Venerdì 21 marzo a Pianiga: «Se vuoi la pace, prepara la pace»

“Se vuoi la pace prepara la  ̶g̶u̶e̶r̶r̶a̶  ̶pace” è il titolo di un appuntamento, promosso dal circolo Acli di Cazzago e dalla Rete per la Pace-Riviera del Brenta insieme ad altri soggetti (tra cui la parrocchia di Cazzago), in programma venerdì 21 marzo alle 21 presso il teatro di Pianiga (piazza Marcato 1).

Venerdì 21 marzo a Pianiga: «Se vuoi la pace, prepara la pace»

«Da comuni cittadini – spiegano gli organizzatori – continuiamo ad assistere all’evolversi e al peggioramento di eventi di rilevanza mondiale che continuano a minacciare l’integrità di uno o più popoli portando molte Nazioni a schierarsi e a ricorrere a misure, soprattutto in Europa, che pensavamo e speravamo superate; che questi sviluppi vengano da derive autoritarie e oligarchiche o da processi di istituzioni democratiche continuiamo a sentirci impotenti di fronte a scenari che preludono a venti di guerra. Anche tra noi cittadini si aprono dilemmi importanti su cosa sia giusto fare, e tutto ciò aumenta un diffuso senso di incertezza. C’è chi si rassegna o, ancorandosi a un certo senso di realismo, pensa che alla fine non ci sia alternativa... ma davvero armarsi è l’unica cosa che i popoli possono fare per difendere la propria o l’altrui libertà? C’è chi continua a chiedere insistentemente alle istituzioni di costruire percorsi diplomatici e soluzioni nonviolente dei conflitti... ma davvero sono possibili?».

Intervengono Laila Simoncelli, coordinatrice della campagna “Ministero della pace-una scelta di Governo” e Paolo Bergamaschi del Progetto Mean (Movimento europeo di azione nonviolenta), già consigliere Commissione esteri del Parlamento Europeo.

«Ci aiuteranno a capire che quel “possibile” esiste e non può venire dall’alto dei Governi ma solo dal basso dei cittadini e delle istituzioni locali. Che si tratti di istituzioni nazionali o europee. Anzi, addirittura in alcuni casi si tratta solo di applicare dispositivi già esistenti. Si, perché in tutto ciò che sta accadendo, di portata davvero eccezionale, più restiamo spettatori e più deleghiamo, più deleghiamo e più rinunciamo alla nostra responsabilità di orientare le scelte di chi ci governa. Ma servono anche cambiamenti nelle strutture istituzionali che permettano di concretizzare questi processi; e questi processi così importanti non possono essere decisi dalle sole istituzioni senza il coinvolgimento dei cittadini».

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