Idee

Un sottile fil rouge lega fatti di cronaca, se pure molto diversi tra loro per dinamiche e gravità, che vedono protagonisti alcuni giovanissimi. Troppo facile definirli “mostri”, dice al Sir lo psichiatra secondo il quale gli adulti, indifferenti e incapaci di educare le nuove generazioni, hanno ucciso il senso di responsabilità mentre sono in aumento narcisismo, aggressività e crudeltà

Pubblichiamo il testo della consueta lettera che il Centro di orientamento pastorale diffonde al temine della Settimana di aggiornamento. Quest’anno, al centro dei lavori svoltisi a Lucca, l’interrogativo “Esisterà ancora la comunità cristiana nei piccoli paesi che segue e annuncia Cristo?”

Peccatori amati, mistero pasquale, morte piena di vita, tenebre piene di luce: ecco il mistero della fede che sia Pietro che Paolo custodiranno nella loro coscienza per tutta la vita, e che indurrà il primo a chiedere che si conservasse in eterno nei Vangeli la storia del suo tradimento (e del perdono), e il secondo a raccontare senza riserve negli Atti, e mille volte nelle sue lettere, che razza di fanatico presuntuoso fosse stato, fino a quando il Signore non l’aveva folgorato col suo amore

Nulla di architettato ad arte dal Cremlino ma una vera azione per attentare al potere di Vladimir Putin che ha certamente creato una crepa. Il mancato colpo di Stato ad opera di Evgenij Prigozhin, capo della milizia mercenaria Wagner, sedato in 24 ore, potrebbe avere un risvolto inaspettato. Al Sir, Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation, spiega come il “golpe non golpe” possa essere un incentivo in più per il presidente Putin a volere la pace in Ucraina. Per rafforzare il bisogno del cessate il fuoco, inoltre, appare giungere al momento giusto la missione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, che in queste ore è a Mosca.

Non solo gli studenti. Accampati nelle piazze con le loro tende, hanno saputo catturare l’attenzione dei media. Ma l’emergenza abitativa in Veneto ha mille volti, a partire da quello delle quasi 9 mila famiglie che reclamano un alloggio pubblico, mentre una casa su quattro è vuota

«La montagna è di tutti, basta installare croci di vetta». «Giù le mani dalle croci di vetta, rappresentano la nostra storia, le nostre tradizioni, il nostro credo». Due virgolettati tipo per riprendere in poche parole l’enorme polemica scoppiata a partire dallo scorso fine settimana sulle croci che da fine Settecento hanno iniziato a comparire sulle cime per lo più delle Alpi, in Italia, ma anche in Austria e nei monti tedeschi. 

Una Croce sulla cima di un monte lo trasforma in qualche modo in una replica del Golgota, e questo è un aspetto interessante, perché se si arriva ai vertici del mondo, e da lì si contempla tutta la bellezza possibile della creazione, comunque ci si ferma al Venerdì. Per quanto l’uomo possa salire, non può andare oltre al Calvario