Chiesa nel mondo

“Ci sono pesi che ci portiamo addosso e che ci opprimono: il rimorso, l’odio, l’invidia, l’egoismo, la paura, le delusioni, gli errori, tutti sentimenti che ci impediscono di stare dritti. Si vive con il capo chino, costretti a guardare a terra, quella stessa terra di cui siamo impastati e che tante volte è l’origine e il motivo della nostra fragilità”, diventando “l’icona di una umanità ferita, segnata da tanta sofferenza, violenza e ingiustizia”, come quella “degli uomini e delle donne, dei vecchi e dei bambini di Israele e Palestina, di Ucraina e di tante altre regioni del mondo oppresse dalla violenza e dalla guerra”.

"Il messaggio del Sinodo può essere raccolto dalle cristiane e dai cristiani che si ritrovano insieme, pur appartenendo a popoli diversi, e in forza della fede riescono ad affrontare i problemi nel rispetto e nell'ascolto della parola di Dio. Il Sinodo può essere un grandissimo segnale di speranza per il mondo che, come ha detto il Papa, vive davvero un'ora buia". Parla mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, che ha partecipato al Sinodo in Vaticano

“Ora, Madre, prendi ancora una volta l’iniziativa per noi, in questi tempi lacerati dai conflitti e devastati dalle armi. Volgi il tuo sguardo di misericordia sulla famiglia umana, che ha smarrito la via della pace, che ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa. Intercedi per il nostro mondo in pericolo e in subbuglio. Insegnaci ad accogliere e a curare la vita – ogni vita umana! – e a ripudiare la follia della guerra, che semina morte e cancella il futuro”.

“Il Rinnovamento carismatico cattolico ha rappresentato fin dalla sua nascita una grande novità nella Chiesa e ha fornita ad essa una grande opportunità di rinnovamento offrendo a tutti la possibilità di riscoprire la Grazia del Battesimo e di sperimentare e rinnovare l’esperienza della Pentecoste. Vivere la vita di tutti i giorni con le sue prove e le sue sfide e allo stesso tempo il proprio cammino di fede non più da soli ma sperimentando la presenza, l’assistenza, la guida e la forza di quel ‘Consolatore’ promesso da Gesù agli apostoli prima di risalire al Padre. E allo stesso tempo, sempre beneficiando della Sua tutela e assistenza vivere nel mondo da testimoni del Vangelo”.

“Charis è nata nel 2019, è stata voluta fortemente da Papa Francesco per un sogno di unità per tutto il Rinnovamento carismatico cattolico (Rcc). È stata una partenza in salita in quanto subito dopo è iniziato il pesante periodo della pandemia. Quindi è relativamente da poco che si è potuto attivarsi. In questo tempo l’impegno maggiore è stato riservato a un programma online di formazione integrale. È un ambizioso percorso di due anni che vede coinvolti importanti relatori di tutto il mondo. Il fine è poter raggiungere ogni persona per una formazione univoca psico-spirituale”.

Dalla storica intuizione di Giovanni Paolo II da cui ebbe inizio lo Spirito di Assisi, alla preghiera per la pace in risposta agli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Passando per papa Benedetto XVI all’impegno costante di papa Francesco. Dalla Siria, al Sud Sudan, fino alla “martoriata Ucraina”. Ripercorriamo tutti i grandi momenti storici che hanno messo alla prova l’umanità e la voce dei Papi e dei leader mondiali delle religioni per la pace. Perché malgrado la guerra in Ucraina non sia finita e un accordo di pace sembra sempre più lontano, il mondo deve fare i conti con un nuovo conflitto, quello in Medio Oriente, tanto cruento quanto sanguinoso

Don Tonio Dell’Olio, presidente della Commissione “Spirito di Assisi”: “Le guerre vengono sicuramente permesse dalla produzione e dalla circolazione delle armi ma vengono alimentate dal sentimento dell'odio che va crescendo. Allora noi dovremmo essere in grado - e questo è un compito non solo delle religioni, ma anche della società civile, dei movimenti per la pace - di sentire 'l'odore di bruciato', come diceva Dossetti, e laddove l'inimicizia cresce, riannodare segni di pace, e costruire ponti laddove altri costruiscono i muri”

La comunità cristiana di Gaza si unirà alla Giornata di preghiera e digiuno per la pace indetta da Papa Francesco per domani. L'appello del parroco, padre Romanelli, e il racconto delle suore da Gaza delle telefonate quotidiane del Papa. L'ultima ieri: "ci confortano molto le sue parole". La piccola parrocchia latina continua la sua grande attività di accoglienza e di condivisione materiale e spirituale

“La Chiesa è donna, ma perché sono le donne che sanno aspettare, che sanno scoprire le risorse della Chiesa, del popolo fedele, che si spingono oltre il limite, forse con paura ma coraggiose, e nel chiaroscuro di un giorno che inizia si avvicinano a un sepolcro con l’intuizione (ancora non speranza) che ci possa essere qualcosa di vivo. La donna è un riflesso della Chiesa, la Chiesa è femminile, è una sposa e madre”.