Idee

Una giornata da navigator, tra computer obsoleti e nessun lavoro da offrire. Mi aveva colpito, questo titolo del Corriere della sera, e mi è tornato alla mente in questi giorni leggendo dei seggiolini antiabbandono diventati obbligatori. Cosa leghi le due vicende, è presto detto: in un caso come nell’altro, a colpire è il mix di incapacità, irresponsabilità e malafede dei nostri legislatori.

Dal documento finale approvato dall’assemblea dei vescovi riuniti nel Sinodo per l’Amazzonia, emerge si una Chiesa che assume con forza il grido dei poveri e della terra, ma che appare molto meno coraggiosa nell’affrontare il tema dei ministeri.

La cosa più sorprendente è che io credo come tutte le persone semplici che credono in Lui e si avvicinano a Lui. Infatti, voglio mescolarmi con quelle persone in modo che nulla mi distragga dall'essere vicino a Lui. Più sono anonimo e nascosto io, più sono uno tra gli altri, tutti insieme e uguali, più è Lui, più sono in Lui

Furono l’assenza di domande, la rinuncia alla responsabilità comune e all’empatia, l’imposizione e l’accettazione di un’esclusiva visione del mondo, a negare i diritti fondamentali dell’uomo, sprofondandolo in un vortice di dolore senza precedenti nella storia. E facciamo nostra la lezione di un grande pensatore di origine ebraica, Hans Jonas, quando reinterpretando l’imperativo kantiano, affermò: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”

Una messa a punto del provvedimento è doverosa. Anche per evitare che le contraddizioni obiettivamente presenti diventino il pretesto per azzerare tutto e rinnegare il cammino faticosamente compiuto in questi anni, a partire dalla proposta del reddito d’inclusione sociale, lanciata dall’Alleanza contro la povertà nell’ormai lontano 2013

In moltissime città d'Europa sono in corso le celebrazioni che ricordano i fatti del 9 novembre 1989. Crollava, assieme al muro che divideva in due Berlino dal 1961, il sistema sovietico. Gli Stati ex comunisti, ritrovata libertà e democrazia, fecero subito domanda di adesione alla Comunità europea. Trascorsi 30 anni, a che punto si trovano i Paesi dell'Europa centro-orientale? Quali le condizioni politiche, sociali e culturali? Elites e popoli hanno fatto i conti con la storia?

Co-autore del libro “Un calcio al razzismo. 20 lezioni contro l’odio”, il giornalista Adam Smulevich commenta i fenomeni di odio e discriminazione sempre più frequenti sugli spalti non solo della Serie A ma anche delle categorie giovanili. E lancia un appello ai calciatori: “Hanno capacità di incidere e fare opinione nel mondo del calcio e non solo, il loro ruolo diventa assolutamente fondamentale. È arrivato il momento che queste personalità vengano fuori”

Occorre uno sforzo di rinnovata analisi e di creatività per far nascere posti di lavoro stabili. Se si decide poi per il ridimensionamento della fabbrica si deve “pre-vedere” un piano di graduale occupazione delle diverse migliaia di persone in questo territorio. Queste, lasciando il siderurgico, dovranno poter usufruire di nuovi investimenti, per sviluppare anche il terziario, una agricoltura di eccellenza, l’utilizzo delle risorse del mare e il turismo. Diversamente continueremmo nella stessa paralisi attuale accontentandoci di false soluzioni con ammortizzatori sociali che durerebbero 10-20 anni, senza creare nuova occupazione, non rispettando così la dignità della persona umana che si realizza nel lavoro

Il 9 novembre 1989 cambiava il corso della storia della città tedesca, assieme a quello del Paese e dell'Europa, fino ad allora divisi dalla cortina di ferro. Assieme al muro, costruito nel 1961, che tagliava in due Berlino, cadeva simbolicamente il regime comunista. Il popolo ritrovava la libertà, ma ora i Lander dell'est chiedono pari opportunità economiche e sociali. Il programma dei festeggiamenti aprirà spazi di analisi storica e politica. Presenti anche le Chiese, che ebbero un ruolo rilevante nei fatti di trent'anni fa

Dal Cile a Hong Kong, da Parigi a Londra: le manifestazioni popolari, originate da cause assai differenti, costellano la cronaca internazionale. Quattro, almeno, i punti in comune: il ruolo dei social, il malcontento sociale, la sfiducia nelle classi dirigenti, l'autoalimentarsi delle stesse proteste. La democrazia rappresentativa è scavalcata, eppure dalla gente sale la richiesta di maggior democrazia... Cosa c'è dietro l'angolo