Una casa comune per i giovani

Koinoikia, esperienza di vita comunitaria per giovani a Roma, promuove autonomia e discernimento spirituale. Nata nel 2015, offre condivisione, preghiera e responsabilità, accompagnando i partecipanti nella crescita personale e nella transizione verso la vita adulta

Una casa comune per i giovani

A Roma da un po’ di tempo circola una parola strana, che risveglia ricordi nostalgici in chi da adolescente ha frequentato il liceo classico, e dunque ha serbato nella memoria una qualche infarinatura di greco…
“Come hai detto che si chiama l’esperienza? Koinonia?”
“No: Koinoikia!”
“Ah, ma è una parola nuova, no?”

Infinite volte ho avuto questo esatto scambio di battute: laddove l’altro, per i suoi retaggi classici, immaginava si trattasse della parola che in greco significa comunionecomunità (koinonia, appunto), qui sia il termine in questione che la realtà che esso designa sono nuovi, sebbene vicini a quanto inteso dall’altro. “Koiné” e “oikia”, per crasi “Koinoikia”, ovvero “Casa comune”, ma anche “Casa in comune” o, meglio, “Casa comune per la comunione”: la proposta di vita comunitaria rivolta ai giovani di Roma, che dall’1 marzo 2015 a oggi ha visto l’apertura di nove Case a Roma sud, tra il Torrino, Mostacciano, Tor Marancia e la Garbatella.

Koinoikia tutto parte da un’esigenza che sorge nel proprio personale cammino di formazione spirituale e di discernimento, e che incontra una possibilità nel reale concreto.

Nei primi anni ai ragazzi e alle ragazze che facevano il percorso di Signa Veritatis a un certo punto veniva proposto di affrontare davvero la sfida della vita adulta, in due sensi: emanciparsi dalla propria famiglia di origine, e imparare a prendersi cura di relazioni paritarie. Quante rivolte agli inizi dalle famiglie italiote, scontatamente abituate a vedere i figlioli prosperare sui divani di casa fino ai trenta, trentacinque anni (“Sa, lui deve studiare…”)!

Anche grazie ai frutti che le stesse famiglie hanno potuto vedere nei loro figli, la situazione è cambiata, sebbene non manchi chi, ad oggi, non comprende perché lasciare le comodità di casa per avventurarsi chissà dove…

Il punto è proprio questo: Koinoikia, che nacque rivolgendosi anzitutto ai figli della “Roma bene” dell’Eur e del Torrino, è esattamente l’invito a lasciare le comodità di casa, rassicuranti e soffocanti al contempo, per conoscersi e conoscere in un discernimento che è fatto non di contenuti teorici, ma della vita stessa, letta attraverso categorie spirituali di apertura e condivisione.
Nell’ultimo periodo si è creata una nuova interessante situazione, per cui chiedono di fare l’esperienza anche ragazzi che provengono da altre realtà sociali ed ecclesiali, e che sentono nondimeno l’esigenza di una comunità di pari qualificata.
Chi accetta di aderire all’esperienza accetta anche di mantenersi autonomamente, senza chiedere a mamma e papà (“Ma come?!? Lui deve studiare…”): per tanti questo ha comportato studiare e lavorare al contempo, ma non sorprende quanto emerso da una nostra indagine a riguardo, e cioè che a fronte di questo chi fa l’esperienza di Koinoikia si laurea in media prima di chi sta a casa con i suoi!

Dopo avere dato la garanzia di potersi mantenere (in ogni caso non si tratta mai di cifre esorbitanti grazie a un virtuoso sistema di perequazione tra le Case di Koinoikia), il giovane viene indirizzato alla Casa di membri del suo stesso sesso in cui c’è un posto libero. È importante sottolineare che la persona sceglie l’esperienza, ma non le persone con cui farla: da qui, si archivino pure serenamente tentativi di decifrare la proposta con accostamenti a “case con amici” o coinquilati vari. Siccome Koinoikia vuole essere un catalizzatore di discernimento, solo se la persona è posta in una situazione che non è nella cerchia del suo comfort abituale può far emergere lati e risorse che ella stessa non immaginava, imparando a conoscersi davvero.

Quanto alle abitazioni, spesso sono i ragazzi stessi ad averle trovate: si tratta per lo più di appartamenti adatti a ospitare da cinque a sette persone (magari con qualche letto a castello), che presentino accessibilità economica e una certa vicinanza alle altre comunità di Koinoikia e alla parrocchia, che è il centro della vita spirituale e formativa delle Case.
La vita di una Casa di ragazzi che fanno l’esperienza è guidata da una “Regola” che, pur traendo ispirazione da quella di sant’Agostino e san Benedetto, ha in realtà confini più sfumati, perché ha di mira l’andamento di una comunità di giovani che lavorano e vivono nel mondo, e non di monaci e monache.

Ci sono sostanzialmente tre ambiti di vita condivisione: la preghiera comunitaria (Lodi mattutine e Compieta con piccole condivisioni), la riunione settimanale per organizzare i servizi e condividere come ci si sente e cosa si vorrebbe fare, e i servizi. Quarta dimensione, non meno importante, è quella dei momenti ludici e conviviali, che spesso coinvolgono anche i membri delle altre Case.

Quanto ai servizi, ogni persona nella Casa riceve un ruolo di responsabilità in un determinato ambito: dall’amministratore che tiene i conti, al cellerario che verifica la spesa e i menù settimanali, al sacrestano che sveglia la gente la mattina per le Lodi, ecc. Nel tempo i ruoli si scambiano a rotazione, così che tutti possano esprimere le loro doti, ma anche sperimentarsi in ambiti in cui esiterebbero di più.

“Ok, ma quanto dura l’esperienza?” Chiede sospettosamente chi fantastica di climi settari e riedizioni di comunità amish.

Dipende dal cammino di cresciuta di ciascuno: c’è chi ci rimane un anno, chi ci è stato anche cinque, sei anni… la media attuale è di tre anni, anche in considerazione del fatto che Koinoikia va intesa non come un nido in cui rintanarsi o come un capolinea, ma come un’esperienza di transito, una camera di “gestazione” dall’adolescenza (spesso fin troppo protratta) alla vita adulta.
Dopo il passo importante e radicale di essere usciti di casa per entrare a Koinoikia, i giovani che vivono l’esperienza sanno che il passo successivo dovrà essere quello che li porterà ulteriormente nella vita che sentono essere la loro chiamata e che hanno deciso di scegliere, magari di un passo soltanto, ma sempre in avanti.
Solo comprendendo questo processo di costanti emancipazioni e progressi, in cui ogni fase, per quanto radicale, è solo in vista di quella successivo, si può cogliere quanto sia stata stimolante e vivace la proposta di Koinokia per il centinaio di ragazzi che in questi dieci anni ha vissuto l’esperienza!

Alessandro Di Medio

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Fonte: Sir