Idee

Nell’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo risuonano le parole della scrittrice, che denuncia la guerra scatenata dalla Russia contro il suo Paese. Nella giornata dell’8 marzo sottolinea che non sono in gioco i diritti delle donne, ma la loro stessa vita. Punta l'indice verso la cecità dell’Occidente di fronte alla minaccia di un nuovo conflitto mondiale

Dare una risposta concreta alla sofferenza e alla difficoltà di vivere di chi porta sul proprio corpo i segni dei disturbi dell’alimentazione. Questo l’obiettivo dell’associazione Alice per i Da, nata nel 2006 dal bisogno di un gruppo di genitori di confrontarsi e chiedere cure adeguate e complete per i propri figli affetti da questa sofferenza psichica.

Il sistema delle sanzioni ha prodotto difficoltà e fastidio per la Russia, ma è tutt’altro che compatto: «Ha delle falle molto significative: blocca solo in parte commerci e pagamenti», rileva Ignazio Angeloni, docente e già membro del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea.

Esiste un universo sociale da riprogettare, un habitat economico da ristrutturare, una cultura che offre basi di pensiero da cui ripartire. La guerra scoppia nel cuore dell’Europa proprio mentre sembrava che la ricostruzione post- Covid potesse entrare nel vivo grazie ai vaccini e all’imunità generata dal contagio da Omicron.

Il “pensiero pacifista” di Luca Lo Presti, presidente di Pangea onlus, alla luce dell'esperienza in territori di guerra. “In Afghanistan sono volati missili da 150 mila dollari e oggi i talebani terrorizzano la gente, mentre gli afgani in fuga muoiono al confine. Ma di nuovo pensiamo di combattere una guerra con la guerra in Ucraina. Manca un pensiero di pace”

Russell (Unicef) e Grandi (Unhcr) ricordano che "i bambini privi di cure parentali sono ad alto rischio di violenza, abuso e sfruttamento". Invito ai paesi che accolgono a garantire identificazione e registrazione. Negli istituti 100 mila bambini, la metà con disabilità: "Servono misure speciali"