Chiesa nel mondo

Si è svolta dal 20 al 25 ottobre scorso la visita di Fr. Massimo Fusarelli in Terra Santa. La prima 'ufficiale' dopo la sua nomina, avvenuta il 13 luglio di quest'anno, a ministro generale dei Frati minori (Ofm). "Ho scelto di essere qui per portare soprattutto al Calvario, alla Resurrezione e negli altri luoghi, Betlemme e Nazareth, la preghiera per tutto l’Ordine e per l’inizio di questo mio servizio". Fr. Fusarelli, è stato in Terra Santa almeno 16 volte, ma questa visita la definisce “speciale”. Con il Sir ne ripercorre tappe e significato: "Stare in questa Terra non da stranieri: questa è la grammatica della minorità. Essere fratelli, essere minori nel senso di saper guardare al di fuori di noi e ragionare e vivere questa terra a partire dallo sguardo degli israeliani, dei palestinesi, degli ebrei, dei musulmani, dei cristiani. Questo è l’esercizio più grande per noi"

“Può essere davvero realizzato, nei fatti, l’accordo sulla deforestazione raggiunto alla Cop26 e cosa succederà nel frattempo? Sì. Abbiamo la firma di 105 Paesi, impegnati a smettere di disboscare e ridare vita alle parti delle foreste già rovinate entro il 2030, ma è lecito chiedersi che cosa succederà nel frattempo. Centinaia di migliaia di ettari di alberi verranno distrutti comunque nei prossimi nove anni?”.

“Ancor di più quando si manifesta come sfruttamento, il lavoro minorile diventa un flagello che ferisce crudelmente l’esistenza dignitosa e lo sviluppo armonioso dei più piccoli, limitando considerevolmente le loro opportunità di futuro, poiché riduce e lede la loro vita per soddisfare i bisogni produttivi e lucrativi degli adulti”.

I numeri, rilevati dall’Ufficio nazionale per la pastorale della vocazioni della Cei, mostrano una realtà in linea con il calo degli ultimi cinquant’anni. Secondo le statistiche dell’Annuario pontificio, infatti, nell’arco di mezzo secolo le nuove vocazioni in forza alla Chiesa cattolica sono diminuite di oltre il 60% passando dai 6.337 del 1970 ai 2.103 del 2019. E soltanto nei dieci anni che vanno dal 2009 al 2019, la flessione in Italia dei seminaristi diocesani è di circa il 28%

“Sono qui a Glasgow per ascoltare soprattutto i Paesi più colpiti dall’emergenza climatica, poi per incoraggiare chi si sta impegnando per combattere il riscaldamento del pianeta e anche per ricordare a tutti la dichiarazione che abbiamo fatto con Papa Francesco e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nella quale invitiamo, insieme al libro del Deuteronomio, a scegliere la vita. E per pregare. Si tratta di una questione morale, di vita o di morte, perché sono i nostri vicini più poveri, nel resto del mondo, che pagano il prezzo di questa catastrofe”. 

Il primo e più grande dovere per i cristiani riguardo alla propria vocazione è quello di ricordare che la santità non è un lusso per pochi ma un semplice dovere per tutti e se tutti siamo chiamati alla santità vuol dire che questa è possibile, praticabile, raggiungibile. La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Gesù Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. Ma a che cosa serve ricordare i santi?

“In diverse parti del Vietnam le forti piogge prolungate di queste ultime settimane hanno causato vaste inondazioni, con migliaia di evacuati. La mia preghiera e il mio pensiero vanno alle tante famiglie che soffrono, insieme al mio incoraggiamento per quanti, Autorità del Paese e Chiesa locale, si stanno impegnando per rispondere all’emergenza. E sono vicino anche alle popolazioni della Sicilia colpite dal maltempo”.