La Pasqua ci ha connessi oggi e per sempre con la sorgente della vita: ci dona di vivere la santità nell’oggi, consapevoli che non abbiamo altro tempo per essere santi
Idee
“Il tempio resterà inagibile per molti anni, forse decenni; turisti (milioni ogni anno) si riverseranno altrove, magari al vicino Louvre; ma molti fedeli in preghiera al parvis antistante attendono una risposta”.
In migliaia ieri a Roma per il “Friday for future" con la sedicenne attivista svedese che in questi giorni è in visita in Italia
“La nostra indifferenza diventa complicità con le nuove forme di schiavitù che distruggono la vita e il futuro di tante donne del Sud del mondo, ma anche di tanti consumatori del Nord del mondo. Il danno di questa nuova e terribile forma di schiavitù è enorme. E richiede una forte denuncia e lotta contro la criminalità organizzata. Tutti siamo chiamati a sentirci responsabili di questo grave disagio sociale”. Ne è convinta suor Eugenia Bonetti (Associazione Slaves no more), che analizza il fenomeno della tratta, sull’ultimo numero del mensile “Vita Pastorale” (maggio 2019). Pubblichiamo il testo integrale della sua riflessione.
L'incendio della cattedrale parigina è una delle tante distruzioni della Storia, che non ha riguardo né per gli edifici sacri né per quelli laici. Ma pensare alla ricostruzione non basta: per noi cristiani c'è bisogno di uno sguardo di fede che vada oltre e riconosca il valore delle ferite.
Gesù ci vuole suoi imitatori e vuole che nelle nostre relazioni (sia quelle con i fedeli, sia quelle fra di noi) siamo sempre ministri di guarigione. Se non le viviamo così non diverranno mai relazioni ministeriali: saranno solo amicizie e, nella peggiore delle ipotesi, complicità.
Nel rogo di Notre-Dame si può forse decifrare la giusta risposta: una sorta di triste divinazione, utile però per tradurre in rinnovata speranza quello che a qualcuno può sembrare un macabro presagio. E per rendersi conto che lo scenario da scrutare non è la cattedrale bruciata ma la gente tutt’attorno: che – proprio in Francia – il post-cristianesimo stia cedendo il passo alla post-laïcité?
Forum di Limena. Un documento siglato da oltre 150 personalità del mondo cattolico invita a riaprire il dibattito sul futuro dell'Italia. «Non possiamo rimanere in silenzio: coniugare fede e vita è oggi indispensabile». Tra i firmatari 22 preti, 7 religiosi, 1 diacono permanente. Esponenti di associazioni e movimenti ecclesiali, sindacalisti, politici, intellettuali, insegnanti, imprenditori. Un arcobaleno di presenze che dice di una storia radicata e di una voglia di discutere che non è venuta meno, seguendo quel metodo del discernimento iscritto nella storia delle nostre chiese, dai convegni di Aquileia al convegno nazionale di Firenze.
Quest’epoca lo dimentica, ma l'aspirazione rimane: una chiesa simboleggia sempre l'incontro tra il cielo e la terra. Possiamo scommetterci: Notre-Dame de Paris risorgerà dalle proprie ceneri. Un intero popolo se ne prenderà cura. Un intero popolo festeggerà la riapertura delle sue porte
Il cielo stellato è bello da ammirare, nella semplicità delle sue luci nel buio, nella complessità dei suoi misteri. Ma le stelle sono belle nel loro insieme o lo sono perché ciascuna lo è presa singolarmente?
Uno dei mali della politica attuale – ossessionata dal consenso – è “la superficialità con la quale si pone dinanzi a problemi complessi, come immigrazione, povertà e disoccupazione, evitando di indagare le radici profonde dei mali che affliggono la società italiana” e producendo “risposte scomposte che alimentano un clima sociale aggressivo e divisorio”. A colloquio con Chiara Tintori, coautrice, assieme a padre Sorge, di un libro che farà discutere. Il populismo, sostengono, “è privo del senso dello Stato, uccide il bene comune e sacrifica l’apparire all’essere”. Sempre più necessari cultura, formazione e dialogo. Il popolarismo sturziano come “antidoto” alle derive odierne. “Le elezioni europee saranno una buona occasione per arginare i rigurgiti nazionalisti”
Nel rogo di Notre Dame, i cattolici piangono la caduta di un "simbolo vivente" della cristianità, i non credenti di un monumento di arte e spiritualità. Ma se crollano le pietre, non così la fede.
Non perdiamo i riferimenti per essere davvero cristiani che accolgono e che restano motivati nelle scelte.
La verità sta in numerini e documenti che solo una ristretta minoranza conosce e valuta.
Christus vivit. L'esortazione apostolica post-sinodale di papa Francesco, offre preziosi spunti per ripensare la pastorale giovanile ma, prima ancora, aiuta a guardare ai giovani per quello che sono, parte del popolo di Dio, senza artificiose contrapposizioni. È un testo che rimane aperto e interpella ogni comunità cristiana, chiamata ora a domandarsi come recepire le riflessioni di Francesco sui giovani e come tradurle in scelte pastorali.