Idee

Attendere significa essere mobili, plastici, pronti a scattare perché si è colto un qualche avvertimento su cui riflettere, una spia di allarme che scuote dal torpore interiore. Non per autorassicurarci e trovare il posto al sole che renda la vita gradevole e facile. Insieme, invece, con uno sguardo percettivo alle difficoltà, ai bisogni altrui. Soprattutto a quelli nascosti, velati dalla dignità che non espone la propria ristrettezza ma tenta di uscirne con tutte le forze, a quel bisogno primordiale e irrinunciabile di ciascuno e di ciascuna ad essere ascoltati, compresi. Il grido Marana Thà, non è solo il filo conduttore ma quello che innerva e sensibilizza, immergersi nell’atmosfera che genera diventa grembo fertile che può accogliere Colui che viene per tutti ed ognuno

Certe misure hanno l’evidente scopo di ostacolare l’accoglienza e rendere plausibili, anche sulla base di un’informazione tendenziosa o apertamente manipolata, azioni che trascendono ogni limite etico, ogni senso minimo di umanità. Ne è convinto don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, che interviene su un argomento di grande attualità in questi giorni, nel Dossier “Immigrati e accoglienza” del prossimo numero del mensile “Vita Pastorale” (dicembre 2018). Pubblichiamo il testo integrale della sua riflessione

143 i Paesi che hanno abolito la pena di morte, ma sono 56 quelli che ancora la mantengono in vigore e 23 quelli in cui le condanne sono eseguite. In Europa, è la Bielorussia l’ultima nazione nel cui ordinamento è contemplata la pena capitale e le esecuzioni avvengono senza nemmeno informare i familiari dei condannati. Su questo fronte, dunque, si sono raggiunti importanti traguardi, ma resta ancora molto fare. Specialmente a livello culturale, in un tempo “in cui dominano le emozioni”, come spiega Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, che ha promosso l’XI Incontro internazionale dei Ministri della Giustizia sul tema “Un mondo senza la pena di morte”

Quando acquistiamo un prodotto conosciamo la storia di quel prodotto? sappiamo come viene realizzato? Dove? Che impatto ambientale, economico e sociale può avere? Ci informiamo? Molto spesso queste informazioni vengono volutamente "nascoste" dal produttore...perché è meglio "non sapere". Un consumatore critico e responsabile invece si pone delle domande, fa delle ricerche e in questo Facebook di certo non viene in aiuto, perché la logica superficiale non contempla il dettaglio. La storia del consumo critico è una storia di successo, anche in Italia. Lo dicono i dati delle ricerche. È una storia di successo anche perché permette alle persone di prendere maggiore possesso della propria vita. 

Nuove frontiere. Oggi è chiesta una attenta riflessione per saper cogliere non solo gli aspetti positivi del progresso scientifico ma anche i rischi da evitare. La Fondazione Lanza vuole e può essere un “lievito” per una maggiore presa di coscienza.

Dopo aver guidato per decenni l’azione sociale, economica e per certi aspetti politica dei cattolici, le idee del beato Giuseppe Toniolo, ancora attuali nei principi ispiratori, possano favorire una nuova stagione di impegno dei cattolici. L’auspicio è giunto da più voci oggi, a Milano, all’Università cattolica del Sacro Cuore, in occasione del convegno “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, promosso dal Comitato per il Centenario del beato Giuseppe Toniolo, organismo composto, tra gli altri, dall’Azione cattolica, dall’Università cattolica del Sacro Cuore, dall’istituto Sturzo, dalle diocesi di Pisa, Treviso e Vittorio Veneto

Due donne su tre, anche in Europa, non denunciano le violenze subite, per paura e per evitare ripercussioni sui figli. Ma è una scelta che alla fine non paga. Dopo la giornata mondiale, per non dimenticare l'urgenza del tema.

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che si celebra questa domenica invita a riflettere sulle ragioni culturali e sociali di un fenomeno che continua ad aumentare.

Il decreto Sicurezza ora al vaglio della Camera desta preoccupazione nelle Acli e in altre numerose organizzazioni nazionali per un provvedimento che rischia di innalzare l'irregolarità. Lo Sprar viene "sacrificato" a favore dell'accoglienza straordinaria attuata con i Cas. Strutture di qualità oggettivamente inferiori.

I partner europei, e chi dall'estero ha prestato soldi allo Stato italiano, non vogliono che si aggiunga altro debito pubblico e premono tutti insieme perché si torni a un sentiero di prudenza. Il Governo ne intravede invece un prolungamento di quell'austerity che frena l'espansione e non vuole rinunciare alle promesse della campagna elettorale