Idee

Bisognerebbe subito “fermare il fuoco di combattimento, scambiare i prigionieri, restituire i corpi dei morti, aprire corridoi umanitari e fornire assistenza, sostenere i rifugiati”, ma siccome ciò non dipende dal caporedattore e Nobel per la pace Dmitry Muratov e dai suoi giornalisti della Novaya Gazeta, il team editoriale suggerisce che quello che tutti possono fare è “condividere con i rifugiati pacifici, i bambini feriti e malati ciò che ti è caro ed è di valore per gli altri”.

La preghiera che accompagna il digiuno ci ridimensiona, mostrando che la nostra grandiosità, che è tutta nella nostra testa, e che va in pezzi quando lo stomaco è vuoto e ci afflosciamo, può e deve lasciare spazio all’Unico davvero forte, davvero vivo, davvero autosufficiente. Se il digiuno mette a stecchetto il nostro corpo, la preghiera fa fare la dieta all’ego, ricordandoci che solo in Dio, proprio perché è oltre, ma al contempo vicinissimo a noi, la nostra carne tremebonda può trovare pace, può trasfigurarsi, e diventare carne di comunione tra Dio e l’uomo, nel “sì” perfetto e irrevocabile del primo e in quello da ridirsi quotidianamente del secondo

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, l’Alto Commissario lancia un messaggio con cui chiede che “mentre milioni di persone in tutto il mondo si sono giustamente commosse per la situazione estrema del popolo ucraino, le stesse difficoltà sono vissute dai rifugiati di tutto il mondo che meritano ugualmente la nostra compassione, la nostra empatia e il nostro sostegno”

La conversione che ci indica Gesù, ci ridona un cuore di carne che ci porta a sentire continuamente l’abbraccio del Padre di Gesù Cristo e a cogliere tutto il bene che c’è in ogni persona, anche quando sbaglia. Il tempo di grazia della Quaresima ci fa riscoprire ogni giorno che siamo chiamati da Dio ad essere persone veramente umane, capaci di prenderci cura non solo della nostra vita, ma anche di quella degli altri