Guerra in Siria: 14 anni. L’impegno della Caritas italiana

A quattordici anni dallo scoppio della guerra il Paese continua a vivere una grave crisi umanitaria. Il conflitto ha causato finora oltre 638mila morti, di cui più di 183mila civili. 16,5 milioni di persone sono bisognose di assistenza umanitaria. Ma non mancano segnali di speranza e testimonianze di impegno

Guerra in Siria: 14 anni. L’impegno della Caritas italiana

A quattordici anni dallo scoppio della guerra in Siria (15 marzo 2011), il Paese continua a vivere una grave crisi umanitaria. Il conflitto ha causato finora oltre 638mila morti, di cui più di 183mila civili. 16,5 milioni di persone sono bisognose di assistenza umanitaria. Una situazione che si è aggravata ulteriormente a causa della crisi economica e del devastante terremoto del febbraio 2023. Non mancano segnali di speranza e testimonianze di impegno.

La destituzione di Bashar al-Assad nel dicembre 2024 ha segnato un punto di svolta. La guida del Paese è stata assunta da Ahmed Al-Sharaa, leader di Hayat Tahrir Al-Sham (Hts), un cartello di milizie jihadiste nato da una costola di Al-Qaeda. Al-Sharaa ha promesso un governo di transizione inclusivo, volto a condurre la Siria verso elezioni libere ed eque. Tuttavia, i recenti attacchi nella regione costiera di Latakia, dove tredici soldati delle nuove forze governative sono stati uccisi da milizie fedeli ad Assad, hanno scatenato una violenta rappresaglia che ha causato oltre un migliaio di vittime, tra civili e militari.

In questo contesto drammatico, Caritas italiana continua a operare per rispondere ai bisogni primari (e non solo) della popolazione siriana. Attraverso progetti di assistenza umanitaria, ricostruzione e percorsi di pace e riconciliazione, Caritas ha supportato oltre 183mila persone nel 2024, offrendo cibo, assistenza sanitaria, supporto psicologico e programmi educativi.

“La situazione umanitaria è fuori controllo, ma la resilienza del popolo siriano ci spinge ad andare avanti”,

dice Davide Chiarot, operatore di Caritas italiana ad Aleppo.

“L’impegno di Caritas, così come quello della società civile in Siria, da tempo si concentra non solo sull’aiuto umanitario, ma anche sul tema della pace e della riconciliazione, oggi diventato uno dei punti centrali all’ordine del giorno”, spiega ancora Chiarot. “Come Caritas italiana, lavoriamo dal 2019 su percorsi di dialogo, pace e trasformazione del conflitto.

Un’esperienza pilota è nata proprio a Damasco, attraverso un centro per i giovani, dove cristiani e musulmani trovano uno spazio protetto e accogliente per svolgere attività insieme e costruire percorsi di pace”.

Uno dei progetti più significativi è PeaceMed, finanziato dal Ministero degli Affari esteri italiano, che coinvolge 19 Paesi del Mediterraneo, del Nord Africa e del Medio Oriente, per promuovere la pace e la trasformazione del conflitto attraverso la formazione di giovani leader.
Mentre la comunità internazionale non sa uscire dalle dinamiche perverse della geopolitica, la speranza di un futuro di pace si nutre delle piccole azioni di solidarietà quotidiana e dell’impegno costante di chi opera sul campo.

In questo senso si declina l’impegno di Caritas italiana in Siria e nei Paesi limitrofi, con tre operatori sul campo in Siria e Giordania e volontari del servizio civile in Giordania. Gli ambiti di intervento sono i seguenti: assistenza umanitaria di urgenza (generi di prima necessità, alloggio, salute), riabilitazione e ricostruzione, principalmente in Siria (attività economiche, scuole, case), pace e riconciliazione, in particolare rivolto ai giovani. Solo nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati realizzati 7 progetti, per un budget complessivo di oltre 3,6 milioni di euro spesi in Siria.

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Fonte: Sir