Un Pontificato che mette al centro il cuore

Sono trascorsi dodici anni dall’elezione sul Soglio di Pietro di papa Francesco. Un anniversario significativo e importante per il Pontefice che dovrà trascorrerlo in una stanza di ospedale dove è ricoverato, per una polmonite bilaterale, dallo scorso 14 febbraio. Una storia, quella del Papa, che invita ad andare oltre e a vivere guardando il tutto con lo sguardo del cuore

Un Pontificato che mette al centro il cuore

Sono trascorsi dodici anni dall’elezione sul Soglio di Pietro di Jorge Mario Bergoglio con il nome di papa Francesco. Un anniversario significativo e importante per il Pontefice che dovrà trascorrerlo al decimo piano del Policlinico Agostino Gemelli di Roma dove è ricoverato, per una polmonite bilaterale, dallo scorso 14 febbraio. Da qualche giorno le notizie che arrivano dai medici che lo tengono in cura e dalla Sala Stampa Vaticana sono confortanti in un quadro che resta complesso e fra valanghe di fake news, interpretazioni e valutazioni mediche costruite sulle informazioni di un bollettino medico che ha puntualmente e, per espressa volontà del Papa, reso noto il suo stato di salute. Per lui, da subito una preghiera incessante silenziosamente è salita dal cuore di tanti credenti e non da ogni angolo della Terra. In tanti si sono recati e vogliono ancora recarsi all’ingresso del nosocomio per far sentire al papa la propria vicinanza e preghiera.
Francesco, da quella sera del 13 marzo 2013, è entrato nel cuore della gente, ha bucato lo schermo con un semplice “buonasera” chiedendo, soprattutto, la benedizione al suo gregge. Da allora, come da fresca sorgente, il Papa che ha assunto il nome del poverello d’Assisi, non ha smesso di scuotere e di stupire, insegnando dalla cattedra della vita, candidandosi ad essere conosciuto come il “parroco del mondo”. In questo periodo stiamo vivendo un mese di attesa e di speranza per la sua salute, ben sapendo le difficoltà che da una vita si porta, ma oltre l’impenetrabile bolla di protezione, necessaria, creata intorno alla sua persona, ci piace pensarlo, sì con il passo affaticato e stanco, come lo abbiamo visto in questi mesi, ma sempre con la mano ferma al timone della barca di Pietro.

Poche settimane prima della malattia che lo ha portato a questo lungo ricovero, aveva consegnato “Spera”, la sua autobiografia. Non una interpretazione del suo Pontificato, ma il racconto di una vita, fatta di episodi e di trame nelle quali lui, per primo, ha colto la mano della Provvidenza e le sue imperscrutabili vie. Sin dal naufragio della nave Mafalda, che i suoi nonni non avevano fatto in tempo a prendere per emigrare in Argentina.

Nei suoi racconti, Francesco è guidato dalla mano di Dio, intrisa di speranza e di attesa, perché questi sono i verbi dell’azione divina, in questo modo lui vuole insegnarci a leggere anche la nostra vita. “Esperar”, in spagnolo, ha tutti e due i significati; lo abbiamo capito, ancora di più, in queste settimane della sua malattia. La vita del Papa, come la nostra, è ricca di tappe che si alternano in luci ed ombre che ricostruiscono una storia che in una parola chiamiamo “memoria”. Una storia, quella del Papa, che ci invita ad andare oltre guardando il tutto con lo sguardo del cuore. Non facciamoci ingannare dalla false apparenze, ci dice. A lui auguriamo un Buon anniversario e inviamo gli auguri più sinceri di buona guarigione.

Enzo Gabrieli

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Fonte: Sir