Idee

David Fox Sandmel è uno dei direttori dell’Anti-Defamation League, forse la più autorevole organizzazione di monitoraggio e contrasto all’antisemitismo nel mondo con sede a New York. Al Sir analizza il momento presente. “Non sono d’accordo - dice - che oggi sia sempre più difficile accettare l’altro. Quello che vedo è che gli haters ottengono molta attenzione, sulla stampa e su Internet. La sfida, allora, è come mettere insieme 'i buoni' e fare in modo che il bene faccia notizia”

Sono quesiti per molti aspetti intrecciati tra loro. E le risposte non discendono da imponderabili convergenze astrali, ma sono affidate alla partecipazione degli elettori, alle loro opzioni concrete e al loro senso di responsabilità. E' legittimo, anzi, doveroso interrogarsi sul dopo elezioni. Ben sapendo però che il dopo dipende da quel che si sceglierà oggi.

I contenuti, i valori, i progetti che possono consentirci di affrontare i problemi concreti vengono oggi espressi da altri soggetti, che finiscono per svolgere quasi una funzione di supplenza politica. Mi riferisco al Papa, e alla sua insistita valorizzazione dei deboli, degli esclusi, di chi è costretto a migrare, di chi abita le periferie del mondo. Mi riferisco ai ragazzi che scendono in piazza per chiedere un cambiamento nelle politiche sul clima, tale da garantire un futuro al genere umano. Mi riferisco a tutti coloro che, nelle varie parti del mondo, chiedono pane e dignità

Un barcone eritreo senza nome, fuori turchese come i cieli di sole, dentro nero di morte. Squarciato, inabissato e lasciato per un anno intero a 350 metri di profondità, ancora carico della merce che nessuno ha voluto: migranti. Solo nel 2016 c’è stato il non facile recupero. Cosa ne è venuto fuori lo dice un libro atroce di Cristina Cattaneo, medico legale, incaricata del riconoscimento degli annegati

Il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati traccia un bilancio degli ultimi anni su scala continentale. La crisi non è ancora alle spalle, manca lavoro per i giovani in diversi Paesi, ma si è compreso - spiega - che occorre garantire gli strumenti della protezione sociale, l'economia reale, le tutele per i lavoratori. Tra i "nemici" da combattere le multinazionali che non pagano le tasse e "i partiti populisti di destra che stanno insidiando l’interesse dei lavoratori". Proficuo, a suo avviso, il dialogo con le istituzioni comunitarie. "Si accusa l’Europa di tutti i mali, ma in realtà i mali principali vengono dai governi"

Domenica 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo ma «il punto è che l’Europa è sempre stata per quasi tutta la sua storia un fenomeno di classi dirigenti e di élite, ma l’atteggiamento è cambiato. Oggi i sovranisti mettono a nudo i limiti della costruzione dell’Ue» dice il professor Paolo Feltrin. «L’Europa è il problema di chi comanda e quali interessi nazionali vanno garantiti più degli altri. Sono pensieri mai detti con la necessaria brutalità e chiarezza. Si sbandierano buoni sentimenti, la retorica del vogliamoci bene: sciocchezze, l’Eu è fatta di durissimi contrasti e interessi nazionali, ma manca un imperatore. I tentativi fatti sono stati interessanti: cominciare dall’economia è stata un’idea geniale, una delle grandi intuizioni positive. Possiamo fare uno spazio comune economico in cui gli interessi nazionali si scontrano duramente ma all’interno di regole. Però poi, poiché non possiamo fare politica vera, stiamo a regolamentare tutto, ci occupiamo di minutaglie».