Summit sui diritti dei bambini. MacFarlane-Barrow (Mary’s Meals): “Ogni bambino ha diritto alla speranza”
La storia di Magnus MacFarlane-Barrow e del suo impegno con Mary's Meals, un'organizzazione che garantisce un pasto al giorno a oltre 2,5 milioni di bambini in 16 Paesi. Dall'incontro con un ragazzo in Malawi alla creazione di un movimento globale contro la fame e la povertà educativa, un racconto di speranza e solidarietà che invita a un impegno concreto: garantire a ogni bambino il diritto a nutrirsi e a studiare
Le storie di speranza nascono da incontri inaspettati che ti segnano nel profondo. Come quella di Magnus MacFarlane-Barrow, fondatore e Ceo di Mary’s Meals, che 24 anni fa, partendo dalla Scozia, in un villaggio del Malawi colpito da una grave carestia, ha incontrato Edward, 14 anni, al capezzale di sua madre Emma che stava morendo per Aids. “Ho chiesto ad Edward quali fossero le sue speranze e le sue ambizioni nella vita”, ha raccontato MacFarlane-Barrow in una conversazione con i giornalisti, all’indomani della sua partecipazione al Summit internazionale sui diritti dei minori, svoltosi in Vaticano alla presenza del Papa: “Mi ha guardato e mi ha detto: ‘Vorrei avere abbastanza cibo da mangiare. E vorrei andare a scuola un giorno”. “Quelle parole hanno profondamente cambiato il mio modo di intendere la povertà”, ha rivelato Magnus: è nato così, nel 2002, Mary’s Meals, un movimento caritativo globale che prende il nome dalla Madre di Gesù e che garantisce un pasto al giorno ad oltre 2 milioni e mezzo di bambini in 5mila luoghi di educazione di 16 Paesi (Benin, Ecuador, Etiopia, Haiti, india, Kenya, Libano, Liberia, Madagascar, Malawi, Mozambico, Sud Sudan, Siria, Yemen, Zambia e Zimbawe). “Ma non siamo soddisfatti”, dice MacFarlane-Barrow: “nel mondo ci sono ancora 71 milioni di bambini che non possono andare a scuola o la abbandonano a causa della povertà e della fame. Sono stati derubati del loro futuro: la loro crescita fisica spesso è minata in modo permanente e la loro mancanza di educazione li condanna alla povertà”.
22 euro. Negli ultimi anni, dopo decenni di progresso, la fame infantile è in crescita in troppi luoghi del mondo a causa dei conflitti, degli eventi climatici estremi, delle crisi economiche e della riduzione degli aiuti mondiali ai Paesi in difficoltà. “Eppure, basterebbero 22 euro per garantire un pasto scolastico ad un bambino per tutto l’anno”, l’appello del fondatore di Mary Meals, che ci tiene a precisare che la sua non è un’organizzazione politica e non riceve aiuti governativi. L’approccio e la metodologia di lavoro sono invece quelle di puntare sulla collaborazione delle comunità locali, protagoniste di tutto il processo. Il cibo viene infatti acquistato dai produttori locali e cucinato dai volontari che poi li distribuiscono nelle mense scolastiche, condividendo eventuali pasti in eccesso con altre comunità vicine che ne hanno bisogno. Il risultato è un incremento della frequenza degli alunni nelle scuole, molti dei quali entrano in un’aula per la prima volta. Stando al più recente rapporto di Mary’s Meals, ad esempio, in Kenya, Malawi, Liberia e Zambia l’84% dei bambini hanno dichiarato di non aver mai lasciato la suola in anticipo a causa della fame, e il 99% dei loro insegnanti ha riferito che i pasti hanno significativamente ridotto il numero degli abbandoni scolastici. Prima del pasto, solo il 36% dei ragazzi riusciva a concentrarsi bene, un tasso che sale al 98% dopo aver mangiato, con effetti positivi sul rendimento scolastico e sullo sviluppo delle competenze educative, oltre che sul benessere generale dei bambini.
Il diritto alla speranza. E così, dai 200 studenti aiutati in Malawi l’organizzazione non solo ha acquistato una dimensione mondiale, con 16 Paesi coinvolti, ma ha assunto la configurazione di una famiglia internazionale composta di volontari, donatori, operatori e partners con organizzazioni affiliate in Australia, Austria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Usa, e gruppi internazionali di raccolta fondi in Belgio, Hong Kong, Ungheria, Paesi Bassi, Portogallo e Slovenia, a cui si aggiunge un ufficio a Medjugorje, in Bosnia Erzegovina. E proprio in Bosnia Erzegovina, nel 1992, era cominciato l’impegno caritativo di MacFarlane-Barrow, con l’aiuto ai bisogni locali, come cibo e vestiti, alla popolazione colpita dalla guerra. Oggi Magnus MacFarlane-Barrow viene annoverato dal “Time” tra le 100 persone più influenti del mondo ed il suo libro, The shed that fed a million children è un best seller tradotto in più di dieci lingue, ripubblicato per festeggiare il traguardo di aver raggiunto più di 2 milioni di bambini con un pasto al giorno a scuola. “Speranza” resta la sua parola preferita: “Dovrebbe diventare un nuovo diritto per ogni bambino”. “Una delle cose migliori del diventare vecchio – racconta – è incontrare molti giovani adulti in Paesi come il Malawi e la Nigeria che mi dicono: ‘Senza i pasti non sarei mai potuto andare a scuola. Potrei non essere vivo oggi’. Ora questi giovani adulti hanno un impiego pagato, hanno cominciato un’attività o portano avanti le aziende di famiglia semplicemente perché possono leggere e scrivere e sono in salute’”. “Sarebbe bello – conclude il fondatore di Mary’s Meals – se in quest’anno del Giubileo accettassimo l’invito del Papa ad essere pellegrini di speranza facendo la promessa ad ogni ambino di un pasto nel loro luogo di educazione. Non ci può essere un modo migliore per garantire ad ogni bambino il diritto alla speranza”.