Idee

Sono passati ormai trent’anni dalla prima Giornata Mondiale del Malato istituita da san Giovanni Paolo II (13 maggio 1992). Il 4 giugno del 2006 a firma del Card. Montenegro, la Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute pubblicò una nota pastorale che riproponeva all’attenzione della Chiesa la pastorale dei malati: Predicate il vangelo e curate i malati. Si voleva invitare la comunità cristiana nel suo complesso a sentirsi soggetto corresponsabile della pastorale della salute, integrandola in una pastorale d’insieme. È evidente che la pandemia ha reso ancora più urgente questo dovere della Chiesa tutta. Le sfide che provengono dal mondo della salute chiedono alla Chiesa una risposta animata dalla speranza. Tale azione profetica sarà possibile se la comunità ecclesiale si sentirà costantemente provocata dal modo di agire di Gesù Cristo.

Esattamente 75 anni fa (il 10 febbraio 1947) la firma del Trattato di Parigi fra l’Italia e gli Alleati segnava un punto di non ritorno nell’esodo dei Giuliani – Dalmati dall’Istria, Quarnaro e Dalmazia. Ricordare oggi quegli avvenimenti – apparentemente così lontani nel tempo – è un dovere morale ed un segno di rispetto per le oltre 250 mila persone che ne furono le incolpevoli vittime ma anche un obbligo verso le nuove generazioni perché conoscendo quello che è avvenuto possano impegnarsi affinché non abbia più a ripetersi.

La denuncia di Legacoopsociali: aumento dei costi dell’energia che si riflette sui materiali e gli alimenti, tariffe bloccate per i servizi di welfare, mancanza di profili professionali socio-sanitari. Vanni: "Occorrono interventi strutturali di sistema"

Due anni di vita sconvolti dal Covid, nella speranza che esca definitivamente dalle nostre esistenze e noi tutti si possa tornare allo scorrere dei giorni. Magari noioso, ma senza l’incubo che ci ha perseguitato. Questi due anni, è bene ricordarlo, hanno un peso specifico diverso a seconda delle età. È certamente così per chi di anni ne ha ben 81 o solo 18. Per non parlare dei bambini di 4 o 5 anni, cioè dell’età in cui i ricordi cominciano a consolidarsi.

La rottura c’è e sarà lunga la strada per la riconciliazione. La pandemia ha inasprito i contrasti fra due ali della società: chi approva i vaccini e chi no. Anche la vicenda che riguarda il piccolo di due anni, affetto da cardiopatia, in attesa di un intervento chirurgico, ma per il quale i genitori richiedono una trasfusione di sangue solo da persone non vaccinate contro il Covid, è la dimostrazione che qualcosa si è infranto. Secondo Mario Pollo, antropologo dell’educazione, già docente di sociologia e pedagogia all’Università Lumsa di Roma, “È evidente il mancato riconoscimento delle competenze, delle differenze e delle gerarchie sociali”. E per trarre una eredità positiva dalla pandemia non serve la rimozione ma l’innesco di un processo emotivo che coinvolga tutti.

Grande soddisfazione da parte delle associazioni e della società civile per una norma votata dalla Camera che introduce in Costituzione la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità. Legambiente: “Notizia storica”. Asvis: “Italia sempre più in cammino verso l’orizzonte della sostenibilità indicato dall’Agenda 2030”

Sono moltissimi i passaggi di papa Francesco, in diretta su Raitre a “Che tempo che fa” di domenica scorsa, su cui varrebbe la pena soffermarsi. Magari non si tratta di concetti rivoluzionari, o anche solamente nuovi, ma pronunciati in quel modo e in quel contesto hanno avuto un impatto diverso, almeno su chi scrive. Una delle parole con più significato, nella prima serata italiana, è stata certamente libertà. 

Da un versante della montagna l’aumento dei turisti, dall’altro lo spopolamento degli autoctoni a causa di servizi mancanti. Per recuperare la vita serve sensibilità e saper toccare con mano ciò che ci appartiene. I mesi di reclusione hanno acuito il senso di isolamento degli abitanti delle aree montane, mettendo a nudo un processo che rischia così di essere irreversibile

Ci manca il respiro e l’Arpav consiglia di non aprire le finestre al mattino e la sera. L’emergenza polveri sottili in questo inverno sta diventando normalità e la pessima qualità dell’aria è confermata anche dal rapporto Mal’aria 2021 di Legambiente.