Terremoto Campi Flegrei. Il vescovo di Pozzuoli: “Siamo vicini alla gente. Facciamo rete per dare risposte alla popolazione”

"In questi momenti la stessa comunità è chiamata a ricompattarsi, ma soprattutto a proteggere e stare accanto ai soggetti più deboli. Pur comprendendo la difficoltà di tutti, penso che i soggetti più deboli siano i bambini, le persone anziane, coloro che non possono muoversi dai loro appartamenti: soprattutto a loro va la nostra vicinanza. Ai nostri parroci, ai nostri sacerdoti chiedo di stare vicino alla gente", dice al Sir mons. Villano. Il racconto dei sacerdoti

Terremoto Campi Flegrei. Il vescovo di Pozzuoli: “Siamo vicini alla gente. Facciamo rete per dare risposte alla popolazione”

Una scossa di magnitudo 4.4 è avvenuta stanotte sulla fascia costiera tra Pozzuoli e Napoli ha destato molta paura tra gli abitanti, che sono scesi per strada. Danni si sono registrati in abitazione, dove in una c’è stato il crollo di una controsoffittatura, e in altri casi di calcinacci, è caduto anche il cornicione di un campanile di una chiesa. Undici persone sono andate al Pronto soccorso, ma una sola, la signora rimasta sotto il soffitto che è caduto, ha avuto contusioni ed escoriazioni, ci sono due o tre casi di persone ferite da schegge di vetri rotti nello scappare o a causa di vibrazioni; gli altri sono casi di panico. “La scossa ha visto una variazione della velocità di deformazione del suolo, registrando un valore alto nella zona della Solfatara, tra i più elevati registrati”, ha spiegato Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, durante il punto stampa presso la Sala Conferenza dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, convocato oggi a seguito dell’evento sismico di questa notte. “Possiamo aspettarci certamente altra sismicità”, ha avvertito, nello stesso contesto, Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv.

“Dopo la scossa di stanotte, la preoccupazione della gente è giustificata, anche in virtù di un fenomeno che è in evoluzione continua. Non si possono prevedere termini temporali in cui il fenomeno potrebbe finire, ma posso dire che noi

come Chiesa ci siamo, siamo accanto alle persone.

Stiamo insieme: in questi momenti la stessa comunità è chiamata a ricompattarsi, ma soprattutto a proteggere e stare accanto ai soggetti più deboli. Pur comprendendo la difficoltà di tutti, penso che i soggetti più deboli siano i bambini, le persone anziane, coloro che non possono muoversi dai loro appartamenti: soprattutto a loro va la nostra vicinanza. Ai nostri parroci, ai nostri sacerdoti chiedo di stare vicino alla gente”, dice al Sir mons. Carlo Villano, vescovo di Pozzuoli, nel cui territorio diocesano ricadono i Campi Flegrei. Il presule è impegnato in questi giorni negli Esercizi spirituali con gli altri vescovi della Conferenza episcopale campana, a Castellammare di Stabia.

“Il prolungarsi del fenomeno – aggiunge mons. Villano – sta mettendo alla prova la popolazione in maniera molto seria e molto dura. Parlando con le persone, il sentimento comune di tutto è come se si vivesse in uno stato di sospensione. Qualcuno mi diceva che anche nei momenti di calma si resta in allerta in attesa della prossima scossa. Questo vuol dire che anche a livello mentale si è toccati seriamente: iniziano a esserci segni di preoccupazione e di cedimento”.

Il vescovo ricorda: “L’anno scorso, tramite un’associazione, abbiamo messo a disposizione un pool di psicologi per aiutare le persone a superare questo momento difficile. Non avere termini temporali: credo sia questo che ci mette a dura prova. Per questo dico che la nostra capacità di stare insieme, di essere prossimi ai soggetti più deboli possa essere una delle risposte importanti”. Anche questa volta, precisa il presule, “la Caritas sarà in campo, come lo è stata in passato, ma credo che noi dobbiamo stare in campo entrando in una rete di aiuto alla popolazione. Da soli si può fare poco, ma se ci mettiamo insieme anche con le Istituzioni presenti sul territorio, penso alla Protezione civile e ad altri enti anche caritativi, e ci diamo una mano vicendevolmente, siamo di sostegno a tutti e possiamo dare una risposta alla popolazione.

Da soli non si va da nessuna parte, la forza viene dalla rete.

Come ci dice il Papa sempre, nessuno si salva da solo, anche perché la situazione è così seria e talmente complessa che pensare di agire da soli è fuori luogo in questo momento”.

“Quanto accaduto stanotte è stato molto grave e a me sembra che apra a scenari nuovi”. A dirlo è don Pino Natale, parroco della chiesa all’interno del Parco San Laise, ex base Nato. “Vorrei fosse chiaro – aggiunge – che, come parroco della chiesa SS.mo Salvatore, posta all’interno del Parco san Laise, l’area ex-Nato, io sono convinto che quest’area debba essere attrezzata per accogliere le persone che in queste ore hanno avuto la casa lesionata”.

“Purtroppo non vi sono molti servizi igienici, o altre strutture di accoglienza, all’interno del Parco: ma quello che c’è bisogna aprirlo e metterlo a disposizione, e quello che non c’è, bisogna fornirlo”, evidenzia il sacerdote.

E una risposta all’appello è arrivata dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha assicurato, al termine della riunione del Centro Coordinamento Soccorsi, in Prefettura, che nell’area dell’ex base Nato ci sarà un’area di accoglienza permanente per i cittadini nel caso si verifichi una forte scossa di terremoto.

“La scossa di stanotte è stata molto forte rispetto alle altre. Quando si è verificata, stavo in canonica, al quarto piano, e sono caduti dalla credenza bicchieri e bottiglie, dai muri quadri e anche il monitor del mio pc è finito a terra. La scossa è stata ondulatoria e sussultoria”,

dichiara al Sir don Raffaele Russo, parroco della chiesa Maria SS. Desolata, a Bagnoli, epicentro della scossa di stanotte che ha svegliato tutti nei Campi Flegrei. “Già da stanotte ho verificato tutta la struttura parrocchiale, le aule per le attività pastorali, le mura portanti, le colonne portanti di cemento armato sono illese, c’è qualche leggera lesione nei tramezzi della struttura. Il geometra che ho chiamato mi ha detto che è normale, perché sotto la scossa l’edificio si è mosso, ma la struttura portante ha retto. La chiesa è stata edificata all’inizio del 1900, aperta al culto nel 1903, ha avuto un ampliamento nel 1960. La giuntura tra la chiesa di tufo, con archi, e l’edificio vicino con il campanile ha retto. Per precauzione, ho chiuso la chiesa, in attesa del sopralluogo dell’ingegnere strutturista e dell’architetto”, precisa il parroco. Il sacerdote stamattina ha ricevuto un messaggio da mons. Carlo Villano. “Il vescovo, attualmente impegnato negli Esercizi spirituali con la Conferenza episcopale campana, mi ha scritto che verrà a celebrare la messa nella mia parrocchia domenica, mentre sabato sera andrà nella chiesa di sant’Anna che ha avuto i danni maggiori”, ci racconta don Raffaele. La parrocchia di Santa Maria Mater Domini in muratura in tufo, con mura portanti doppie e bassa, non ha riportato danni, ma la chiesa di Sant’Anna, che appartiene al territorio parrocchiale di Materdomini, ha avuto problemi:“Il cornicione del campanile è crollato – ci spiega don Russo -, anche se il resto della struttura ha retto. Infatti stanotte siamo stati io e il parroco per strada vicino ai vigili del fuoco per vedere come andavano le cose; hanno anche chiuso la strada adiacente alla chiesa, che si trova sempre a Bagnoli”.

Per la scossa “è crollato un solaio, come pure alcuni ballatoi di balconi, per quel che ne so, sono caduti calcinacci, ma al momento non si hanno notizie di feriti gravi. Lo spavento è stato grande: tutti sono scesi in strada stanotte. Molti ci sono restati, chi ha parenti o altre case in altre zone si è spostato. I vigili del fuoco stanno facendo sopralluoghi per verificare la sicurezza degli edifici. Già un quarto d’ora dopo che c’è stata la scossa vigili del fuoco, polizia e carabinieri stavano per strada per gestire la situazione che si è creata, anche perché la paura ha creato abbastanza agitazione”, conclude il parroco.

“Stiamo procedendo al monitoraggio delle strutture e delle chiese per consentire che siano utilizzabili in piena sicurezza nei tempi più brevi possibili”,

assicura al Sir don Roberto Della Rocca, responsabile del Servizio diocesano per i beni culturali ecclesiastici di Pozzuoli. “Il danno più grosso è stato registrato aggiunge il sacerdote – alla chiesa di Sant’Anna dove un cornicione del campanile è venuto meno. Le altre chiese presentano segni anche importanti, ma non riguardano la struttura portante e quindi non costituiscono un pericolo per chi entra in chiesa”.

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Fonte: Sir