ferme a gennaio 2014. Dopo tre mesi e mezzo senza direttore e altri due mesi e mezzo dalla nomina del prefetto Postiglione manca ancora il decreto di nomina degli altri componenti del consiglio direttivo. Davide Pati (Libera): «Il governo sblocchi questa situazione».
È già troppo tardi? La domanda, visto quello che sta accadendo in Veneto, non è fuori luogo. L’affare Mose, ma non solo, ha scoperchiato una pentola ricolma di malaffare e illegalità. Non significa che il Nordest sia anche diventato territorio di conquista della criminalità organizzata, ma certo è un contesto in cui l’illegalità è praticata, anche a livelli “alti”.
Dal legame, stretto e perverso, tra impresa, affari e mondo politico o area decisionale, le complicità si sono allargate. Nelle vicende che stanno venendo a galla in questi giorni si trovano coinvolti gli imprenditori, i cosiddetti lobbisti, gli amministratori locali, ma anche chi doveva controllare.
Il magistrato Raffaele Cantone, neo "supercommissario" per l’Expo spiega perché ha accettato l’incarico: «Don Milani mi pare dicesse che è facile tenere le mani pulite tenendole in tasca». Apprezzamento per le parole di papa Francesco contro la corruzione che sono «un richiamo forte all’interno della chiesa». Sul fronte antimafia chiede «un maggiore impegno contro la corruzione da parte delle parrocchie».
Per il secondo anno consecutivo, Campolongo Maggiore, nel Veneziano, dal 26 luglio al 2 agosto ospiterà una ventina di ragazzi di tutta Italia coinvolti dal Movi e dall’associazione Libera in un percorso di impegno e formazione su immobili un tempo di proprietà di importanti esponenti della mala del Brenta.
Intervista a tutto campo con il procuratore nazionale Franco Roberti: «A volte il mafioso si atteggia a buon credente e praticante e questo trae in inganno. In ogni caso è un criminale che deve essere condannato alla giusta pena ed espiarla». Altri temi: il valore della costituzione, il processo celebrato in tempi ragionevoli, il ruolo del procuratore europeo e la lotta al gioco d’azzardo.
La stima è dell'Università di Cardiff. Le frodi ai cittadini sono la voce maggiore dei costi per Bruxelles: 97 miliardi. Savona (Transcrime): «Le mafie investono dove le leggi per il contrasto sono più deboli».
Relazione della Commissione europea. Il fenomeno risulta presente in tutti gli stati membri. Tra le raccomandazioni all'Italia: potenziare il regime di integrità per le cariche pubbliche elettive e estendere i poteri dell'autorità nazionale anticorruzione.
Il patto territoriale per la legalità, sottoscritto a Padova nei giorni scorsi, mette in sinergia Libera, Avviso pubblico, camera di commercio, sindacati, associazioni di categoria e dei consumatori e ordini professionali. Il primo frutto dell'accordo per la promozione di azioni più efficaci per la difesa della legalità contro le mafie sarà lo sportello "Sos giustizia" che aprirà in camera di commercio a breve.
Per una cultura più diffusa e radicata della legalità e della giustizia contro la corruzione delle mafie anche nel territorio padovano, è in fase di definizione un nuovo percorso formativo dell'associazione Libera, in collaborazione con l'università di Padova, Banca etica, il comune e la camera di commercio di Padova.
In occasione della festa di san Giovanni Bosco, l'istituto salesiano padovano a lui dedicato ha invitato l'ex magistrato Gherardo Colombo a incontrare gli alunni della scuola primaria. Il tema "Le regole e la cittadinanza: condividere per essere felici"
Il magistrato Gian Carlo Caselli analizza il fenomeno denunciato in sede europea che vede l'Italia detenere un triste primato: "Ritengo sia bene diffondere i 'Codici etici', purché abbiano finalmente conseguenze concrete in termini di effettiva responsabilità disciplinare e politica e non si riducano ad enunciazioni velleitarie. Ai Codici devono poi affiancarsi altre misure". Le gravi responsabilità della politica