L’esercito dei 600 mila invisibili: chi sono gli irregolari in Italia?
Braccianti agricoli, colf e badanti, ma non solo. C’è chi ha perso il lavoro, chi è arrivato regolarmente con un visto turistico e chi non riesce a rinnovare la protezione per effetto del decreto Salvini. Almeno 100 mila sono colf e badanti
Braccianti agricoli, colf e badanti, ma non solo. In attesa del decreto maggio, che contiene anche norme sulla regolarizzazione dei migranti si torna a parlare degli stranieri irregolari in Italia. La cifra che torna spesso è quella dei 600 mila, attribuita di volta in volta, alla platea generale o solamente ai lavoratori in agricoltura. Ma chi sono gli irregolari in Italia? E perché ci si ritrova senza permesso di soggiorno?
Innanzitutto, quella dei circa 600 mila è una stima e proviene da diversi studi che hanno messo a confronto lo status giuridico dei migranti attualmente in Italia, con le disposizioni di legge, compresi gli ultimi provvedimenti, in particolare i due decreti sicurezza del 2018. E comprende tutte le persone che si trovano senza permesso di soggiorno o protezione internazionale. Secondo l’ultimo dossier immigrazione di Idos, rispetto ai 5 milioni di stranieri che risiedono regolarmente in Italia, gli irregolari stimati intorno a 530.000 a inizio 2018, potrebbero arrivare a oltre 670.000 nel 2020.
“È verosimile che a causa del primo decreto sicurezza siano sensibilmente aumentati gli stranieri irregolari - si legge nel dossier -. Questo decreto, infatti, da un lato ha abolito i permessi per protezione umanitaria, rendendone impossibile rinnovi e nuovi rilasci, dall’altro, istituendo permessi “speciali” più labili e difficilmente rinnovabili, ha ridotto e reso più precaria la platea dei beneficiari. Anche a seguito di tali revisioni”. Anche secondo l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) il numero di stranieri irregolari negli ultimi anni continua a crescere. Dopo aver toccato un minimo inferiore alle 300.000 unità nel 2013, a gennaio 2020 si stima che le presenze irregolari siano più che doppie, superiori alle 600.000. “Per dare un’idea delle dimensioni del problema, ai ritmi attuali (7.000 rimpatri l’anno) per rimpatriare tutti i 610.000 irregolari presenti nel paese occorrerebbero 87 anni” spiega l’istituto. Uno dei problemi è legato alla rimodulazione della protezione umanitaria (abolita dal decreto sicurezza n. 113 del 4 ottobre 2018). “I nuovi irregolari sono il risultato di un maggior numero di dinieghi di protezione rispetto ai rimpatri effettuati nello stesso mese” spiega Ispi.
A rischiare di diventare irregolari, però, sono sia i migranti da poco arrivati in Italia sia chi vive nel nostro paese da diverso tempo. E’ un errore, infatti, legare l’irregolarità del soggiorno agli sbarchi o agli arrivi irregolari. Chi arriva ha, infatti, sempre il diritto di chiedere protezione internazionale, ed è regolare per tutto il tempo in cui la domanda viene esaminata. Il tempo tra la richiesta di protezione internazionale, la risposta e l’eventuale diniego sono di solito due anni. Nel calcolo, dunque, rientrano anche le persone che vivono stabilmente sul suolo italiano. E che potrebbero aver perso il lavoro o non essere riusciti ad avere il rinnovo della protezione internazionale. A questi si aggiungono le persone che arrivano in Italia regolarmente, magari con un visto turistico, e poi non avendo la possibilità di chiedere un permesso di soggiorno (magari perché non hanno un contratto di lavoro o lavorano in nero) rimangono da irregolari sul territorio.
Tra questi ci sono persone che lavorano in diversi settori: dalla logistica all’edilizia fino all’ agricoltura. In questo caso la cifra è difficile da ottenere perché una parte consistente delle persone è impiegata solo stagionalmente. Molti sono poi coloro che lavorano nel settore della cura alla persona. Uno studio di Welforum rivela, per esempio, che almeno 100mila sono colf e badanti. “Gli assistenti familiari in Italia sono in totale circa 850 mila, di questi almeno 70-80mila sono senza permesso soggiorno, semplicemente perché la normativa non gli ha dato possibilità ottenerlo - spiega Sergio Pasquinelli, vicedirettore dell’Osservatorio nazionale sulle politiche sociali, Welforum.it-. Poi ci sono le colf irregolari che sono quantomeno altre 20 mila. Anche questi 100 mila rientrano nel conteggio dei 500 mila irregolari in Italia”.