Una speranza da comunicare, la sfida delle Chiese nel mondo

Il Giubileo del mondo della comunicazione - il primo degli appuntamenti del calendario dell'Anno Santo in programma dal 24 al 26 gennaio - è un’occasione preziosa di confronto sui molteplici e complessi aspetti della comunicazione e di rilancio di un impegno comune, di un lavoro in rete, con attenzione costante alle relazioni, alle persone e alle comunità, da accompagnare e promuovere. Proprio in questa direzione la Chiesa si sta muovendo non solo in Europa ma in tutti i continenti, di fronte anche alle sfide delle nuove tecnologie.

Una speranza da comunicare, la sfida delle Chiese nel mondo

Il Giubileo del mondo della comunicazione – il primo degli appuntamenti del calendario dell’Anno Santo in programma dal 24 al 26 gennaio – è un’occasione preziosa di confronto sui molteplici e complessi aspetti della comunicazione e di rilancio di un impegno comune, di un lavoro in rete, con attenzione costante alle relazioni, alle persone e alle comunità, da accompagnare e promuovere.

Proprio in questa direzione la Chiesa si sta muovendo non solo in Europa ma in tutti i continenti, di fronte anche alle sfide delle nuove tecnologie.

“Una voce di speranza per la dura realtà che molti Paesi dell’America Latina e dei Caraibi stanno vivendo”. Così mons. Daniel Francisco Blanco, vescovo ausiliare di San José de Costa Rica, ha sottolineato l’importante ruolo della Reclac – Rete ecclesiale dei comunicatori dell’America Latina e dei Caraibi – un’organizzazione nata lo scorso luglio per avviare un lavoro coordinato tra il Celam -Consiglio episcopale latinoamericano, le Conferenze episcopali e altre organizzazioni ecclesiali del continente. Un progetto che offre nuove opportunità di impatto comunicativo, favorendo sinergie in prospettiva sinodale.

Progettare un’azione sinergica di potenziamento del settore delle comunicazioni sociali per il futuro è stato anche l’obiettivo dell’incontro che tenutosi a Lagos, in Nigeria a novembre 2023, in occasione del 50.mo anniversario del Comitato episcopale panafricano per le comunicazioni sociali (Cepacs). Per tre giorni nella capitale nigeriana vescovi e professionisti dei media si sono confrontati su come attualizzare la presenza della Chiesa nel mondo digitale e multimediale. “Il cardinale Fridolin Ambongo – arcivescovo di Kinshasa e presidente del Secam – ha ribadito che grazie a questa sinergia anche nell’ambito della comunicazione “La nostra Chiesa può essere davvero una Chiesa di speranza. La Chiesa in Africa è una Chiesa che respira e può aiutare a respirare e rianimare la Chiesa universale”.

A novembre 2024 si è svolta a Bangalore, in India, la conferenza “Illuminaire 2024: Nurturing Digital Stewardship”, una conferenza nazionale per i comunicatori cattolici di tutto il Paese. L’evento è stato organizzato dai salesiani di Don Bosco in collaborazione con il Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, il Dipartimento per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale dell’India (Cbci), la Conferenza dei vescovi cattolici dell’India (Ccbi), la Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia (FABC) e dei Religiosi cattolici dell’India. Anche con workshop pratici sono stati affrontati temi come il discernimento digitale, le opportunità offerte dai social media, il benessere digitale, e l’uso dell’intelligenza artificiale.

I percorsi, le modalità, le esperienze sono diverse a seconda dei contesti ma per la Chiesa è sempre più forte la volontà e la necessità di frequentare e muoversi sempre meglio nella galassia della comunicazione in tutte le sue articolazioni, raggiungendo il maggior numero di persone. Uno dei media che ha sempre avuto grandi potenzialità come mezzo di comunicazione popolare per la promozione sociale e umana è la radio. Uno strumento per far sentire anche nei luoghi più sperduti la voce di tutti, sensibilizzare l’opinione pubblica, favorire una partecipazione consapevole e anche richiamare le istituzioni alle loro responsabilità.

Con questa consapevolezza nel 1965 in Messico nasce Radio Huaya, un’emittente comunitaria, la più antica del Messico, avviata per raggiungere i contadini in condizione di povertà ed emarginazione. Dal 1973 i gesuiti hanno ampliato il piano educativo che trasmette da Huayacocotla, a 2.200 metri di altitudine, in 4 lingue: spagnolo, nahuatl, otomì e tepehuas. “Prima della radio tanti problemi sembravano irrisolvibili” racconta un capo villaggio. “Ma poi la radio è diventata la nostra voce e ci ha permesso di ottenere risultati concreti migliorando la vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità e soprattutto ci siamo resi conto del grande potere della parola popolare quando si fa sentire”.

È stato così possibile tenere unite e restituire la parola alle comunità indigene, migliaia di persone di oltre 1.300 villaggi e 140 municipi, riuscendo anche ad ottenere la restituzione di 5.000 ettari di terre sottratte ai contadini.

Sempre come strumento di servizio per la comunità locale nella diocesi di Sicuani in Perù è stata avviata “Radio Santo Tomas”, una piccola emittente comunitaria diocesana in una zona rurale sulle Ande. La popolazione è composta per lo più da contadini, pastori, spesso in luoghi isolati. Sia a livello informativo che formativo è di grande utilità e stimolo. Le trasmissioni sono in lingua nativa quechua e in spagnolo e durante il periodo del covid sono state fondamentali in un contesto dove internet non è diffuso: il 90% della popolazione non è raggiunta oppure il segnale offre una navigazione molto lenta. Sono stati formati specialisti della comunicazione, in particolare giovani, che organizzano e realizzano i diversi programmi. Molto seguito è un programma specifico sui temi socio-ambientali – in particolare su cambiamenti climatici, uso sostenibile delle risorse ed energie rinnovabili – che si ispira ai temi della “Laudato Si’.

Sviluppo sostenibile, diritti, cittadinanza, dignità, diversità, sono anche le principali parole d’ordine di “Radialistas Apasionadas y Apasionados”. “Non è un’emittente – spiega il coordinatore José Ignacio Lopez Vigil – ma un centro di produzione di programmi radiofonici a contenuto sociale e educativo, distribuiti gratuitamente in tutta l’America Latina”L’associazione senza scopo di lucro è nata nel 2001 a Quito e nel 2016 ha realizzato “Laudato si’. Sobre el cuidado de nuestra Casa común” prodotta dalla Red eclesial panamazónica (Repam) per sottolineare l’urgenza di un cambiamento radicale. Sono 20 puntate, ciascuna di 10 minuti, in cui san Francesco d’Assisi, tornato sulla terra, dialoga con gli elementi del creato, viaggia in diversi Paesi e sperimenta i danni che continuano a essere fatti alla nostra casa comune e i rischi per il futuro dell’umanità.

La stessa idea di racconto a puntate ha ispirato la realizzazione di un programma radio-TV- denominato Bridsoukou (“Improvviso”), nell’arcidiocesi di Port-au-Prince, ad Haiti. Inserito nel palinsesto di Radio Soleil, storica radio diocesana, il programma ha puntato a creare una coscienza civica nella popolazione. “Non si nasce cittadino, ma si diventa” con questo slogan, con la partecipazione di 18 attori, sono state realizzate 75 puntate centrate su messaggi di speranza, di pacificazione e di solidarietà, prevalentemente rivolte ai giovani, in un momento particolarmente difficile, con il prevalere della criminalità e di un’insicurezza generalizzata. “Viviamo in una situazione davvero eccezionale – sottolinea il coordinatore del progetto, padre Hubert Mésidor. “Le bande armate sono ovunque… siamo in una situazione di stress costante… Anche io sono stato rapito da questi criminali che per fortuna mi hanno poi rilasciato. Le bande, approfittando della disperazione, offrono ai giovani più poveri del denaro, e questi ne sono attratti. Ecco perché oggi più che mai c’è bisogno di remare controcorrente, di diffondere modelli alternativi, di far capire ai ragazzi che ci sono altre opportunità e che, nonostante le ferite lasciate dalla violenza è possibile per ricostruire un futuro”.

Sono solo alcuni degli innumerevoli esempi di una comunicazione che alimenta pace e speranza, sempre legata a progetti comunitari, che la Chiesa continua a diffondere in tutto il mondo grazie anche all’impegno di moltissimi operatori della comunicazione, dando concretezza all’esortazione del Papa che per la 59ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ha indicato come tema “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cf. 1Pt 3,15-16)”. Una speranza che siamo invitati a comunicare con le parole e con i fatti, con la capacità di guardare e dare spazio, nonostante tutto, “alle tante piccole e grandi storie di bene”.

Proprio con questo obiettivo la Chiesa italiana dal 1991, grazie ai fondi dell’8xmille, in 72 Paesi con 178 milioni di euro ha sostenuto 1.616 progetti rivolti in modo specifico alla comunicazione.

Ferruccio Ferrante

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Fonte: Sir