Idee

Paolo Pombeni, storico e politologo tra i più autorevoli, prova a sintetizzare il segno che Silvio Berlusconi lascia nella politica italiana nel giorno della sua morte. Ma avverte: ci vorrà del tempo per valutare nel merito la sua esperienza

C’è una cosa più di ogni altra che il terzo scudetto del Napoli potrebbe e dovrebbe favorire: liberare questa città, ancora troppo legata e imprigionata ai suoi folkoristici cliché. Impresa non facile in una città sempre troppo slanciata in avanti o troppo ritratta nel suo brodo primordiale, anche perché modernità e antropologia a Napoli da sempre sono simboli di speculazione ed eccesso, di interessi non sempre leciti e hybris. Dobbiamo sapere guardare indietro: radici, tradizione, memoria; e sapere guardare avanti: futuro, fiducia, attesa.

Abbiamo celebrato la Pentecoste e la Chiesa, dopo il periodo quaresimale e pasquale, riprendendo il cammino ordinario, ci aiuta a vivere, sull’esempio di Gesù, nella consapevolezza dell’amore fedele di Dio

Il pensiero riflesso sulla fede acquista una tonalità che non potrà mai più dimenticare. La giovane monaca non ha mai studiato teologia sui banchi delle Università ma ha sempre scrutato la Parola, ne è rimasta affascinata e si è posta in ascolto. Non ha timore della sua natura umana, così fragile come quella di ogni persona che, con grande fatica, si accetta e tenta di muoversi nel gioco della vita

“Misure giudiziarie e provvedimenti punitivi non bastano. Se non lavoriamo sulla cultura per sradicare il modello secondo il quale la donna è una proprietà del maschio della quale si può fare qualsiasi cosa, non ci sarà possibilità che le donne siano salvate. Se un uomo vuole uccidere una donna troverà sempre il sistema per farlo”.

Da tempo però si registra un crescente narcisismo sociale, un’onda lunga che proviene da una società che ha esaltato il concetto di libertà senza responsabilità, di individuo come unico punto di riferimento e decisione, di consumismo come unico spazio di realizzazione del sé e di mito della giovinezza, vero culto religioso della contemporaneità dove tutto deve essere perfetto e immortale. Marketing e pubblicità hanno allenato i nostri immaginari a volere tutto perfetto. Inevitabile allora che gli umani diventino facilmente deludenti, complicati e ingestibili se paragonati alla tecnologia digitale che abbiamo tra le mani, che invece è seduttiva, efficiente ed efficace

«Sii felice, sei a Bari», è stato il saluto di benvenuto del vescovo dell’omonima Diocesi, mons. Giuseppe Satriano, all’inizio del convegno nazionale di pastorale della salute, dal titolo “Ho udito il suo lamento”, che si è svolto nel capoluogo pugliese dall’11 al 18 maggio: tra qualche pasticciotto, focaccia pugliese e altre pietanze, introduco una riflessione sul convegno a cui ho avuto l’occasione di partecipare.