Ucraina, Grandi (Unhcr): “Se venisse meno la solidarietà, la crisi si trasformerebbe in catastrofe”
L’Alto Commissario Onu per i Rifugiati fa il punto della situazione ed elogia il livello di solidarietà internazionale, che “dovrebbe essere d’esempio per tutte le crisi di rifugiati”. Il timore di rischi per la protezione di alcune persone: “Servono misure contro la violenza di genere, lo sfruttamento e il traffico di donne. Riconosciamo anche che i minori non accompagnati e separati ed i rifugiati Lgbtiq+ hanno esigenze specifiche”
“Dal 24 febbraio, milioni di persone vivono l’orrore della guerra in Ucraina. In un mese, molti civili hanno perso la vita e altre migliaia sono rimasti feriti. Le famiglie sono state distrutte. Senza la cessazione immediata dei combattimenti, questa indicibile sofferenza e la migrazione forzata di massa potranno solo peggiorare”. E’ quanto afferma l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, che ricorda come quasi un quarto della popolazione dell’Ucraina – più di 10 milioni di persone – sia stato costretto ad abbandonare le proprie case. “Circa 3,7 milioni di persone sono state costrette a fuggire dal paese, rendendo questa la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla seconda guerra mondiale – afferma Grandi -. Altri 6,5 milioni di persone sono state sfollate all’interno dei confini dell’Ucraina, e si stima che almeno 13 milioni di persone siano bloccate nelle aree colpite o impossibilitate a partire a causa di rischi altissimi per la sicurezza, della distruzione di ponti e strade, nonché della mancanza di risorse o informazioni su dove trovare sicurezza e riparo. Dietro queste cifre si nasconde una sofferenza inimmaginabile che cresce solo con l’aumentare dei bisogni umanitari. I combattimenti incessanti continuano a provocare fughe su larga scala, esacerbando la condizione sia degli sfollati interni che di coloro che non riescono a fuggire dalle aree più colpite”.
Continua Grandi: “Case, scuole, ospedali, servizi essenziali e altre infrastrutture civili sono state distrutte, riducendo le persone a bere acqua piovana e neve, decimando le forniture di cibo e medicine. È più che mai urgente che vengano aperti all’interno dell’Ucraina, passaggi sicuri e garanzie di sicurezza adeguate per l’evacuazione dei civili. Senza di essi la distribuzione di aiuti salvavita continua ad essere rischiosa ed estremamente difficile”.
L’Unhcr è in Ucraina da 30 anni e non se ne andrà. “Quando e dove possibile, insieme e in coordinamento con altre organizzazioni delle Nazioni Unite, il Comitato internazionale della Croce Rossa e le organizzazioni non governative, continuiamo a sostenere gli sforzi delle autorità ucraine fornendo alloggi di emergenza, assistenza in denaro, articoli di assistenza di base – da coperte e kit igienici a letti pieghevoli e sacchi a pelo – e altri servizi essenziali per coloro che sono stati costretti a fuggire. Stiamo contribuendo ai convogli umanitari destinati alle persone in zone difficili da raggiungere, e continueremo a farlo – continua l’Alto Commissario -. Fuori dall’Ucraina, abbiamo rafforzato tutte le nostre squadre e aumentato la nostra risposta umanitaria per sostenere i governi dei paesi che ricevono i rifugiati dall’Ucraina nel fornire assistenza umanitaria e di protezione cruciali e nel sostenere le autorità ad aumentare la loro capacità di accogliere i nuovi arrivati. L’accoglienza calorosa e ben organizzata dei rifugiati ucraini è stata eccezionale e merita riconoscimento e gratitudine. Tuttavia, abbiamo segnalato la presenza di rischi per la protezione di alcune persone tra coloro che fuggono dall’Ucraina che ci preoccupano profondamente. È fondamentale che siano messe in atto misure per identificare, mitigare e rispondere rapidamente ai rischi di violenza di genere, sfruttamento, abuso e traffico di donne e ragazze. Riconosciamo anche che i minori non accompagnati e separati ed i rifugiati LGBTIQ+, più anziani o che vivono con disabilità hanno esigenze specifiche e potrebbero essere vulnerabili a maggiori rischi per la protezione. Migliaia di cittadini di paesi terzi sono fuggiti dalla guerra insieme ai cittadini ucraini, compresi alcuni che hanno bisogno di protezione internazionale o sono a rischio di apolidia. Molti hanno trovato sicurezza o sono tornati nei loro paesi d’origine; tuttavia, ci arrivano segnalazioni continue di trattamenti iniqui o discriminatori”.
Per Grandi, “anche un solo caso di razzismo o discriminazione che impedisca a chiunque di fuggire dalla violenza o di accedere all’asilo e alla sicurezza è un caso di troppo. Continueremo a lavorare con le autorità in Ucraina e nei paesi confinanti per garantire che a tutti coloro che fuggono dalla stessa violenza e dalla tragedia della guerra in Ucraina, sia offerta la medesima sicurezza e protezione. Sono grato ai paesi vicini per aver mantenuto le frontiere aperte, e accolgo con favore la decisione senza precedenti dell’Unione europea di offrire una protezione temporanea alle persone in fuga dall’Ucraina. Sono anche commosso dalla straordinaria compassione dimostrata dai soccorritori locali e dai sostenitori globali che aiutano coloro che fuggono dal conflitto, sotto forma di alloggio, trasporto, cibo e donazioni finanziarie e materiali. Questo sostegno e questa solidarietà dimostrati dagli stati e dalle persone in tutta Europa e nel mondo sono stati incredibilmente incoraggianti”.
Per l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, “questo livello di solidarietà dovrebbe essere d’esempio per tutte le crisi di rifugiati. Anche qualora la crisi ucraina si intensificasse, non dobbiamo dimenticare gli altri milioni di bambini, donne e uomini costretti a fuggire a causa di conflitti, persecuzioni, violenze e abusi dei diritti umani. In molte altre regioni del mondo – fin troppe – la devastazione inflitta a milioni di persone innocenti non è meno reale né meno crudele. Il diritto di chiedere e ottenere asilo è universale. Non è condizionato dal colore della pelle, dall’età, dal sesso, dal credo o dal luogo di nascita. Il rispetto dei diritti dei rifugiati non può essere soggetto a interpretazione o negoziazione”.
“Questa crisi ci metterà alla prova – conclude Grandi -. La capacità dei paesi vicini di accogliere i rifugiati è già sotto pressione. Un conflitto prolungato caratterizzato dalla brutale mancanza di rispetto del diritto umanitario internazionale che abbiamo osservato nell’ultimo mese può uccidere, terrorizzare e costringere a fuggire altri milioni di persone. L’unico modo per risolvere questa crisi è porre fine alla guerra. Tuttavia, fino a quando continuerà a crescere il numero di coloro che fuggono, sia loro che le persone che li ospitano hanno bisogno di e meritano il nostro sostegno. Sarà necessario fare di più – per gli stati, per i rifugiati, per le comunità locali – ed esorto la comunità internazionale a garantire che ciò avvenga”.
“La guerra in Ucraina ha generato enormi sofferenze, ma ha anche ispirato atti di grande coraggio, generosità e compassione. Assicurare un sostegno continuo alle sue vittime innocenti è essenziale se vogliamo evitare che questa crisi si trasformi in una catastrofe”.