Forse è tempo, anche per noi credenti, di portare tutto al cuore: progettualità, sogni, speranze, passioni apostoliche e nuove avventure di carità guidate dalla fantasia dell’evangelizzazione. Proviamo a ritornare al cuore e ritroveremo la sorgente della fede che quel giovane discepolo aveva sentito battere ad un ritmo diverso da tutti gli altri. Ascoltiamo il ritmo del cuore di Gesù e su questo ritmo sintonizziamo il nostro
Chiesa nel mondo
Il Sinodo ci spinge a essere chiesa come Bartimeo, afferma Francesco, che sentendo il Signore che passa “avverte il brivido della salvezza e si lascia svegliare dalla potenza del Vangelo”
Il Santo Padre ha presieduto la messa a conclusione del Sinodo sulla sinodalità tracciando l'identikit della Chiesa sinodale. "Una Chiesa in piedi", che raccoglie il grido dell'umanità e non cammina "secondo i criteri del mondo". "Il Signore lo si segue lungo la strada, non nei labirinti delle nostre idee".
Quando una coppia scopre di non poter concepire naturalmente un figlio si trova di fronte ad un vero e proprio scandalo, nel senso etimologico, un sasso di inciampo
Monsignor Rino Fisichella, responsabile dell’Anno santo che il Papa aprirà nella notte di Natale, spiega il significato di questo tempo speciale
Sabato 23 novembre 2024 alle ore 10.00 al vicariato di Roma, nell'imminente Giubileo ordinario 2025 della Chiesa, verrà presentato da mons. Dario Gervasi, vescovo ausiliare di Roma e direttore Ufficio per la pastorale familiare il Cammino giubilare con i Beltrame Quattrocchi.
Papa Francesco, a 50 anni dal Convegno sui "mali di Roma", ha chiesto alla sua diocesi di "seminare speranza", anche in vista del Giubileo ormai imminente. "Il povero non può essere un numero, la povertà è un'urgenza ecclesiale". "Un cristiano che non si fa vicino, non è compassionevole e non è tenero non è un cristiano". Serve "una rete sociale solidale nella città".
“Ricucire lo strappo: oltre le disuguaglianze”: è questo il tema dell’assemblea diocesana di Roma a conclusione del percorso portato avanti a partire da febbraio in occasione del 50° anniversario del convegno sui “Mali di Roma”. E quale posto migliore se non Corviale e il suo palazzo, quale per affrontare il tema delle disuguaglianze. Ne abbiamo parlato con don Gabriele Petreni, della Fraternità dell’Incarnazione, che proprio a Corviale vive ed opera, offrendo uno spazio di preghiera, vicinanza e ascolto per la popolazione del palazzo lungo un chilometro
Don Roberto Cassano è da nove anni parroco della chiesa di San Paolo della Croce a Corviale, una parrocchia che ha quarant’anni, l’età del palazzo che le scorre dietro per un chilometro. Con lui affrontiamo i problemi del quartiere alla luce del cammino, alla vigilia dell’assemblea diocesana di Roma “Ricucire lo strappo: oltre le disuguaglianze” che chiude il percorso portato avanti a partire da febbraio in occasione del 50° anniversario del convegno sui “Mali di Roma” del 1974
Oggi la diocesi di Roma celebrerà l’assemblea con il suo vescovo, papa Francesco, come momento conclusivo del programma di celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del convegno “La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella città di Roma”, che si tenne dal 12 al 15 febbraio 1974 ed è passato alla storia come convegno sui “mali di Roma”
Si conclude il percorso “(Dis)uguaglianze”, portato avanti in occasione del cinquantesimo anniversario del convegno sui “mali di Roma” del 1974. Nell’assemblea della diocesi di Roma alla basilica di San Giovanni in Laterano con Papa Francesco e il vicario generale Baldo Reina si fa sintesi del cammino compiuto in questi ultimi mesi. È proprio mons. Reina che abbiamo raggiunto a Corviale, al termine di una celebrazione eucaristica, a raccontarci l’eredità di quell’importante convegno che diede una scossa alla città di Roma
“L’Enciclica offre la chiave di lettura dell’intero magistero di questo Papa, come ci fa capire lui stesso”.
“Il Cuore di Cristo, che simboleggia il suo centro personale da cui sgorga il suo amore per noi, è il nucleo vivo del primo annuncio. Lì è l’origine della nostra fede, la sorgente che mantiene vive le convinzioni cristiane (Dilexit nos, 32)”. Queste parole contenute nella nuova Enciclica di Papa Francesco sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù sono la perfetta sintesi di tutto l’annuncio cristiano e rappresentano un programma da seguire per la Chiesa del nostro tempo.
“Ciò che questo documento esprime ci permette di scoprire che quanto è scritto nelle Encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune”. Papa Francesco sintetizza così il sintetizza il “filo rosso” che lega la sua quarta enciclica a tutto il suo magistero. Un invito a "ritornare al cuore", in una società liquida e sconvolta dalle guerre
Chiaretto Yan, da Shanghai, professore del seminario nazionale di Pechino e autore di libri dedicati alla Chiesa cattolica in Cina, commenta per il Sir il rinnovo dell’Accordo Santa Sede-Cina: ha fornito – dice - “un quadro incentrato principalmente sulla nomina dei vescovi in Cina, una questione controversa che era stata un ostacolo nelle relazioni tra il governo cinese e la Santa Sede”. Questo quadro “potrebbe essere migliorato nel tempo” ma il fatto che si sia deciso di prorogarlo non più per due ma per quattro anni è segno che “è maturata una fiducia reciproca e il dialogo si prosegue stabilmente”.