«Saletti voleva pregare, ma non credeva in dio». In un dialogo con l’amico Michele sbottò: “Che noialtri, lo sa perché ci fregano? Ci fregano perché non abbiamo il rito. Noialtri siamo senza il rito. Si rende conto? (…) Il rito giusto, il rito ateo, una volta o l’altra vuole imparato (…) Gli antichi, glielo ha mica imparato nessuno, il loro rito. Ed erano molto ma molto più ignoranti di noi. Ve lo dico: qui, se impariamo noi il rito, il mondo non è mica più lo stesso di prima. Noialtri ci vorrebbe qualcosa per dimostrare la nostra sensibilità. Altrimenti credono di averla solo loro, la sensibilità. I preti. E ci trattano da gente arida. Ma è colpa nostra. Avessimo il nostro rito, sarebbe più bello del loro» (M. SERRA, Cerimonie, pp.9-13).
Idee
Quel che finora è sembrato mancare è uno spirito autenticamente unitario in tutte le posizioni che si assumono.
Tante domande, e molte altre ce ne sarebbero, che nascono dall’esperienza prevedibile e al contempo inaspettata delle famiglie in difficoltà per il loro trovarsi perennemente riunite in quarantena. Domande che devono scomodarci, e indurci a risposte intelligenti che facciano dell’attuale crisi ben più di una malattia stagionale, ma un vero e proprio passaggio epocale a tempi più lucidi e rispondenti a una vita più umana
Oggi il virus cancellando molte esistenze ha svuotato altrettante parole che davano sicurezza, offrivano speranza, promettevano felicità.
Per la prima volta le generazioni adulte e più giovani del nostro Paese provano un’esperienza sociale di morte.
Si ritorna a parlare di Stato, di interessi nazionali, di barriere da frapporre, di distinguo tra investimenti di un certo tipo e razzie.
La priorità ora è “raggiungersi” e farsi compagnia per trascorrere insieme questo momento faticoso.
Chiediti non di chi è la colpa, ma cosa puoi fare di tutto quello che stai vivendo, e come puoi usarlo per raggiungere al meglio la tua vera fisionomia di figlio di Dio
«Siamo tutti un po’ spaesati in questo momento. Speriamo che duri poco, ma ho l’impressione che non sarà poi così poco. La cosa è assolutamente inedita per tutti noi ma non ci fermiamo. Moltissime persone ci hanno dato disponibilità per fare volontariato in questi giorni, oltre alle varie organizzazioni che già lo fanno». L'intervento di Emanuele Alecci, presidente del csv di Padova.
Stanno cambiando le nostre vite in questi giorni, anche tra le mura domestiche. Come stiamo vivendo questo tempo dettato dalle restrizioni per evitare l'allargarsi del contagio? Per chi vive in famiglia la quarantena che ci è imposta è proprio un'occasione favorevole
Il tempo presente offre certamente al cristiano la possibilità di ritrovare del tempo per pregare, per riflettere, per approfondire i contenuti della fede e per riqualificare le relazioni famigliari, tuttavia questa prova ci offre anche la straordinaria possibilità di rivedere la realtà della nostra vita personale alla luce del mistero della fragilità di cui siamo plasmati. L’uomo è mistero fragile.
Sono tanto fiero di come stiamo reagendo noi preti, anche quando veniamo bersagliati da accuse di viltà, mentre siamo sempre in campo, chi attaccato per ore al telefono, chi esaurendosi in una serie ininterrotta di streaming per non fare sentire abbandonata la gente privata della liturgia; sono fiero dei cappellani ospedalieri e carcerari che mischiano il loro respiro a quello già infetto dei malati e dei morenti; sono fiero dei parroci che non abbandonano la nave, per quanto scalcagnata, della loro parrocchia, e ridotti a poco più che eremiti comunque ci restano, e pregano per i parrocchiani che in chiesa per ora non ci possono entrare
Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo (Gv 4,6) In questo insolito pomeriggio domenicale, nel silenzio della preghiera, torno a mettermi in ascolto della bellissima pagina evangelica della Samaritana con lo scopo di recuperare un pò d'acqua viva e dissetante nel deserto da Covid-19 che stiamo attraversando.
Quattro secoli fa, per l’esattezza 390 anni ci distanziano dalla peste del 1630 descritta dal Manzoni nei capitoli 31 e 32 dei Promessi Sposi. A rileggerli sono incredibili le analogie che si possono riscontrare. Vediamone qualcuna.
Non hanno conto corrente in Italia circa 15 milioni considerando nativi e nuovi cittadini (1,7 miliardi di non bancarizzati nel mondo), probabilmente vivono con un utilizzo di contante alla mano. Non sanno come beneficiare dei decreti d’emergenza. Difficile immaginare che in queste ore si sentano coinvolti dalla superliquidità messa in circolo dalle banche centrali tramite gli istituti di credito. Il superbazooka della Bce (Banca centrale europea) per 750 miliardi o l’Helicopter money Usa della Fed (Federal Reserve) sono termini incomprensibili e lontani. L’oggi è sopravvivere