Sanremo 2025: i temi dell’amore e della vita nei brani di Brunori Sas, Gabbani, Cristicchi e Lauro
Quattro cantautori, quattro brani che esplorano i temi dell'amore e della vita. Brunori Sas racconta la rivoluzione di una nascita, Gabbani celebra la consapevolezza dell’esistenza, Cristicchi affronta la delicatezza del rapporto con i genitori anziani e Lauro esplora il tormento dell’amore giovanile. I commenti degli artisti in vista della loro partecipazione al Festival di Sanremo
Tra i 29 brani in gara, diversi trattano temi profondi, come l’amore e la vita, nelle loro declinazioni più intime. Ne abbiamo scelti quattro, accompagnati dai commenti dei cantautori che li proporranno al festival di Sanremo (11-15 febbraio).
Brunori Sas, “L’albero delle noci”
“‘L’albero delle noci’ è il titolo del brano, ma è anche un albero vero, in legno, corteccia e foglie. Si trova di fronte a casa mia e l’ho preso come pretesto per raccontare l’attaccamento alle mie radici. Ma, soprattutto, per descrivere la gioia e la rivoluzione che una nascita porta nella vita”, spiega Brunori Sas, calabrese, al debutto al Festival.
La canzone nasce dalla nascita di sua figlia Fiammetta, che ha avuto un impatto profondo sul suo vissuto, cambiando il suo modo di percepire la vita e le emozioni più intime. “È un pezzo di cuore, un tema universale che esplora le paure e le inquietudini legate alla genitorialità, soprattutto nel mondo contemporaneo”, aggiunge. “Mi sono commosso molto mentre scrivevo: è una canzone d’amore, l’amore più vero, quello che non chiede nulla in cambio e che riguarda l’essere umano in una visione più ampia”.
Il cantautore riconosce che questo brano rappresenta una svolta: “Mi rappresenta e mi convince. Partecipare al Festival è il frutto di due anni di lavoro, credo nel progetto e voglio che riceva il massimo dell’esposizione”.
Frase chiave: “E tutta questa felicità forse la posso sostenere perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore”.
Francesco Gabbani, “Viva la vita”
“Il titolo riassume perfettamente il senso del brano: celebrare il senso dell’esistenza. Finché ci sarà respiro, ci sarà vita”, racconta Francesco Gabbani, portando un messaggio di speranza e consapevolezza. La canzone esplora la riflessione esistenziale sul valore della vita e la consapevolezza che la vita stessa è un dono che va vissuto fino in fondo, senza tralasciare la bellezza delle cose semplici.
“Quando ho scritto il brano, mi è venuto subito in mente Sanremo. La canzone celebra le cose semplici e racchiude un suggerimento che do a me stesso: trovare la serenità e l’accettazione”, afferma. Gabbani racconta che la canzone nasce come un atto di gratitudine per la vita, per la possibilità di vivere ogni singolo istante nonostante le difficoltà che la vita ci pone.
L’ispirazione per il brano proviene anche dal pensiero di Tiziano Terzani, che nel suo libro “Un altro giro di giostra” riflette sul senso della vita e sulla necessità di accogliere la sofferenza come parte del nostro cammino. “Rileggere Terzani è stato illuminante. La semplificazione e il respiro sono la chiave per una vita equilibrata”, conclude.
Frase chiave: “Insieme due paralisi faranno movimento”.
Simone Cristicchi, “Quando sarai piccola”
“Porto una canzone che ha a che vedere con la disabilità. È una grande responsabilità trattare un tema così delicato”, dice Simone Cristicchi, 48 anni, mentre introduce il suo brano. “Il pezzo si concentra sul rapporto che esiste tra genitore e figlio e viceversa; un tema universale di cui, purtroppo, si parla poco”. Il brano è autobiografico: racconta la relazione con sua madre, che ha avuto un grave problema di salute sette anni fa. Cristicchi confessa che la sua paura più grande è quella di commuoversi durante l’esibizione, ma sa che il tema del brano è qualcosa di universale che tocca il cuore delle persone.
“Racconta della mia esperienza con mia madre, che ha avuto un grave problema di salute sette anni fa. Il testo è una lettera che le scrivo per spiegare cosa le stia accadendo. I genitori anziani diventano un po’ bambini ai nostri occhi, e li vediamo cambiare con tenerezza e impotenza”.
Cristicchi conclude: “La canzone è un cristallo delicato e poetico. Quando la facevo ascoltare, generava molta commozione al primo ascolto. Mi è stato consigliato di tenerla da parte per un’occasione come il Festival”.
Frase chiave: “Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai”.
Achille Lauro, “Incoscienti giovani”
“Ho scritto questo brano due anni fa, senza pensare al Festival. Come tutte le mie canzoni, tratta di vita vera. È facile per me ispirarmi alla realtà invece che inventare qualcosa di fantastico”, afferma Achille Lauro. “Giovani e incoscienti siamo noi”, racconta, spiegando che il pezzo parla di una relazione intensa, ma tormentata, tra due ragazzi che vivono nella frenesia della capitale. Il brano, a suo modo, è una riflessione sulla difficoltà di vivere nella società moderna, tra amori complicati e sogni incompiuti.
“L’amore è il tema centrale, ma il pezzo esplora anche il tormento e la salvezza che i protagonisti trovano in un sentimento forte, che li aiuta a superare le difficoltà”, spiega. Lauro descrive “Incoscienti giovani” come una riflessione sull’amore, un sentimento che nasce tra difficoltà e incertezze, ma che diventa rifugio. “La vita è incredibile così com’è”, aggiunge.
Frase chiave: “A dirsi mai una vita come i tuoi, disperati come siamo noi”.
Cristina Marinoni