Francesco Sisci spiega l’importanza del rinnovo dell’Accordo tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei vescovi: “È un momento di grande tensione internazionale intorno alla Cina e il rinnovo di questo Accordo fa sperare che ci possa essere una possibilità per stemperare le tensioni in atto ed evitare un peggioramento dei rapporti internazionali. Questo rinnovo dice al mondo che con la Cina si può parlare. Certo, non è un Accordo ideale, non ci troviamo in una situazione idilliaca ma proprio per questo, è tanto più importante essere riusciti a fare dei passi avanti”
Idee
Spuntano in un documentario e fanno improvvisamente il giro del mondo alcune parole di Francesco registrate in un’intervista di 18 mesi fa: la notizia c’è tutta, ma fra traduzione, contesto, clip tagliate e un montaggio spregiudicato le cose non stanno esattamente come sembra
“La scuola non può pagare il prezzo della risalita dei contagi: in tutti gli istituti stiamo rispettando le regole anti Covid, con grandi sacrifici, e chiudere nuovamente la scuola, oggi, con questo tasso di pericolosità, vorrebbe dire che questo sforzo è stato inutile. Sicuramente ci sono altre soluzioni, come la didattica mista, che permetterebbe di limitare gli spostamenti e allo stesso tempo di non far perdere il contatto umano tra docenti e alunni”.
Si è svolto ieri un confronto con diversi interventi in video conferenza, tra cui quello del presidente della Comunità di Capodarco Vinicio Albanesi che ha illustrato la necessità di cambiare radicalmente la gestione delle persone anziane, superando la tendenza all’istituzionalizzazione
"Il lockdown nel rapporto costi benefici nell’età evolutiva fa decisamente più danni del Covid. Di conseguenza, tenere aperta la scuola significa permettere ai bambini di avere meno danni, mettendo contemporaneamente all’interno della scuola un’attenzione specifica, come è stato fatto, con le norme di prevenzione per la diffusione del contagio. La scuola è diventata un luogo non solo sicuro, ma un luogo in cui viene rinforzata la norma sociale proprio nel gruppo, che frequentando la scuola riceve un addestramento all’applicazione delle regole e norme che servono per la protezione dei contagi". Parla Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, nonché ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università degli Studi di Milano
Non è una corsa ma l'attesa cresce insieme alle speranze. A dicembre, secondo il premier Giuseppe Conte potrebbero arrivare le prime dosi del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca. L'annuncio ha risollevato la fiducia di molti. "È una buona notizia – afferma Francesco Vaia, epidemiologo e direttore sanitario dell'istituto Lazzaro Spallanzani di Roma - perché la battaglia contro il virus si può combattere o con l'immunità di gregge, per la quale siamo lontani, o con il vaccino. Per noi è importante che il vaccino sia efficace e sicuro". Anche lo Spallanzani sta lavorando ad un vaccino. Dal mese di agosto infatti è iniziata la fase 1 di sperimentazione. "I primi dati – dice Vaia - saranno valutati a fine ottobre e in base a questi orienteremo i tempi. Per noi non c'è nessuna gara"
Torna a farsi critica in Italia la situazione epidemiologica per il Covid-19. Il trend in crescita di persone risultate positive, ricoveri e decessi ha reso necessari nuovi provvedimenti restrittivi nazionali, regionali e locali nel tentativo di arginare il diffondersi di nuovi contagi. Il Sir ne ha parlato con Patrizio Pezzotti, dell’Istituto superiore di sanità. Con chi quotidianamente studia i dati della pandemia nel nostro Paese, cerchiamo di capire come sta evolvendo la “seconda ondata” di contagi
La Lombardia chiede e ottiene il coprifuoco. La Campania la segue a ruota. Il Veneto lancia un nuovo Piano di salute pubblica. In rete i pronostici non sono più su un campionato che fa la conta a quale squadra scenda in campo con più riserva causa quarantena, ma su quanto manca al prossimo lockdown.
Eppure è qui il vero segreto dei Santi: che nella loro storia ci puoi mettere la tua e quella di quelli che gli assomigliano per un motivo o per un altro, e quindi puoi sperare che anche la fine, la mèta, sarà simile. Ecco perché non dobbiamo appiattirli in forme devozionali rassicuranti, ma ricordarci sempre, e ricordare alle nuove generazioni, che i Santi sono, molto semplicemente, persone come noi, che però rispetto a noi, o almeno alla gran parte di noi, hanno creduto di più all’amore del Padre. E non è poco
Medici con l’Africa Cuamm suona un campanello d’allarme perché rischiamo di dimenticarci dei più fragili in Africa. L'intervento di Chiara Scanagatta, project manager per il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana, fotografa la situazione e mette in luce i rischi per il Continente nero.
Nell'enciclica Fratelli tutti la socialità nella fede, attraverso il dialogo e l'amicizia, è un punto determinante per superare conflitti e divisioni. Intervista a Francesca Bocca Aldaqre, direttrice dell’Istituto di studi islamici Averroè di Piacenza.
«La natura arriverà prima della politica, con tempi più rapidi della nostra burocrazia!». Lo afferma Marco De Candido, un uomo vissuto tra le montagne del Cadore, nato tra quelle foreste un tempo definite “il paradiso della Val Visdende”, prima che due anni fa Vaia ne sfregiasse il nome, la dignità e la bellezza. Marco è un montanaro prestato all’industria dell’occhialeria, che però è rimasto boscaiolo nel cuore, dopo aver lavorato per un decennio tra questi boschi. Oggi il suo “nido d’aquila” di tronchi di larice che fu casa per i propri avi, funge da rifugio domenicale e domina la valle: «Qui non abbiamo giardino, perché fino a due anni fa la baita era un tutt’uno con la foresta – spiega Marco - mentre oggi è circondata da un cimitero con le ceppaie al posto delle lapidi».
Potrà la politica recuperare serietà e credibilità se neppure la gravità del Covid riesce a metterla in guardia da un’inutile resa dei conti?
Adesso è il momento di ritrovare quello spirito unitario che ha consentito al nostro Paese di fronteggiare la prima fase acuta della pandemia.
Per modificare il trend della natalità occorre partire da un punto differente: oggi se ci sono ancora figli in Italia lo dobbiamo soprattutto alle donne.