Da bolide a trattore. L'impatto del Covid-19 sul sistema economico e sulle famiglie
La diffusione globale della ricchezza si arresterà, con alcune conseguenze positive – si sgonfierà l’enorme bolla finanziaria in cui galleggiamo da tempo – e molte negative.
Gli economisti parlano di aridi numeri del Pil, che tutti noi fatichiamo a tradurre in cambiamenti di vita, la nostra. Ci sarà, e questo è ormai assodato. Ma se sarà una deviazione riassorbita tra qualche tempo, o una rivoluzione tale da definire il 2020 come l’anno che separa l’ante Covid dal post, dipenderà solo dalla durata di questa pandemia: se la cura arriverà presto, staremo probabilmente nel primo caso.
Ma se ciò non fosse, prepariamoci ad un cambiamento radicale delle nostre società. Dove per nostre s’intende il mondo intero.
La globalizzazione aveva aperto il mondo al lavoro, alle merci e al denaro, trasformandolo. Ciò aveva permesso di accelerare sul concetto di quantità, abbassando drasticamente il costo dei beni. Un esempio: chi si ricorda dell’Italia di mezzo secolo fa, sa che la Mercedes, la villetta, il viaggio in aereo erano appannaggio dei pochi ricchi; irraggiungibili per l’allora classe media. Mentre fino a ieri costava di più una settimana bianca dietro casa che una settimana alle Canarie.
Torneremo a quel punto. La diffusione globale della ricchezza si arresterà, con alcune conseguenze positive – si sgonfierà l’enorme bolla finanziaria in cui galleggiamo da tempo – e molte negative. Se viaggiare costerà caro, addio turismo di massa. Se pure le merci faranno fatica ad attraversare i confini per varie ragioni, addio esportazioni. Se molte attività manifatturiere torneranno a casa (fatto relativamente positivo), significherà la deindustrializzazione di Cina, Vietnam, Bangladesh, Pakistan, Tunisia, Turchia, Romania… Il ritorno alle antiche povertà, che lì sono molto più serie delle nostrane.
In generale, ci sarà un abbassamento dei redditi. Altro esempio: il parrucchiere costretto a ridurre per questioni sanitarie il proprio salone e la clientela, ridurrà il personale e sarà obbligato a una scelta. O aumenterà i prezzi (e torniamo al discorso “chi se lo può permettere sì, gli altri…”); o ridurrà gli incassi, impoverendo sé stesso.
Le trionfanti vendite on line rischieranno di dare la mazzata finale al commercio al dettaglio, con un’ulteriore compressione di posti di lavoro e di redditi. Traballerà tutto ciò che prevedeva l’assembramento delle persone, dai concerti alle feste di matrimonio, dalle spiagge al trasporto pubblico. Ma per un pendolare l’utilizzo dell’auto privata è molto più costoso dell’uso di treno o metrò.
È vero: spenderemo meno, per la gioia di chi predica la guerra ai consumi. Ma il denaro che non circola fa perdere lavoro e futuro a milioni di persone. E, in definitiva, allo Stato, che sul denaro circolante applica tasse e accise varie con cui paga scuole, sanità, pubblica sicurezza… Andrà a tosare quello “fermo” sui conti correnti, insomma si va dalle imposte sui redditi alle temute patrimoniali.
Buffa la vita. Eravamo su una Formula Uno che correva a una velocità mai vista prima. È bastata una piccola vite allentata per trasformare il bolide in un trattore. Se rimarrà tale, o si trasformerà in una onesta monovolume, dipenderà da un piccolo vaccino. E, come sempre, dall’umanità.