Chiesa nel mondo

“Ognuno di voi è impegnato nel proprio territorio, ha le sue radici nella formazione cristiana. La prospettiva più ampia che ci accumuna è il bene del Paese, dell’Europa, del mondo. A questa ampiezza ci richiama la Dottrina sociale della Chiesa” a cui hanno attinto diversi “uomini e donne che hanno dato il loro prezioso apporto di pensiero e impegno, con sacrificio e alle volte martirio”. 

Dall’8 al 12 febbraio una delegazione della Cei è stata ad Abu Dhabi per l’incontro “Formazione e scambi nel contesto del Documento sulla fratellanza umana e delle sue ricezioni”. Il viaggio di formazione è stato organizzato dall’Ufficio per il dialogo interreligioso ed ecumenico della Cei e del Vicariato apostolico dell’Arabia meridionale, dalla Chiesa di San Francesco e dalla Abrahamic Family House. Mons. Derio Olivero: “Essere qui ad Abu Dhabi e in particolare nella Abrahamic Family House, è essere dentro un sogno che prende corpo. Penso che per tutti noi sia importante essere qui perché è vedere che è possibile credere che le religioni possono diventare fermento di fraternità e possono convivere con un comune desiderio: stare nello spazio pubblico insieme per essere un germe di coesione sociale”.

Il Santo Padre ha lasciato anche oggi la lettura del testo della catechesi a don Pierluigi Giroli, fatta eccezione per la sintesi e i saluti in spagnolo e i saluti ai fedeli di lingua italiana. Al termine, un ennesimo appello per la pace.

“Accogliendo le petizioni e i desideri di pastori, di religiose e religiosi, come di associazioni di fedeli, considerato l’influsso esercitato dalla spiritualità di santa Teresa di Calcutta in diverse regioni del mondo”, il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha disposto che il nome di santa Teresa di Calcutta “sia iscritto nel Calendario Romano Generale e la sua memoria facoltativa sia celebrata da tutti il 5 settembre”.

In occasione della Giornata del malato, Brescia rilancia “Insieme si cura”, progetto nato dalla collaborazione tra diocesi, istituzioni e realtà sanitarie per garantire assistenza ai più fragili, inclusi i senza dimora. Il personale medico va direttamente nei luoghi dove vivono per offrire supporto sanitario. Un’iniziativa scelta come opera segno del Giubileo bresciano, simbolo di una città inclusiva che non lascia indietro nessuno

Don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute della Cei, riflette sul legame tra speranza e malattia: “La sofferenza spinge a cercare un senso e, spesso, a riscoprire Dio. Curare non è solo guarire: servono tempo, relazioni, vicinanza”. Critico il modello sanitario attuale, troppo orientato alla prestazione: “Dobbiamo restituire centralità ai malati e ai curanti, sostenendoli con preghiera e riconoscimento concreto”

È arrivata a Kharkiv in questi giorni una nuova spedizione di aiuti di Papa Francesco, organizzata dal Dicastero per il Servizio della Carità in collaborazione con la comunità greco-cattolica ucraina di Roma. Suor Olexia Pohranychna, della Congregazione delle suore greco-cattoliche di San Giuseppe, afferma: “Questi aiuti ci dicono che, anche se non è fisicamente qui, il Papa è con noi. Ci raggiunge persino in questi luoghi colpiti ogni giorno da missili, bombe telecomandate e droni. Per questo lo ringraziamo di cuore”