Idee

Un barcone eritreo senza nome, fuori turchese come i cieli di sole, dentro nero di morte. Squarciato, inabissato e lasciato per un anno intero a 350 metri di profondità, ancora carico della merce che nessuno ha voluto: migranti. Solo nel 2016 c’è stato il non facile recupero. Cosa ne è venuto fuori lo dice un libro atroce di Cristina Cattaneo, medico legale, incaricata del riconoscimento degli annegati

Il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati traccia un bilancio degli ultimi anni su scala continentale. La crisi non è ancora alle spalle, manca lavoro per i giovani in diversi Paesi, ma si è compreso - spiega - che occorre garantire gli strumenti della protezione sociale, l'economia reale, le tutele per i lavoratori. Tra i "nemici" da combattere le multinazionali che non pagano le tasse e "i partiti populisti di destra che stanno insidiando l’interesse dei lavoratori". Proficuo, a suo avviso, il dialogo con le istituzioni comunitarie. "Si accusa l’Europa di tutti i mali, ma in realtà i mali principali vengono dai governi"

Domenica 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo ma «il punto è che l’Europa è sempre stata per quasi tutta la sua storia un fenomeno di classi dirigenti e di élite, ma l’atteggiamento è cambiato. Oggi i sovranisti mettono a nudo i limiti della costruzione dell’Ue» dice il professor Paolo Feltrin. «L’Europa è il problema di chi comanda e quali interessi nazionali vanno garantiti più degli altri. Sono pensieri mai detti con la necessaria brutalità e chiarezza. Si sbandierano buoni sentimenti, la retorica del vogliamoci bene: sciocchezze, l’Eu è fatta di durissimi contrasti e interessi nazionali, ma manca un imperatore. I tentativi fatti sono stati interessanti: cominciare dall’economia è stata un’idea geniale, una delle grandi intuizioni positive. Possiamo fare uno spazio comune economico in cui gli interessi nazionali si scontrano duramente ma all’interno di regole. Però poi, poiché non possiamo fare politica vera, stiamo a regolamentare tutto, ci occupiamo di minutaglie». 

La carenza di lavoro è un problema personale e sociale. Il lavoro è base per l’autonomia personale per realizzare il proprio presente e impostare un auspicabile futuro