Sviluppo sostenibile. Educare a una sorta di rivoluzione “umana” che ponga al centro gli uomini e il Creato
L’idea “vincente” è quella di partire con la sensibilizzazione delle giovani generazioni di cittadini per riuscire a “salvare” il Pianeta.
Il neoministro per l’Istruzione, l’università e la ricerca Lorenzo Fieramonti ha scritto in questi giorni agli studenti italiani in occasione della Settimana per lo Sviluppo sostenibile, apertasi lo scorso 20 settembre.
L’intento è quello di chiedere aiuto ai giovani per una battaglia ormai “improcrastinabile” e di sollecitare le menti in erba a elaborare progetti e proposte “riservate ai temi dell’ambiente, del cambiamento climatico e del benessere equo e sostenibile”. A questo scopo il Miur mette a disposizione un portale dedicato: www.ilverdeascuola.it, dove raccogliere le iniziative e le sollecitazioni degli studenti.
Ai docenti il Miur mette a disposizione, invece, il portale Scuola2030.indire.it che offre materiali di autoformazione, contenuti e risorse da utilizzare nelle classi.
L’impresa è assai ambiziosa e rientra nel quadro delle azioni previste dall’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030, che 193 Paesi membri dell’Onu hanno sottoscritto nel 2015, impegnandosi a mettere a punto una propria Strategia nazionale. L’Italia, in particolare, ha individuato 17 Goal di sviluppo sostenibile (SDG – Sustainable Development Goals) diffusi e promossi dall’ASviS – Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile. L’idea “vincente” è quella di partire con la sensibilizzazione delle giovani generazioni di cittadini per riuscire a “salvare” il Pianeta.
I Goal individuati sono i seguenti: sconfiggere la povertà; sconfiggere la fame; assicurare a tutti salute e benessere; assicurare a tutti una istruzione di qualità, equa ed inclusiva; Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze; garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie; assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni; incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti; costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile; ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni; rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili; garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo; adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze; conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile; proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica; promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli; rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.
Insomma, temiamo che una Settimana intera non basterà a esaurire tutti questi preziosi filoni. Però, in questi giorni di settembre educatori e insegnanti, ma anche famiglie, potranno approfittare dei giorni dedicati alla riflessione sullo sviluppo sostenibile per ricalibrare il proprio progetto educativo. Questi 17 Goal chiedono una rivisitazione dei comportamenti quotidiani di tutti e anche un riassetto della trasmissione dei saperi nelle diverse discipline. Di fatto, preannunciano una sorta di rivoluzione “umana” che ponga al centro dell’esistenza non l’uomo e le sue necessità, ma “gli uomini” e il Creato in una relazione di armonia e rispetto reciproco.
Insomma, c’è da tirarsi su le maniche e soffermarsi a pensare che l’ecologia è soltanto uno degli aspetti di ciò che comunemente definiamo “sviluppo sostenibile”.
L’invito che ne scaturisce porta al viaggio dentro noi stessi per una nuova definizione dell’identità dell’essere umano.