Idee

Di dazio in dazio le economie si chiudono sui Paesi d’origine, si allenta quello scambio diplomatico-commerciale che è comunque una delle forme storiche di colloquio fra i popoli. Chi è forte resta abbastanza forte. Chi è debole e rivolto all’export soffre di più. Per l’Italia, che ha già un’economia fragile e una domanda interna sottotono, sarebbe un ulteriore freno

In una situazione in cui è necessario tenere in ordine i conti pubblici e quindi le disponibilità finanziarie sono limitate, sono le scelte politiche a fare la differenza. Il vero problema italiano non è tanto la pressione fiscale in sé – anche se suona bene promettere di abbassare le tasse – ma l’enorme evasione e una distribuzione iniqua del prelievo, che penalizza le famiglie con figli e il lavoro. Bisognerebbe ripartire da qui

Chi non manda in vacanza anche la fede, può riconoscere in sé il desiderio di fermarsi, per ritrovare il Signore ed ascoltarlo, per lasciarsi amare, interrogare, guidare, orientare da Lui e scoprire la propria esistenza attraversata dallo Spirito. Venendo in contatto con la sorgente della vita, può chiamare il limite con il proprio nome e decidere di cercare un’alternativa alle proprie resistenze, trasformando le stesse fragilità in risorse e vivere nella libertà di figli di Dio

L'argomento scioperi, e in particolare nei servizi pubblici, è molto sentito da tutti. È politicamente ed elettoralmente sensibile, come è sensibile la definizione di criteri di rappresentanza per evitare che una miriade di sigle sindacali, in concorrenza fra loro, possa accentuare il disagio delle famiglie in viaggio nella logica del "gridare di più e mostrarsi più oltranzisti". È un altro passaggio delicato per il Governo che non disconosce le tre sigle storiche eppure, soprattutto da parte della Lega, ha lavorato per costruire altri soggetti

La presidente della Commissione europea ha presentato al Parlamento di Strasburgo un'agenda di lavoro di respiro quinquennale che affronta una molteplicità di "urgenze" economiche, sociali, ambientali. Si è parlato di progetti utopistici: eppure emergono idee tutt'altro che campate per aria. Si tratta, semmai, di passare dal dire al fare

«Chi pensa che il referendum serva per mettere in difficoltà il Pd, non ha capito niente. Chi oggi deve dormire sonni poco tranquilli è il centrodestra, perché è chiaro che in Veneto su questo tema ci si gioca il futuro». Parole del governatore Luca Zaia, al nostro giornale, nell’ottobre di due anni fa.

Decidano amministratori e politici: non abbiano paura di scontentare qualcuno per il bene comune, di varare programmi a più lunga scadenza dei loro mandati. Se restano nel presente della comunicazione social o delle promesse mirabolanti, come è successo ai suoi predecessori e succederà all’attuale sindaca di Roma, politici e amministratori sarebbero comunque travolti dalla disperata mobilità di un elettorato che non ha più punti di riferimento e certezze, ma una sempre crescente esasperazione. Che impone di cambiare radicalmente logica

Una “squadra speciale di giustizia per la protezione dei bambini” presso il Ministero della giustizia. Ad annunciarne l’istituzione, per monitorare il percorso dell’affidamento familiare, è il titolare del dicastero. Giovanni Paolo Ramonda, responsabile della Comunità fondata da don Benzi, ribadisce al Sir che l’iniziativa “può essere anche valida ma non deve minare un iter già strutturato e consolidato”. Ciò che occorre è piuttosto “il potenziamento dell’istituto”

La lettera Decine di monasteri di clarisse e carmelitane scalze scrivono a Sergio Mattarella e a Giuseppe Conte: «Siamo preoccupate per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti di migranti e rifugiati». Le istituzioni si facciano garanti della loro dignità, contribuiscano a percorsi di integrazione e li tutelino dall’insorgere del razzismo