Grest e famiglie. Una proposta ludico-formativa che non solo intrattiene ma fa crescere i suoi partecipanti

Per tante famiglie, lasciare i propri figli in compagnia di tanti amici, guidati da giovani che si prendono cura di loro risulta una occasione davvero preziosa

Grest e famiglie. Una proposta ludico-formativa che non solo intrattiene ma fa crescere i suoi partecipanti

Spesso, appena finite le scuole, i nostri quartieri sono ancora animati dalle corse festose di ragazzi che corrono negli oratori, magari ancora accompagnati per mano di un adulto. Sono centinaia e migliaia in Italia i Grest, acronimo per Gruppi Estivi, che tante parrocchie riescono ad organizzare per tutti quei ragazzi che restano in città mentre i loro genitori ancora lavorano e non hanno la possibilità di portarli in luoghi di villeggiatura. Per tante famiglie, lasciare dalla mattina fino a buona parte del pomeriggio i propri figli in compagnia di tanti amici, guidati da giovani che si prendono cura di loro risulta una occasione davvero preziosa che unisce tante finalità. Da un lato, prima di tutto, permette ai bambini di città di sfruttare quegli spazi aggregativi che sono sempre più rari nei grandi centri urbani e che invece possono svolgere ancora con efficacia la funzione per cui erano stati pensati. In secondo luogo il Grest è a tutti gli effetti una proposta ludico-formativa che non solo intrattiene ma fa crescere i suoi partecipanti secondo collaudate modalità che fanno loro imparare a stare insieme. Infine, non meno importante, permette di far interagire i bambini più piccoli con animatori che sono scelti fra ragazzi non di molto più grandi e che spesso sono alle loro prime, seppur guidate esperienze, di corresponsabilità nel servizio educativo a cui ogni comunità parrocchiale dovrebbe tendere.

In quest’ottica le famiglie di un territorio in cui opera un Grest sono inevitabilmente coinvolte in uno scambio che è fatto di fiducia e di conoscenza e arricchimento reciproco. I feedback che riportano a casa sono di diversa natura. C’è chi si è semplicemente molto divertito, chi ha imparato a tenere un po’ a bada il suo egocentrismo e magari ha appreso la lezione che vincere non è la cosa più importante; c’è chi, fra gli animatori, si è confrontato con il non facile richiamo ad essere costante nella presenza, puntuale, affidabile, in una parola: responsabile. E accade che si incontrino genitori che iniziano a dialogare e conoscersi, magari presentati dagli stessi ragazzi.

È bello vedere che in proporzione allo zelo e alla disponibilità che mettono in campo i giovani che prestano servizio, guidati da adulti preparati, i ragazzi partecipano con entusiasmo e ci sono mamme che sono quasi incredule nel vedere come i loro figli corrano volentieri per essere presenti fin dal primo minuto delle attività.

I programmi delle diverse diocesi spesso propongono delle ambientazioni ispirate al mondo dell’epica, delle favole o della grande letteratura e già questa “base” è un terreno che, attraverso l’immersione in una storia condivisa, stimola la fantasia dei partecipanti che – complice la deriva solipstisica dei videogames – sono sempre meno abituati ad imparare a stare insieme giocando, per esempio assumendo dei ruoli. Ma, poi, ogni Grest di solito fa proprie le caratteristiche che i suoi organizzatori sanno imprimergli ed è in questa unicità che si creano relazioni che sono davvero benefiche. Anche la possibilità di consumare insieme i pasti è una risorsa di socialità preziosa, un investimento che merita di essere sostenuto ed è ancora più meritevole quando la comunità riesce a mettersi in gioco molto spesso con il coinvolgimento di genitori disposti a cucinare e servire i pasti. Certo, succede anche che alcuni del vicinato possano lamentarsi per il rumore che fra musica e vocianti arriva nelle case, ma venendosi incontro nel rispetto reciproco, nulla dovrebbe impedire che questo tempo giocoso ravvivi i nostri quartieri spesso troppo grigi ed anonimi. Inutile nascondersi che possono nascere momenti di difficoltà, per cui diventa necessario il confronto tra gli adulti e gli animatori per affinare le strategie educative perché i ragazzi non ricevano input contradditori, o perché qualcuno non rimanga indietro o isolato. Perché al Grest ci si deve prendere cura di tutti, veramente di tutti. È una fatica che vale sempre la pena affrontare. Quando un bimbo, tutto sudato, con la sua maglietta colorata uguale a quella dei suoi compagni, punta i piedi e non vorrebbe tornare a casa, o quando uno degli animatori, con tipico pudore adolescenziale, ammette, tornando a casa, che è stato capace di far dire una preghiera al gruppo dei piccoli a lui affidati, è in queste evidenze che possiamo riconoscere nei Grest, una forma viva e vincente di cosa significhi essere Chiesa in uscita.

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Fonte: Sir