La Striscia riviera del Medio Oriente? A Trump il no del mondo. Picierno (Ue): “Piano inquietante”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi è in Terra Santa, ribadisce la posizione italiana per la soluzione "due popoli, due Stati". Sconcerto generalizzato per le parole del Presidente Usa in Egitto, Giordania, e persino in Cina e Turchia. Ma a Tel Aviv c'è chi esulta

La Striscia riviera del Medio Oriente? A Trump il no del mondo. Picierno (Ue): “Piano inquietante”

“Per quanto riguarda l’evacuazione della popolazione civile da Gaza la risposta di Giordania e di Egitto è stata negativa quindi mi pare che sia un po’ difficile” seguire quella strada. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, facendo riferimento – durante l’audizione tenuta ieri davanti alle commissioni esteri di Camera e Senato – al piano proposto da Donald Trump di ricostruire Gaza deportando altrove i palestinesi, ha risposto con i “dati di fatto”. Tajani, che oggi è in Israele, ha ricordato: “La posizione mia e del governo non è cambiata; siamo per la soluzione ‘due popoli due Stati’ e siamo anche pronti a contribuire a una missione militare di pace per riunificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania”.

Trump, che ha parlato persino di un’appropriazione statunitense della Striscia, una sorta di futura “riviera del Medio oriente”, sembra aver convinto solo il premier israeliano Netanyahu, ricevuto ieri alla Casa Bianca.

Una cosa è certa: l’ultima – apparentemente folkloristica – dichiarazione del Presidente Usa, che lascia intravvedere un nuovo dramma per il popolo palestinese, ha spiazzato l’Europa.

Per ora (quasi) tutto tace a Bruxelles: l’Alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, impegnata sul fronte ucraino, al momento non commenta le uscite di Trump. Ursula Von der Leyen (Commissione) e Roberta Metsola (Europarlamento) piangono i morti in Svezia. Anche l’inviato Ue per il Golfo, Luigi di Maio, è per il “no comment”.

C’è qualche sporadica voce dall’Europarlamento, ma sono parole così timide – sbalordite rispetto alle fantasie trumpiane – da nascondersi dietro l’anonimato, forse in attesa di prese di posizione chiare da parte dei leader dei gruppi politici. Una dichiarazione esplicita viene invece dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno.

“Il piano annunciato da Donald Trump sul futuro di Gaza è inaccettabile e inquietante”, dice senza mezzi termini.

“L’idea di spostare milioni di cittadini palestinesi nei Paesi limitrofi è criminale e rappresenta un regalo ad Hamas e alle organizzazioni terroristiche. La sicurezza del Medio Oriente passa per la creazione di uno Stato palestinese libero da Hamas e da interferenze” estere. I palestinesi devono “scegliere il proprio futuro”, evitando “deportazioni” e garantendo “la sicurezza di Israele”.

Si sbilancia anche l’eurodeputata irlandese, e presidente della delegazione per le relazioni con la Palestina Lynn Boylan. “Le dichiarazioni di Trump sul reinsediamento di Gaza rappresentano flagranti violazioni del diritto internazionale e l’Ue deve essere chiara nel dire che si opporrà alla pulizia etnica dei palestinesi da Gaza”.

Se anche l’Onu è silente, interviene invece l’Olp, Organizzazione per la liberazione della Palestina, con il segretario generale Hussein Sheikh, che si dice

fortemente contrario “a ogni possibilità di sfollamento dei palestinesi dalla loro madre patria”.

Da Gaza il portavoce della formazione terroristica Hamas, Abdel Latif al-Qanou, definisce “razzista” l’approccio di Trump, che lo accosta alla “posizione dell’estrema destra israeliana sullo sfollamento della nostra popolazione e l’eliminazione della nostra causa”.

Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, incontrando oggi il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mohammed Mustafa, al Cairo, è stato oltremodo chiaro:

“C’è la necessità di ricostruire rapidamente la Striscia di Gaza senza trasferire i palestinesi che vi abitano, come invece vorrebbe il presidente degli Stati Uniti Donald Trump”.

Abdelatty ha aggiunto che il suo Paese “desidera che l’Autorità palestinese assuma i suoi compiti nella Striscia di Gaza come parte dei Territori palestinesi occupati”.

Ma Trump riesce a farsi dire di no anche dalla Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian, rigetta il “trasferimento forzato” dei palestinesi dalla Striscia. “Tutte le parti – aggiunge – sfruttino il cessate il fuoco a Gaza e la governance nel dopoguerra come un’opportunità per riportare la questione palestinese sul percorso giusto basato sulla ‘soluzione dei due Stati’ per una pace duratura in Medio Oriente”.

Praticamente la stessa linea adottata da Ankara, ingombrante vicino di casa della Terra Santa. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ritiene “inaccettabile” il piano vagheggiato da Donald Trump, la cui “uscita ha lasciato il mondo senza parole. Anche solo pensare una cosa del genere è una forma di invasione. Trump dimentica che la guerra è iniziata proprio per questo motivo: la sottrazione di terra ai palestinesi”.

Sulla vicenda, che ha ottenuto una rilevanza mediatica planetaria, arrivano dichiarazioni contrarie un po’ da tutto il Medio Oriente. Persino Mohammed al-Bukhaiti, tra i leader degli Houti (pericoloso gruppo armato yemenita), si è sentito in dovere di dire la sua, parlando di “arroganza americana”. “Se Egitto o Giordania”, che hanno respinto l’ipotesi di accogliere i palestinesi, “decidessero di sfidare l’America, lo Yemen starebbe con tutte le sue forze al loro fianco”.

Il Wall Street Journal riferisce oggi che della sortita di Trump erano stati avvertiti solo pochi suoi collaboratori, e che essa avrebbe suscitato sconcerto anche in ambienti israeliani. Oggi potrebbe esserci anche un pronunciamento del leader dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, volato in Giordania, dove certamente discuterà con il re Abdullah II del piano del presidente statunitense. D’altro canto c’è chi in Israele rinfocola odio e conflitto. Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze di Netanyahu, assicura che si impegnerà per “seppellire definitivamente” l’ipotesi di uno Stato palestinese. E chiosa: “Il piano presentato ieri dal presidente Trump è la vera risposta al 7 ottobre”.

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Fonte: Sir