Idee

Preso a calci e sputi perché ebreo. La vicenda del bambino di 12 anni aggredito a Campiglia Marittima (Livorno) irrompe alla vigilia del Giorno della Memoria che si celebra domani 27 gennaio. "L’antisemitismo oggi in Italia - dice Milena Santerini, la Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio - è in crescita ma il problema non è tanto quantitativo quanto il fatto che il fenomeno sia più diffuso, visibile e normalizzato". Il pericolo oggi si presenta con il volto dell’“antisemitismo light”, fatto di pregiudizi, stereotipi, disprezzo e derisione

Nel mondo sono 360 milioni le persone che vivono un alto livello di persecuzione per la loro appartenenza religiosa: quella cristiana. Il dato più alto degli ultimi 29 anni, cioè da quando l’organizzazione Porte aperte/Open doors stila la propria World watch list, presentata nell’edizione 2022 il 20 gennaio alla Camera dei Deputati. 

Intervista a Aldo Ferrari, dell'Università Ca' Foscari di Venezia: “La guerra non dovrebbe scoppiare perché non ce ne sono ragioni e interessi oggettivi. Però, attenzione, ci sono tanti casi di guerre che sono scoppiate in maniera irrazionale. Pensiamo alla Prima guerra mondiale quando saltò tutta l’Europa per nulla. Credo quindi che in questa situazione la risposta peggiore sia quella di alzare il livello dello scontro e della contrapposizione"

Come può la Chiesa di Padova migliorare il proprio modo di comunicare? Il tema, che implica molteplici aspetti quali il linguaggio utilizzato, la soglia di attenzione e il coinvolgimento emotivo di chi riceve la comunicazione, è stato al centro dell’ultimo incontro di formazione per la Commissione preparatoria del Sinodo diocesano e aperto anche a direttori e responsabili di uffici e servizi diocesani.

“Oltre che essere un elogio della virtù dell’ascolto, è anche una forte provocazione per quanti sono impegnati nel mondo della comunicazione. È inutile negarlo: viviamo in una società ipertrofica in cui il profluvio di parole rischia di farne perdere il significato. Siamo assuefatti a narrazioni continue che, alla fine dei conti, annebbiano il volto dell’altro, perché ridondanti o compiacenti ai nostri desideri”. 

Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, commenta per il Sir il messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: "Ascoltare significa uscire da se stessi. Il cuore aperto è il migliore antidoto al pensiero unico"