Idee

D’accordo, per il concerto che il trio Il Volo (Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone) ha registrato sabato 31 agosto, nella Valle dei Templi, per lanciare Agrigento capitale italiana della cultura 2025, l’organizzazione ha costretto gli spettatori, paganti e accaldati, a indossare abiti eleganti: camicia, giacca e pantaloni scuri per gli uomini; vestito lungo e scialle d’ordinanza per le signore. Ma almeno la sudata performance del trio verrà mandata in onda da Mediaset la sera del 25 dicembre, quando accanto ai televisori campeggeranno tavole imbandite e abeti sbrilluccicanti.

In tutta la sua tragicità, la morte di Alì Jamat un risultato positivo l’ha prodotto. Ricordate tutti la storia del giovane pakistano di 31 anni deceduto all’ospedale di Padova proprio nel giorno della nascita del suo secondo figlio, in Pakistan. La morte è avvenuta tre settimane dopo che Alì era stato investito da un’auto nella notte tra il 6 e il 7 settembre a Limena, mentre effettuava l’ultima consegna prima di rientrare a casa. 

Ad un primo sguardo, si ha l’impressione di trovarsi davanti ad una piccola navetta spaziale monoposto, una scintillante capsula aerodinamica dall’aspetto marcatamente avveniristico, come fosse pronta a spiccare il volo verso il futuro, verso nuove speranze per l’umanità. Ma è solo un’illusione. Nessun futuro e nessuna speranza per un domani migliore. Perché, in realtà, “Sarco” – termine piuttosto tetro con cui l’hanno denominata i suoi ideatori, - è una macchina capace soltanto di dare la morte, un dispositivo progettato e realizzato per attuare il suicidio assistito.