Chiesa nel mondo

Papa Francesco nel suo primo giorno in Iraq lancia un unico grande appello per la pace e per la coesistenza fraterna, dal palazzo presidenziale e dalla cattedrale di Baghdad, esortando a "costruire il futuro più su quanto ci unisce che su quanto ci divide". Guerra, odio e violenza sono "incompatibili con gli insegnamenti religiosi". Come per la pandemia, si tratta di uscire dalla crisi "migliori di prima", partendo dalla consapevolezza che "la diversità religiosa, culturale ed etnica che ha caratterizzato la società irachena per millenni, è una preziosa risorsa a cui attingere, non un ostacolo da eliminare". Ai vescovi: "vicinanza",  ai sacerdoti e ai giovani

Il teologo Coda, con una ricca esperienza di dialogo con l’islam sciita: “Il Papa segue una ispirazione che mostra di avere due qualità: la prima è la strategia della pace attraverso l’apertura gratuita e disarmata verso tutti che non ha di mira un tornaconto immediato, ma la testimonianza costruttiva del messaggio di fraternità che viene dal Vangelo. La seconda qualità è che questa strategia non scarta nessuno, apre tutte le porte. È vero che anche all’interno del mondo sciita ci sono sensibilità diverse. Se però tutte sono raggiunte dal messaggio di pace e fraternità del Papa, tutte possono essere sollecitate ad aprirsi a scenari di incontro e di costruzione di un mondo plasmato dalla fraternità universale”

Alla vigilia della partenza di Papa Francesco per l’Iraq (5-8 marzo), la prima storica visita di un Papa nella Terra di Abramo, il Sir ha intervistato Ignace Youssif III Younan, patriarca siro-cattolico di Antiochia che accoglierà Papa Francesco, prima nella Cattedrale di Nostra Signora della Liberazione a Baghdad, subito dopo il suo arrivo in Iraq (5 marzo), e due giorni dopo, a Qaraqosh, i cui abitanti furono costretti alla fuga dall’invasione delle milizie dello Stato Islamico nel 2014

Venerdì 5 marzo (fino all’8) Papa Francesco partirà per l’Iraq, il primo viaggio di un pontefice nel Paese mediorientale. Una visita  fortemente voluta da Bergoglio nonostante la pandemia e le tensioni che attraversano il Paese mai del tutto pacificato dopo la caduta di Saddam Hussein nel 2003. Nella delegazione pontificia ci sarà anche il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il card. Leonardo Sandri al quale il Sir ha chiesto di rileggere il programma del viaggio presentato ieri in Vaticano

A morire sono soprattutto i preti più anziani, con un’età media di 82 anni in linea con quella delle vittime di Covid-19 nella popolazione generale. Ma non sono soltanto i sacerdoti più fragili o ricoverati nelle case di riposo ad andarsene: oltre 40 di loro, infatti, hanno massimo 75 anni (20% del totale), ovvero l’età limite prevista dal Codice di Diritto canonico per svolgere il ministero di parroco. Sono preti attivi che vivono la missione tra la gente (4 hanno meno di 50 anni), partecipando quotidianamente alle vicende del popolo di Dio loro affidato. E anche tra quanti hanno età superiore ai 75 anni, numerosi proseguono in deroga a ottemperare ai compiti ministeriali come parroci o collaboratori parrocchiali

Anticipiamo la presentazione del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, al libro "Covid-19: preti in prima linea" di Riccardo Benotti che è un primo bilancio sui sacerdoti italiani morti a causa del Covid-19 con le testimonianze dirette dei preti che hanno servito il popolo che è stato loro affidato durante il primo anno della pandemia e le storie dei tanti sacerdoti che sono deceduti in Italia