Questo non è un tempo di evasione alle periferie dell’essere, è piuttosto un tempo che ci invita a focalizzarci, ad andare al cuore, al centro, all’essenziale. È un tempo che ci invita a stare, a riflettere, a fare silenzio per ascoltare. È, in breve, il tempo di Quaresima, oggi più eloquente che mai. Verranno i giorni della gioia e della vittoria, ma non sono questi: questi sono i giorni della serietà necessaria, e dell’attenzione; i giorni della cura, della vigilanza e della sobrietà
Idee
Passata l’emergenza, le Acli dovranno ragionare su altri temi e priorità legati alla vita delle persone, alla salute, all’economia e al mondo del lavoro. L'editoriale di Gianni Cremonese.
I più piccoli stanno dimostrando la fatica maggiore ad abituarsi all’assenza di relazione tra coetanei. A loro mancano la scuola, le maestre, i giochi spensierati all’aria aperta o nel salone. È quanto sta constatando da qualche giorno Annamaria Calore, pediatra di famiglia a Terranegra a Padova.
La pedagogista Barbara Rossi dà una lettura positiva sull’isolamento delle famiglie con bambini come veicolo di esperienze trascurate, a partire dalla relazione e dalla narrazione
In questi giorni tutta la Chiesa ha “obbedito” ai Decreti che via via il Governo emanava. All’inizio con un tentativo di “resistenza”, dato che subito ci è stato impedito un bene che sta in cima alla gerarchia delle cose importanti per i cristiani: l’Eucaristia.
La generazione Y, Millennial Generation o Net Generation, come viene definita in ambito sociologico. Quella generazione che ha risentito di più della recente crisi economica e proprio in questi ultimi tempi iniziava a rialzare la testa a suon di lavori precari e corse fino a fine giornata per pagare l’affitto e le spese di casa, togliendosi finalmente l’etichetta di “bamboccioni”. Una generazione, nonostante tutto, molto innamorata della vita. E proprio come ogni storia d’amore che finisce, in questi giorni sta vivendo le fasi dell’abbandono
Per chi vive in famiglia, la quarantena che ci è imposta è proprio un tempo favorevole da saper valorizzare.
In queste occasioni, ha spiegato il filosofo Karl Mannheim, l’adattamento è traumatico, le persone e le strutture sociali non hanno il tempo necessario per abituarsi.
Questo virus spazza via tutti i miasmi che hanno avvelenato la nostra società negli ultimi anni: dagli oppositori dei vaccini a chi voleva far uscire l’Italia dall’euro.
Senza fare confronti ovviamente improponibili, è tutto il Paese che sta dando una prova collettiva per certi versi inaspettata. Noi stessi forse non ce ne rendiamo conto fino in fondo. Prendiamo il caso della scuola. Pur con tanti limiti strutturali, a partire dai mezzi inadeguati sia negli istituti che nelle famiglie, c'è stata una mobilitazione straordinaria, al punto che sono andati in affanno i software con cui vengono gestiti i registri elettronici su cui vengono caricate le videolezioni. Le città e i paesi deserti fanno impressione e ci angosciano, ma sono il segno che gli italiani hanno saputo accettare una condizione inedita e insorta repentinamente, riuscendo persino in questo caso a fare valere le risorse di creatività diffusa e solidale
Ma tu vuoi davvero solo sopravvivere? E poi? C’è data una possibilità in più: amare ulteriormente. Amare la volontà di Dio per come essa ad oggi si palesa, vivere una sincera obbedienza filiale abitando il presente per come esso ci viene dalle mani di Dio. Per fare questo senza ridurlo a un sovrumano sforzo della testa, dobbiamo ricordare, rispolverare nel cuore tutti i ricordi in cui ci siamo sentiti salvati da Dio. Il Dio che ci è stato fedele fino a oggi, perché oggi dovrebbe cambiare?
Il coronavirus sta, nel bene e nel male, modellando la nostra vita quotidiana. Ce lo ricorda l'hashtag #iorestoacasa. Il motto latino Festina lente allude alla necessità di mutare stili e ritmi di vita ("fai in fretta lentamente"), accogliendo le opportunità offerte dal tempo presente, ristrutturando le attività in modo che ci sia equilibrio tra le urgenze e la diligenza del vivere in modo partecipativo, sostenibile, equo, felice. "Stiamo assaggiando la possibilità di capovolgere le priorità della vita, diventando più lenti invece che più veloci, andando più in profondità invece che più in alto, ed essendo più dolci e soavi anziché più forti"
Con l'epidemia da coronovirus le radio hanno cambiato i loro programmi. Da chi trasmette gli audio dei bambini a chi propone solo musica allegra o punta sull'informazione di servizio. Con un linguaggio meno ansiogeno di altri media, sia le grandi emittenti che quelle di quartiere stanno creando un legame ancora più forte con i propri ascoltatori
Quando si è colpiti, e confusi anche per la massa di messaggi e notizie, occorre ascoltare l'essenziale. E per un cristiano l'essenziale è un invito a non avere paura. Sono molti i segni di fede nella nostra gente in queste ore. La prova è grande. Nessuno ne è fuori. La preghiera non è solo l'azione a cui ricorrere nei momenti eccezionali di bisogno, ma una consapevolezza feriale e un'azione semplice in chi ha il cuore ancora umano
Sacerdote da 27 anni, parroco a Moniga del Garda (diocesi di Verona), don Giovanni Berti affida ai suoi disegni una rilettura molto comunicativa del Vangelo e della cronaca. Ogni vignetta richiede però riflessione, un po’ di coraggio e… una certa dose di prudenza. Spiega al Sir: "anche in questi tempi difficili, dove alziamo comprensibili muri di paure e di ansietà, penso che l’ironia serva per rimetterci in contatto reciprocamente con un sorriso, ‘smontando’ le paure e guardandole dal di dentro per depotenziarle"