Idee

«Tutti i miei amici sono lì. Chi è rimasto, ha scelto di restare: sono parte della resistenza, sono lì per il loro Paese. Un mio amico si è unito a un gruppo di 30, 40 civili e hanno fermato un carro armato russo con le loro mani, facendo ostruzione e mettendosi in segno di protesta. Sono storie singole, individuali, ma che hanno in comune la paura di non trovare più casa quando escono dai rifugi, il suono delle sirene ogni minuto, i bombardamenti continui».

«La religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l’aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo dell’Ucraina e la blasfemia che rappresenta l’uso improprio della religione in questo contesto»

Una frenesia “umana”. Mani che suonano un piano per allietare la fuga, mani che confortano, mani che sono pronte a dare una nuovo futuro agli ucraini. L’organizzazione dei punti d’accesso in Polonia L’impegno di tanti volontari, provenienti da tutto il mondo per sostenere chi fugge. Non solo cittadini ucraini, ma anche i tanti stranieri catapultati in una realtà assurda

Bisognerebbe subito “fermare il fuoco di combattimento, scambiare i prigionieri, restituire i corpi dei morti, aprire corridoi umanitari e fornire assistenza, sostenere i rifugiati”, ma siccome ciò non dipende dal caporedattore e Nobel per la pace Dmitry Muratov e dai suoi giornalisti della Novaya Gazeta, il team editoriale suggerisce che quello che tutti possono fare è “condividere con i rifugiati pacifici, i bambini feriti e malati ciò che ti è caro ed è di valore per gli altri”.

La preghiera che accompagna il digiuno ci ridimensiona, mostrando che la nostra grandiosità, che è tutta nella nostra testa, e che va in pezzi quando lo stomaco è vuoto e ci afflosciamo, può e deve lasciare spazio all’Unico davvero forte, davvero vivo, davvero autosufficiente. Se il digiuno mette a stecchetto il nostro corpo, la preghiera fa fare la dieta all’ego, ricordandoci che solo in Dio, proprio perché è oltre, ma al contempo vicinissimo a noi, la nostra carne tremebonda può trovare pace, può trasfigurarsi, e diventare carne di comunione tra Dio e l’uomo, nel “sì” perfetto e irrevocabile del primo e in quello da ridirsi quotidianamente del secondo

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, l’Alto Commissario lancia un messaggio con cui chiede che “mentre milioni di persone in tutto il mondo si sono giustamente commosse per la situazione estrema del popolo ucraino, le stesse difficoltà sono vissute dai rifugiati di tutto il mondo che meritano ugualmente la nostra compassione, la nostra empatia e il nostro sostegno”