Chiesa nel mondo

Crisi migratoria, ecologica, d’identità. Ma anche partecipazione dei credenti, di ogni credo, alla vita pubblica. Si parla di Europa al Congresso eucaristico Internazionale di Budapest e ad animare il dibattito sono il card. Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e il card. Jean-Claude Hollerich, presidente dei vescovi Ue (Comece). “Il nostro amato Continente ha bisogno di ritrovare se stesso”, dice il card. Bagnasco. “Ne ha bisogno anche l’umanità che guarda all’Europa come alla terra dove il Vangelo ha fatto sintesi di diverse culture”. “Non credo – ribatte il card. Hollerich - che la soluzione sia entrare nella logica degli schieramenti, del noi contro loro”, ma “nel diventare una Chiesa più fraterna, più accogliente, più aperta a chi cerca aiuto, anche se appartiene a un popolo diverso”

“I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni – commenta mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, pur riservandosi di leggere la sentenza nella sua integralità – ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenaria”. 

I temi della pace e della riconciliazione al centro del 52° Congresso eucaristico internazionale, nei suoi primi giorni di lavoro e confronto tra rappresentanti e testimoni di Chiese e popoli messi duramente alla prova dai conflitti, nuovi e antichi, epidemia, collassi economici e calamità naturali. Dal Myanmar all’Iraq. Il cardinale Gérald Lacroix, arcivescovo di Québec e primate della Chiesa cattolica in Canada, osserva: “Il tipo di pace offerto dall’Eucaristia non è semplicemente un’assenza di conflitto quanto piuttosto un processo attivo, che lavora per la riconciliazione e la guarigione delle persone, delle famiglie e delle comunità. Ci permette di credere che aspirare alla pace non sia così assurdo come sembra”

Una lettera ai vescovi italiani per aggiornare su quanto fatto finora nel cammino sinodale – percorso ancora in evoluzione – in attesa della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente (27-29 settembre) e dell’Assemblea Generale Straordinaria della Cei (22-25 novembre 2021). Ad inviarla è la presidenza della Cei, ricordando che il cammino sinodale delle Chiese in Italia si è avviato nella 74ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana, del maggio scorso.

“La formazione alla sinodalità implica un coinvolgimento di tutte le dimensioni dell’umano, da quella estetico-affettiva a quelle intellettivo-razionale e pragmatica. Immergersi in concrete esperienze di sinodalità – a partire da quelle più consuete nelle comunità, come gli organismi di partecipazione – è un passaggio fondamentale per ottenere una formazione in questa dimensione, essenziale nella vita della Chiesa. Anche i limiti e le fatiche che vi si sperimentano, infatti, se vissuti consapevolmente rappresentano preziose indicazioni di percorso”.

“Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro: le nostre azioni si influenzano davvero l’un l’altra, e ciò che facciamo oggi influenza ciò che accade domani”. È quanto si legge nel messaggio firmato – per la prima volta – congiuntamente da Papa Francesco, dal patriarca ecumenico Bartolomeo e dall’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana, Justin Welby, sulla cura del creato. 

È stato diffuso oggi il Documento preparatorio del Sinodo, che il Papa aprirà ufficialmente il 10 ottobre. L'evento proseguirà poi nelle diocesi il 17 ottobre per culminare nella XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023), a cui farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le Chiese particolari