Gherardo Colombo: «Le regole rispettano tutti, senza escludere»
In occasione della festa di san Giovanni Bosco, l'istituto salesiano padovano a lui dedicato ha invitato l'ex magistrato Gherardo Colombo a incontrare gli alunni della scuola primaria. Il tema "Le regole e la cittadinanza: condividere per essere felici"
Un incontro che ha lasciato il segno quello tra Gherardo Colombo e gli alunni dell’istituto Don Bosco di Padova. “Regole e cittadinanza: coinvolgere per essere felici” è stato il titolo dell’evento in cui, mercoledì 29 gennaio, l’ex magistrato ha spiegato, anche ai bambini, che punire chi non rispetta le regole non basta. Conta di più convincere e coinvolgere. Chi sa, può scegliere. E chi sa scegliere, diventa libero e felice. Si può vivere senza regole? A cosa servono? Perché rispettarle? Ma valgono per tutti? Si può vivere felici anche senza? Che cosa vuol dire essere giusti? 250 ragazzi della scuola primaria del Don Bosco di Padova: almeno il doppio le domande che avrebbero voluto rivolgere a Gherardo Colombo.
A ciascuno, chiamandolo per nome, l’ex magistrato ha dato una risposta. Parole semplici e comprensibili. Esempi diretti e quotidiani. «Tutti i cittadini hanno pari dignità»: partendo da questa affermazione della costituzione (art. 3), Colombo ha ricordato ai bambini che tutti siamo importanti, nessuno più di un altro. Le regole sono necessarie proprio perché consentono a ciascuno di essere rispettato e di continuare a essere importante. «Non è attraverso il controllo che si arriva al rispetto delle regole: occorre – ha spiegato – convincere e coinvolgere». Dentro a questa affermazione è racchiusa la scelta di lasciare la magistratura. «Quando mi sono dimesso, pur potendo rimanere al mio posto per altri 14 anni, ho deciso di dedicarmi alla riflessione sulle regole: perché la giustizia funzioni bene, è necessario un profondo ragionamento sulla relazione tra i cittadini e le regole».
Questo è oggi il suo obiettivo e il suo impegno: parlare, spiegare, motivare, convincere, coinvolgere. Crede fermamente che «più si impara, più si è liberi; e più si è liberi, più si è in grado di scegliere e di cambiare, di rendere bella e felice la propria vita e quella degli altri». L’educazione, sempre secondo Gherardo Colombo, non può essere fondata sulla logica del premio e della punizione. Punire non basta: l’esempio, il coinvolgimento, il dialogo convincono. Il desiderio di essere riconosciuti importanti porta al rispetto dell’altro. Così le regole non saranno più né un peso né una limitazione, ma la strada buona per trovare libertà e felicità. «Giro per l’Italia, soprattutto nelle scuole – ha scritto recentemente in uno dei suoi libri – a parlare di giustizia e della relazione che c’è tra le regole e le persone». Convinto che è proprio questa relazione a influire poi sulla vita pratica di ciascuno di noi, ottenendo, come già aveva detto proprio don Bosco, «onesti cittadini e buoni cristiani».