Idee

Domenica 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo ma «il punto è che l’Europa è sempre stata per quasi tutta la sua storia un fenomeno di classi dirigenti e di élite, ma l’atteggiamento è cambiato. Oggi i sovranisti mettono a nudo i limiti della costruzione dell’Ue» dice il professor Paolo Feltrin. «L’Europa è il problema di chi comanda e quali interessi nazionali vanno garantiti più degli altri. Sono pensieri mai detti con la necessaria brutalità e chiarezza. Si sbandierano buoni sentimenti, la retorica del vogliamoci bene: sciocchezze, l’Eu è fatta di durissimi contrasti e interessi nazionali, ma manca un imperatore. I tentativi fatti sono stati interessanti: cominciare dall’economia è stata un’idea geniale, una delle grandi intuizioni positive. Possiamo fare uno spazio comune economico in cui gli interessi nazionali si scontrano duramente ma all’interno di regole. Però poi, poiché non possiamo fare politica vera, stiamo a regolamentare tutto, ci occupiamo di minutaglie». 

La carenza di lavoro è un problema personale e sociale. Il lavoro è base per l’autonomia personale per realizzare il proprio presente e impostare un auspicabile futuro

Robert Schuman La "Dichiarazione" del ministro degli esteri francese, il 9 maggio 1950, fu il punto di partenza del cammino che ha portato all'Unione europea. Settant'anni dopo, rimane un riferimento imprescindibile per chi ha a cuore il futuro del continente. I "padri fondatori" seppero realizzare una collaborazione economica, e poi politica, basata sulla solidarietà tra le nazioni

Quando, il 27 maggio, il governo potrà abbandonare la tattica del “buttare la palla avanti”, di rinvio al futuro per non scontentare elettori, l’agenda sarà impegnativa e riguarderà più l’economia che la finanza. Sullo sfondo, le manovre per scongiurare la temuta imposta patrimoniale che, pur smentita da tutti, è presa in esame dagli analisti come ipotesi estrema per evitare l’aumento dell’iva

Esiste un’Europa delle idee, dei principi, dei valori, dei riferimenti ideali. Esiste però anche un’Europa di carta, quella dei trattati, delle istituzioni, delle procedure. Esiste infine un’Europa della vita quotidiana. Il problema, il grande problema oggi è che queste tre diverse Europe, tutte reali vanno ciascuna per proprio conto, confliggono Non è sempre andato così. All’inizio forze politiche forti e coerenti, garantivano una sintesi, che generava fiducia, consenso e in concreto benessere diffuso. La divergenza di queste tre Europe è frutto di due passaggi, la svolta neo-liberista degli anni novanta e la svolta della mondializzazione dei primi anni duemila. Passaggi lasciati, per l’insufficienza del pilotaggio, a loro stessi. Il pilota automatico, ovvero mercato e profitto a breve per pochi, non ha funzionato. Se ne sono accorti i cittadini, eccome: così si rischia solo di andare a sbattere