La corruzione dilaga per l'Europa
Relazione della Commissione europea. Il fenomeno risulta presente in tutti gli stati membri. Tra le raccomandazioni all'Italia: potenziare il regime di integrità per le cariche pubbliche elettive e estendere i poteri dell'autorità nazionale anticorruzione.
La corruzione costa ai cittadini europei circa 120 miliardi di euro all’anno ed è presente, a diversi livelli e con diversi gradi di diffusione, in tutti gli stati membri. A denunciarlo è la prima relazione Ue sulla lotta alla corruzione, pubblicata dalla Commissione Europea, che per quanto riguarda l’Italia riconosce il passo avanti fatto con la legge per arginare il fenomeno, approvata nel novembre 2012, ma suggerisce al nostro paese di potenziare il regime di integrità per le cariche pubbliche elettive introducendo codici etici e strumenti di rendicontazione del loro operato.
Italia: passi avanti, ma non basta. L’Italia, secondo l’esecutivo di Bruxelles, dovrebbe anche consolidare lo strumentario giuridico e istituzionale sul finanziamento ai partiti e risolvere con la massima urgenza le carenze del regime di prescrizione. La Commissione consiglia inoltre di estendere i poteri e di sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione, in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento, garantire maggiore trasparenza degli appalti pubblici e adoperarsi ulteriormente per colmare le lacune ancora presenti soprattutto nel settore privato. Infine il conflitto di interesse, la trasparenza della situazione patrimoniale dei funzionari pubblici e i dispositivi di controllo restano tuttora problemi irrisolti.
La percezione dei cittadini. Un recente Eurobarometro indica che la corruzione viene considerata un fenomeno dilagante per il 97 per cento degli italiani e per il 76 per cento degli europei. Inoltre in Italia, ben l’88 per cento pensa che la corruzione e le raccomandazioni siano il modo più facile per accedere a certi servizi pubblici (della stessa opinione si dicono quasi due cittadini Ue su tre). E il 56 per cento degli europei ritiene che la corruzione sia aumentata negli ultimi tre anni.
Certo l’Italia non fa una bella figura per quanto riguarda gli indici di corruzione: è quart’ultima, prima solo della Grecia, della Bulgaria e della Romania per l’indice di percezione di trasparenza, quint’ultima precedendo solo la Romania, la Grecia, la Bulgaria e la Croazia per quanto riguarda il controllo del governo in materia di corruzione e quart’ultima per l’efficacia delle misure governative atte a combatterla, precedendo solo la Romania, la Bulgaria e la Grecia.
Libera: ora una legge. «La lotta alla corruzione è una priorità non solo etica, ma anche economica: la corruzione è furto di bene comune, furto di diritti e di speranze, di opportunità e di lavoro». Così, in una nota, Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie, interviene sul tema. «Davanti ai costi della corruzione diretti e indiretti non si deve più tacere – spiega Libera – Anche l'Europa ci chiede che la lotta alla corruzione sia una delle priorità per il nostro paese. Non può essere normale la corruzione perché non è normale una società che ruba a se stessa. È una tassa occulta che trasforma risorse pubbliche, destinate a servizi e opere, in profitti illeciti. È come se ogni italiano fosse costretto a versare mille euro l'anno nelle casse del malaffare e dell'illegalità».
Per questo, secondo l'associazione, è «indispensabile arrivare in tempi brevi a una più generale legge sulla corruzione dotata di quelle misure (confisca dei beni ai corrotti; pene adeguate per "reati civetta" come il falso in bilancio, l'autoriciclaggio, l'evasione fiscale; conflitto d'interessi, trasparenza del sistema sanitario) necessarie per rendere il nostro paese una comunità dove l'interesse economico coincida finalmente con l'interesse sociale, con la dignità e la libertà di tutti».