Chiesa nel mondo

“Fili spinati per non lasciare entrare il rifugiato. Quello che viene a chiedere libertà, pane, aiuto, fratellanza, gioia e che sta fuggendo dall’odio si trova davanti un odio chiamato filo spinato. Che il Signore risvegli la coscienza di tutti noi davanti a queste cose. Non possiamo tacere e guardare dall’altra parte in questa cultura dell’indifferenza”. 

Per otto anni l'autrice, Sarah Numico, collaboratrice del Sir, esperta di temi europei, ha lavorato a stretto contatto con mons. Aldo Giordano ai tempi del suo impegno come segretario generale Ccee. Entrambi cuneesi, li ha legati un'amicizia profonda, qui descritta attraverso molteplici prospettive: familiare, ecclesiale, culturale, europea. In alcuni aneddoti e messaggi traspare la figura di un uomo di Dio, immerso nel suo tempo

Paolo Bustaffa, già direttore del Sir, ricorda il nunzio vaticano scomparso ieri a Lovanio. “È stato un maestro del dialogo. Non aveva bisogno di cattedra, la sua autorevolezza e la sua credibilità si manifestavano nella capacità di ascolto, nel parlare chiaro e rispettoso e nell’esprimersi anche con il sorriso”. Fu convinto sostenitore della nascita di Sir Europa

Quest’anno, era tornato in Europa come nunzio apostolico presso l’Unione europea ed eravamo pieni di speranza per quanto avrebbe potuto fare. Ma Dio ha trovato che aveva già faticato abbastanza e ha voluto dargli riposo. A noi amici, alla Chiesa in Europa e all’Europa mancherà tantissimo. Ci tocca adesso la responsabilità di mantenere viva la sua eredità spirituale e di lavorare perché l’Europa diventi un’esperienza di unità e di fede  

“Credo in una diplomazia della pace, dell’incontro, del dialogo, dell’aprire processi, come ci insegna Papa Francesco”. Lo aveva detto mons. Aldo Giordano, morto oggi a Lovanio dov’era ricoverato per il Covid-19, in un’intervista al Sir pubblicata l’8 maggio scorso quando era stata resa nota la sua nomina a nunzio presso l’Unione europea a Bruxelles. 

"Dalle 7 del mattino incontrava uno dopo l'altro i poveri che arrivavano da Molfetta e dagli altri paesi della diocesi. Ricordo che i primi giorni, preso dall'entusiasmo di prete giovanissimo, ho retto il suo ritmo. Poi mi sono domandato con quale forza riuscisse ad ascoltare almeno 50 persone al giorno. Si dedicava completamente agli ultimi. La sera, quando non doveva andare a celebrare in qualche parrocchia, girava per la città e andava a visitare le persone nelle case. Frequentava i luoghi in cui la gente viveva perché, sosteneva, i luoghi della povera gente erano il centro del suo ministero pastorale". Don Gianni Fiorentino racconta don Tonino Bello, di cui è stato per tanti anni segretario, a pochi giorni dalla promulgazione del decreto sulle virtù eroiche del vescovo di Molfetta

Cinquant'anni di storia nel nostro Paese per il Rinnovamento nello Spirito, che ha appena concluso la 45a Conferenza nazionale animatori - con il coinvolgimento attivo dei 1.600 Cenacoli, Gruppi e Comunità presenti sul territorio - e inaugurato il proprio Giubileo d'oro. In questa intervista al Sir il presidente Salvatore Martinez traccia un percorso di rilettura del movimento e le prospettive missionarie e di comunità viva che animano il cuore di tutti.