“Non basta una economia green per avere una economia di Francesco. Occorre anche l’inclusione dei poveri, il protagonismo dei giovani, la coltivazione della vita interiore”.
Idee
Lo dice in una nota Bruno Molea, presidente dell'Associazione italiana cultura sport, tra i primi enti di promozione sportiva del Paese, nel commentare la nuova stretta sullo sport prevista dal Dpcm del 24 ottobre
Tre podcast per raccontare il lockdown e le conseguenti difficoltà con gli occhi di chi ogni giorno si occupa di persone fragili. Fanno parte di un ciclo di dieci podcast promosso dal Cnca e intitolato “Le voci dell’accoglienza”
Se nella prima fase era praticamente inevitabile distribuire aiuti a pioggia, adesso gli interventi di sostegno e di ristoro devono essere modulati con molto più discernimento.
Contributo demografico, contributo economico sono due aspetti che ci dicono che sarebbe intelligente proporre una vera politica di integrazione che abbandoni le retoriche.
La politica è richiamata con forza a un sussulto di responsabilità rispetto a quell’“alfabeto del futuro” che economia e tecnologia hanno iniziato a scrivere.
Non dimentichiamo che i giovani hanno bisogno di andare a scuola e incontrarsi.
Dobbiamo tutti abituarci – riabituarci – all’idea che si possa vivere più o meno normalmente senza però accalcarci come sardine in un centro commerciale.
Da una parte la necessità di arginare il virus, dall'altra il bisogno degli adolescenti di “tornare a muoversi nella loro dimensione, tra trasgressione e senso del limite. Hanno saputo accettare le regole e adattarsi alla scuola dei protocolli. Ma ora rischiano di diventare tristi: la scuola è fattore di protezione, non possiamo rendere di nuovo i giovani invisibili”
L'enciclica. Padre Francesco Occhetta e il prof. Stefano Allievi commentano il documento, complesso, di papa Francesco. Dalla necessità di meditare il testo per superare facili slogan al rischio dell'"occidentocentrismo"
L’addio a Mario Stramazzo. Alla Difesa scoprì la scrittura e diventò ambasciatore del nostro territorio e delle sue eccellenze, generando un universo di relazioni
La prematura scomparsa del due volte consigliere regionale Claudio Sinigaglia ha lasciato sgomento tanto il mondo politico quanto la cittadinanza che lo aveva conosciuto prima come vicesindaco della Città del Santo.
Tra il 2014 e il 2019, il fatturato del gioco d'azzardo in Italia è passato da 84,5 a 110,5 miliardi di euro. Una crescita del 30%! Tra i dati, emerge che un esiguo numero di persone soffre di una vera e propria malattia: il disturbo da gioco d’azzardo. A ben vedere, l’industria dell’azzardo proprio su di loro fa la sua fortuna. E, allora, non si può parlare di effetto “collaterale”. Ma dietro i numeri, ci sono tante storie drammatiche - personali e familiari - che parlano di rovina, di criminalità, di vergogna, ma anche della progressiva quanto subdola instillazione della "cultura del gioco d'azzardo" in atto da decenni nel nostro Paese. Eppure durante il lockdown l’industria dell’azzardo, inevitabilmente, si era fermata: l’aspetto più interessante è che i giocatori, in un ambiente “azzardo free”, non sono andati in astinenza, anzi, sono stati bene. Di questo parliamo con la psicologa e psicoterapeuta Daniela Capitanucci e il giornalista Umberto Folena, autori del libro “Perché il gioco d’azzardo rovina l’Italia”, in libreria dall’8 ottobre
"Un messaggio fuorviante che non fa percepire la realtà e il valore della posta in gioco”. In un'intervista al Sir la psicoterapeuta liquida senza giri di parole la determina Aifa che ha liberalizzato la vendita della EllaOne anche alle minorenni. L'esperta mette in guardia dal rischio che il suo utilizzo diventi "la norma", creando nelle adolescenti una sorta di "dissociazione" da quello che fanno e di "anestesia delle emozioni e del proprio mondo interiore". E conclude: "E' lo specchio di una società che ha rinunciato a educare"
“La storia della discussione sull’eutanasia negli ultimi quarant’anni mostra che i criteri per eseguire l’eutanasia sono stati ampliati sempre di più. Ora non si chiuda il cerchio. Non si faccia l’ultimo passo, il che renderebbe l’eutanasia applicabile a tutte le età”.