La giungla degli affitti. Sono tante le situazioni in cui ci possiamo trovare ad affrontare l’affitto di una casa
Un costo che in certi casi si può in parte ammortizzare grazie ad alcuni sgravi fiscali concessi dallo Stato. Ma a condizioni particolari

Non avere una casa di proprietà e trovarla in affitto; trasferirsi in altra città e cercare la stessa soluzione; avere un figlio che frequenta l’università lontano da casa… Sono tante le situazioni in cui ci possiamo trovare ad affrontare l’affitto di una casa; un costo che in certi casi si può in parte ammortizzare grazie ad alcuni sgravi fiscali concessi dallo Stato. Ma a condizioni particolari: vediamo quali.
Nel caso di locazione a canone libero (il cosiddetto 4+4), la detrazione concessa è di 300 euro se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro; di 150 euro se non supera i 30.987,41 euro. Nel caso invece di contratto a canone concordato, la detrazione sarà di 495,80 euro se il reddito complessivo non supera la prima soglia; 247,90 euro se non supera la seconda soglia di cui sopra. In entrambi i casi è necessario stabilire la residenza nell’appartamento affittato.
Se alla data della stipola del contratto l’inquilino non ha ancora superato la soglia di 31 anni d’età e abbia un reddito non superiore a 15.493,71 euro annui, la detrazione è pari al 20% del canone concordato e può arrivare fino a 2mila euro. Se il canone d’affitto fosse inferiore a 4.958 euro annui, la detrazione allora è forfettaria ed è pari a 991,60 euro. Si ha diritto a tale detrazione fino al compimento del 31° anno d’età.
Capitolo studenti universitari fuori sede, cioè con l’università ubicata in un Comune diverso da quello di residenza e distante almeno 100 km e comunque in una provincia diversa. In questo caso la detrazione è del 19% fino ad un massimo di spesa di 2.633 euro annui. Anche l’iscrizione in un Conservatorio è equiparata a quella universitaria.
La detrazione può essere sfruttata dai genitori se il figlio è fiscalmente a carico.
Infine, i benefici per chi si trasferisce e stipula un contratto di locazione per ragioni di lavoro. Deve anche spostare la residenza nel Comune ove lavora o in quelli limitrofi: comunque si tratta di 991,60 euro annui se il reddito complessivo non supera i fatidici 15.493,71 euro; di 495,80 euro se non si superano i 30.987,41 euro. È una detrazione a tempo: vale solo per i primi 3 anni dal cambio di residenza.
Quella sovradescritta appare semplicemente come una giungla birmana con cifre cervellotiche e regole che alla fine quasi nessuno conosce. Peccato.