Si inaugura il museo della legalità nel "Paese contro tutte le mafie"
Sabato 13 dicembre il momento da festeggiare è particolarmente importante. Presso la sala civica del comune di Bojon si svolge, infatti, l’inaugurazione del Museo della legalità di Campolongo Maggiore, iil primo del genere in Italia e probabilmente un unicum nel mondo.
È arrivato il momento che a Campolongo Maggiore tutti aspettavano da tempo. Oggi lo si vive con la trepidazione che accompagna gli avvenimenti di festa e la soddisfazione per il traguardo raggiunto.
«È il riconoscimento ufficiale di un percorso di cambiamento che stiamo portando avanti da anni con tanto impegno» annuncia emozionata Oriana Boldrin Piccolo, presidente dell’associazione Mondo di carta e da sempre in prima linea nell’educazione dei giovani alla cultura della legalità.
Perché Campolongo Maggiore nell’immaginario collettivo è rimasto il paese di Felice Maniero (nella foto, la villa oggi riconvertita a sede di associazioni e iniziative per la cultura della legalità) e della sua banda di malavitosi, mentre le associazioni culturali e di volontariato (e nel comune ne sono fiorite numerose, una cinquantina circa, quasi a voler ribadire il concetto del tempo dedicato al bene della comunità) si sono unite trasversalmente per aiutare a cambiare rotta nella mentalità, soprattutto giovanile, offrendo modelli positivi, facendo conoscere dal vivo testimoni significativi. Rendendolo, secondo la definizione di Bruno Miotto e Adriano Menegatti, rispettivamente presidente e membro del direttivo dell’Auser locale, «dal paese chiuso che era, un paese aperto».
Ora a Campolongo si svolgono ogni anno la Festa della legalità, campi di volontariato sul tema, il concerto della locale orchestra giovanile Diego Valeri per avvicinare all’arte e alla bellezza; si è realizzato lo Scaffale della legalità, una raccolta di libri e dvd tematici unica in Italia, si organizzano i concorsi nazionali – letterario e artistico – con borse di studio in premio, intitolati a Cristina Pavesi, la studentessa uccisa dalla mafia del Brenta durante un assalto al treno con cui stava tornando a casa dall’università.
E l’alto patronato della presidenza della Repubblica ha insignito a vita il comune con il titolo di “paese contro la mafia”. Ma sabato 13 dicembre il momento da festeggiare è particolarmente importante.
Presso la sala civica del comune di Bojon si svolge, infatti, l’inaugurazione del Museo della legalità, il primo del genere in Italia e probabilmente un unicum nel mondo. Dopo il saluto del sindaco Alessandro Campalto con il taglio del nastro (alle ore 10), l’incontro prevede la testimonianza agli studenti sul tema “Mafia e corruzione sono interconnessi?” del magistrato Graziana Campanato, presidente della Corte di appello di Brescia, di Roberto Tommasi, presidente di Libera Veneto, e di Enzo Guidotto, presidente dell’Osservatorio veneto sull’antimafia. Quindi spazio libero alle visite alle sale.
«Questa è una sistemazione temporanea – sottolinea Oriana Boldrin Piccolo – Non appena sarà pronta la struttura, il museo si sposterà al casello di Campolongo. Saremo vicini alla ferrovia, quindi facilmente raggiungibili anche dai turisti e dagli studenti pendolari».
Nel museo sono esposte una sessantina di opere artistiche, create con diversi materiali e tecniche (pittura, scultura, litografia, incisione), realizzate dagli studenti di tutta Italia partecipanti al premio Cristina Pavesi, la ragazza a cui è anche dedicato il museo. Le opere varieranno e aumenteranno, perché nel tempo verranno aggiunte le partecipanti alle future edizioni del concorso. Sogno dei promotori è che il museo, un giorno, possa essere raccontato e fatto visitare dagli stessi studenti dei comuni limitrofi; intanto è aperto secondo gli orari delle biblioteca comunale (lunedì ore 15-19, martedì 9-12.30, 15-19, venerdì 15-19, sabato 9-12) e la prima domenica del mese, come tutti i musei nazionali. La mattina, previa prenotazione, è accessibile alle scolaresche interessate. L’entrata è gratuita.
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