Sofferenza adozioni. Calano nel primo semestre 2023 le adozioni di bambini stranieri a coppie italiane
Calano nel primo semestre 2023 i bambini provenienti da altri Paesi adottati da coppie italiane, secondo il recente report della Commissione per le Adozioni Internazionali. Un dato che preoccupa enti e associazioni
Sono di metà luglio gli ultimi dati relativi alla situazione delle adozioni internazionali in Italia, riferiti al primo semestre 2023; i numeri mostrano un calo, in proiezione, di almeno una cinquantina di adozioni annue. È quanto emerge dalle tabelle di sintesi e dal commento alle stesse della Commissione per le Adozioni Internazionali (Cai). «Dall’analisi delle rilevazioni statistiche in questione – si legge – emerge una leggera flessione in negativo della dimensione quantitativa, considerata nella sua totalità, del fenomeno adottivo, in linea con il trend registrato nel primo semestre 2022. Tra gli elementi di criticità va evidenziato il perdurante blocco delle procedure adottive in Cina, che negli anni precedenti al 2020 rappresentava uno dei principali Paesi di origine dei minori adottati all’estero». A questo, si aggiungono le operazioni militari della Russia in Ucraina che hanno determinato un progressivo rallentamento nel corso del 2022 delle procedure adottive in entrambe le nazioni. Di converso, in alcuni Paesi quali Repubblica del Congo e India, i dati sono in crescita e «rappresentano un buon auspicio per un incremento graduale delle adozioni a partire dal secondo semestre del 2023». Esprime preoccupazione Adriano Bordignon, presidente nazionale e veneto del Forum delle Associazioni Familiari. «Il primo semestre vede 248 adozioni realizzate contro le 273 dello scorso anno e le prospettive per il secondo semestre non sono rosee – commenta – In Veneto, le coppie che hanno richiesto l’autorizzazione di ingresso di minori stranieri in Italia nel 2012 erano 233, e sono scese nel 2022 a solo 40. Un crollo di quasi l’83 per cento in dieci anni frutto di costi, lungaggini e mortificazioni». Alle problematiche della Cina e del conflitto ucraino, si aggiungono infatti la pandemia, la situazione politica internazionale, l’aumentato benessere di alcuni paesi e singole realtà politiche e burocratico-amministrative. «La lettura dei dati è complessa e dovrebbe essere fatta per ogni singolo Paese – argomenta Graziella Teti, membro del consiglio direttivo nazionale del Centro Italiano Aiuti all’Infanzia (Ciai) – In India, per esempio, con il miglioramento della situazione economica, le adozioni internazionali sono calate a fronte dell’aumento di quelle nazionali; diverso è per un Paese come l’Etiopia che da due anni ha chiuso le procedure adottive perché ha perso fiducia in questo tipo di istituto e teme possano esserci soggetti che svolgano attività lucrative sulle adozioni». Secondo la volontaria del Ciai le adozioni internazionali, come quelle nazionali, andrebbero ripensate nel loro iter e rilanciate dal punto di vista dell’immagine. «La famiglia d’origine non rappresenta sempre la situazione migliore per il bambino – afferma – oggi le adozioni internazionali non coinvolgono più bambini piccoli, offrono piuttosto risposta a un numero esiguo di minori con grandi complessità di tipo sanitario o di adattamento, nonché psicologico. Come dicevo, le procedure andrebbero riviste e dovrebbero contemplare una preparazione adeguata e l’accompagnamento delle famiglie. Penso inoltre che le coppie vadano sensibilizzate anche verso altre forme di aiuto, come l’adozione nazionale o l’affido». In Italia, a fronte di una cinquantina di enti che operano, 2.500 coppie sono in attesa di adozione internazionale; l’attesa media è di 4-5 anni, ma i tempi sono spesso incerti. Come funziona la procedura? Si presenta domanda al tribunale per i minorenni della propria circoscrizione con la documentazione richiesta e, dopo l’iter istruttorio, si ottiene il decreto di idoneità. Nel frattempo è possibile rivolgersi a uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali e partecipare alle iniziative di approfondimento e formazione. L’ente scelto seguirà i coniugi e svolgerà le pratiche necessarie per tutta la complessa procedura con il Paese di riferimento, compresa la fase di abbinamento tra minore e coppia. Come si diceva, tempi e costi di un’adozione internazionale sono tra i punti più dolenti. «A fronte delle migliaia di famiglie in attesa, probabilmente anche delle migliaia di coppie che non affrontano il percorso adottivo a causa delle difficoltà, delle lungaggini (5 anni la durata media) e dei costi dell’iter – commenta ancora Adriano Bordignon – si rende necessario un intervento a supporto, a partire proprio dal contenimento dei tempi dell’iter per l’idoneità che devono essere perentori, e dalla gratuità dell’adozione internazionale al pari di quella nazionale. Occorre ristabilire sul fronte estero un’intensa attività per il rinnovo degli accordi bilaterali e attivare presso le ambasciate un funzionario esperto che possa seguire con efficacia gli iter adottivi».
Veneto, a ottobre stati generali su denatalità
«Il 19 ottobre realizzeremo gli stati generali della denatalità, in collaborazione con la Regione e altre realtà. Ogni figlio in più che arriva dev’essere considerato un patrimonio», afferma Adriano Bordignon.