I bambini di Betlemme raccontano la loro quotidianità tra muri, check-point e restrizioni. Le lettere scritte a Papa Francesco e cartelli di accoglienza ai pellegrini esprimono il desiderio di pace. Suor Lucia Maule dell’istituto “Effetà” denuncia le difficoltà crescenti per gli studenti sordi a raggiungere la scuola, mentre la crisi economica e le tensioni in Cisgiordania aggravano la situazione. Nonostante tutto, la comunità cristiana continua a sperare in un futuro migliore
Chiesa nel mondo
“I confessori siano un vero segno della misericordia del Padre. Non ci si improvvisa confessori. Lo si diventa quando, anzitutto, ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di perdono”.
“Dio vuole che la sua umanità si nutra” di “sogni” che “ci portano ad aspirare continuamente all’equità e alla giustizia, a non dimenticare nessuno dei più poveri, a considerare quei beni che Dio ci ha dato come risorse da condividere”.
La Chiesa messicana affronta l’emergenza migranti al confine con gli Stati Uniti, tra espulsioni e militarizzazione. Mons. Lira denuncia un “dialogo asimmetrico” con Washington e rilancia l’impegno per accoglienza, diritti e integrazione. Aumentano famiglie in fuga, strutture al limite
Parlano i giovani ucraini dell’incontro che sabato 1° febbraio hanno avuto in collegamento online da casa Santa Marta con papa Francesco. Sofia ha 17 anni. “Mi ha colpito molto – dice al Sir – il fatto che, mentre parlava, il papa aveva nelle mani un Vangelo di un giovane soldato ucraino”, morto ad Avdiivka. “E ci ha anche mostrato il suo rosario, che ha chiamato una reliquia. Ci ha detto che questo rosario è oggi sulla sua scrivania e tutti i giorni prega. Questo significa che noi non siamo dimenticati da papa Francesco, ma ci ricorda ogni giorno”
“Cercheremo di coinvolgere il più possibile il mondo esterno negli eventi che organizzeremo”, ci dice l’ispettore generale dei cappellani. “Ogni mese distribuito un foglio di catechesi in tutti gli istituti. Questo è un modo anche per vivere insieme un cammino unitario, che ci porterà poi a celebrare il 14 dicembre il Giubileo dei detenuti”
“La visita di Papa Francesco a Cinecittà – che lo vedrà anche passare accanto al Teatro 5, dove Fellini amava girare – ci richiama direttamente a questi episodi del passato e, allo stesso tempo, indica una via per il futuro: la necessità di riflettere e ripensare le sfide che la Chiesa indica come urgenti per il mondo degli artisti e della cultura in generale”. A spiegarlo al Sir è mons. Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che, in vista del Giubileo degli artisti – durante il quale Bergoglio si recherà negli “studios” della Capitale – ripercorre il rapporto tra i papi e il cinema, soffermandosi sul modo del tutto peculiare con cui Papa Francesco lo interpreta
“Ancora oggi, la vita di milioni di bambini è segnata dalla povertà, dalla guerra, dalla privazione della scuola, dall’ingiustizia e dallo sfruttamento”.
Senza prudenza, anche le migliori intenzioni o il possesso delle altre virtù possono essere mal orientate o mal applicate
Dio è presente in mezzo al suo popolo, afferma il Papa, “non perché abiti tra quattro mura, ma perché vive come uomo tra gli uomini
Il “Consiglio dei Giovani del Mediterraneo” riunito il 30 gennaio a Roma ha preso a cuore il tema dell’accoglienza
Ad un sacerdote che varca la porta di un nucleo famigliare è richiesto un grande equilibrio e rispetto
Repubblica Democratica del Congo. Un milione di euro per l’emergenza
Pellegrinaggi diocesani, ritiri di preghiera, incontri e festival giovanili. Così i cristiani pakistani, una minoranza vitale e vivace su 224 milioni di abitanti, hanno intenzione di celebrare il Giubileo. Intervista al nunzio in Pakistan, l'arcivescovo Germano Penemote, che auspica di "avviare il dialogo per un riconoscimento giuridico della Chiesa in virtù delle sue apprezzabili attività, in favore della comunità nazionale”
Pellegrino è chi si mette in cammino cercando di abbracciare la gente che incontra, come spiega padre Stefano Camerlengo, missionario del Pime, parlando del suo impegno tra villaggi lontani nel Nord della Costa d’Avorio. “La speranza – afferma a 'Popoli e Missione' – è prima di tutto presenza”