Coronavirus, il turismo sostenibile rischia di scomparire?
La pandemia sta mettendo in ginocchio associazioni, cooperative ed enti che proponevano un turismo lento, nei piccoli borghi. “Un mondo di idee giovani e innovative, ma senza grandi capitali”, spiega Anna Donati, portavoce di oltre 40 associazioni. Ora che ogni evento di massa è da dimenticare, loro potrebbero essere la risposta
Covid-19 e lockdown rischiano di mettere in ginocchio associazioni, cooperative, piccoli produttori, rifugi, pensioni, bar, trattorie a gestione famigliare, piccoli ostelli... nati in questi anni fuori dai tradizionali circuiti del turismo di massa. Potrà sembrare un paradosso, visto che con la pandemia tutto ciò che è di massa è da dimenticare e il turismo sostenibile potrebbe essere la risposta migliore. “C'è un mondo di piccole realtà che da 10 -15 anni ha scommesso sulla mobilità dolce, sui piccoli borghi, sulla riscoperta dei territori, con idee giovani e innovative, che ora sono in gravi difficoltà, anche perché non hanno grandi capitali”, racconta Anna Donati, portavoce dell’Alleanza per la Mobilità Dolce (Amodo), che aggrega oltre 40 associazioni attive nella tutela ambientale, nella promozione della bicicletta, dei cammini, delle ferrovie turistiche e greenway. Amodo nei giorni scorsi ha inviato un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ad alcuni ministri - Dario Franceschini (Turismo e Beni Cultuali) Paola De Micheli (Infrastrutture e Trasporti), Sergio Costa (Ambiente), Lucia Azzolina (Istruzione), Nunzia Catalfo (Lavoro e Politiche sociali)- con 11 proposte per la fase due dell’emergenza Covid. “Sottolineiamo innanzitutto che tutte queste piccole realtà hanno diritto a continuare ad esistere e che per questo devono essere sostenute -spiega Anna Donati-. Inoltre, spieghiamo come la mobilità a piedi ed in bicicletta, le ferrovie turistiche, la natura ed i piccoli borghi, il turismo lento tra le bellezze d’Italia siano la soluzione per far ripartire il turismo, l’accoglienza locale e di lavoro, la fruizione della natura, in tempi di distanziamento sociale. Da una crisi gravissima può nascere un'autentica opportunità”. Negli undici punti Amodo chiede un aiuto immediato e risorse economiche per le imprese, per l'editoria turistica, per gli enti del terzo settore e per le associazioni di volontariato, anche “mediante lo sblocco delle erogazioni dei contributi già stanziati da parte dei Ministeri”. Chiede investimenti per la realizzazione del sistema delle Ciclovie Turistiche Nazionali e delle greenways, per il sistema nazionale dei Cammini e delle Vie storiche, per la realizzazione delle ferrovie turistiche. C'è bisogno poi di un potenziamento dell’accoglienza con agevolazioni, conferimenti e comodati gratuiti di caselli, stazioni ferroviarie, depositi, etc. e con il sostegno economico per l’ospitalità low cost, per affrontare i nuovi obblighi di sanificazione e distanziamento. Inoltre, molte zone del Belpaese hanno ancora gravi ritardi nella digitalizzazione, che vanno superati al più presto. La domanda di un turismo sostenibile potrebbe essere sostenuta con Campagne di informazione e Buoni Vacanza.