Chiesa nel mondo

Mancano meno di tre settimane dal viaggio di Papa Francesco in Iraq (5-8 marzo) e il Governo del Paese mediorientale ha emanato nuove restrizioni anti-Covid-19. Tra queste anche il coprifuoco totale nei fine settimana fino all'8 marzo, data in cui il Papa rientrerà in Vaticano (dal 5 marzo). Il commento del patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako che parla anche dell'incontro di Najaf con Al Sistani e delle altre tappe della visita apostolica.

Dal 5 all’8 marzo prossimi Papa Francesco sarà in visita in Iraq, la prima di un Pontefice nella terra di Abramo e di una delle comunità cristiane più antiche al mondo. Una terra segnata da guerre e conflitti settari, che hanno visto la comunità cristiana, oggetto di discriminazioni, attacchi, attentati e persecuzioni. L'ultima, la più violenta ad opera dei miliziani dello Stato Islamico. In vista di questo viaggio apostolico la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha diffuso il Dossier “I cristiani in Iraq”. Ne proponiamo una sintesi.

Non una legge fissata dall’esterno, non un precetto a cui aderire in modo formale, ma un principio che si innesta nella verità più profonda della vita delle persone.

[…] l’uomo di ogni tempo e di ogni luogo si sente chiamato, in modo adeguato, concreto, irripetibile: perché appunto Cristo fa appello al “cuore” umano, che non può essere soggetto ad alcuna generalizzazione. Con la categoria del “cuore”, ognuno è individuato singolarmente ancor più che per nome, viene raggiunto in ciò che lo determina in modo unico e irripetibile, è definito nella sua umanità “dall’interno”.

Giovanni Paolo II, Udienza Generale, mercoledì, 6 agosto 1980.

“Abbiamo seguito con trepidazione e preoccupazione gli sviluppi della recente crisi politica, ben sapendo che l’Italia ha bisogno di unire le forze per affrontare le pesanti, persino tragiche, ricadute della pandemia da Covid-19. Quest’emergenza, come segnalavo al Consiglio episcopale permanente del 26 gennaio scorso, ha posto in evidenza fratture molteplici: sanitarie, sociali, economiche, educative, generando fra l’altro nuove e diffuse povertà”.

I racconti dei sacerdoti impegnati in servizio nei reparti ospedalieri Covid raccolti dal giornale diocesano "La Libertà" di Reggio Emilia-Guastalla. Sono una ventina in tutto i preti che hanno chiesto e ottenuto di entrare nei reparti Covid per portare il conforto dei sacramenti e una parola di speranza negli ospedali di Reggio Emilia, Guastalla e Scandiano. Un segno di consolazione divenuto concreto grazie a una convenzione firmata dal direttore generale dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia Cristina Marchesi e dal pastore della Chiesa reggiano-guastallese Massimo Camisasca

Tra chi ha sofferto le conseguenze dell'emergenza sanitaria ci sono bambini, giovani e famiglie. A loro non dobbiamo pensare "astrattamente" ma con loro "operare", come ha invitato a fare il card. Gualtiero Bassetti, all'apertura dei lavori del Consiglio episcopale permanente, per ricucire la frattura educativa causata dalla pandemia. Le voci di don Michele Falabretti, di Gigi De Paolo e di una giovane educatrice di Ac

"Davanti alla frattura educativa contano più il fascino e la bellezza della sfida che abbiamo davanti rispetto alla fatica, al sacrificio che ci viene chiesto. È necessario lo sguardo della fiducia, senza la quale non si può educare”. Lo dice Ernesto Diaco, commentando le parole del card. Bassetti all'apertura dell'ultimo Consiglio episcopale permanente. L'impegno della Fidae e della Fism in risposta all'emergenza