Adorazione eucaristica. Sconfigge la morte e dona la vita
Sant'Ignazio di Antiochia. L'Eucaristia è un farmaco per irrobustire la vita cristiana. Il contributo di don Celestino Corsato, insegnante emerito di patrologia e patristica.
Sant’Ignazio vescovo di Antiochia verso l’anno 110 d.C. venne condotto «dalla Siria a Roma per essere dato in pasto alle belve, a causa della sua testimonianza resa a Cristo». «Lasciate che sia pasto delle belve per mezzo delle quali mi è possibile raggiungere Dio – così scrive ai romani (4,1) – Sono il frumento di Dio e macinato dai denti delle fiere per diventare pane puro di Cristo». Lungo il viaggio, “incatenato in Gesù Cristo” e “legato a dieci soldati”, incontrò comunità cristiane e scrisse sette lettere dense di spiritualità “pastorale".
Egli afferma che l’Eucaristia è «farmaco di immortalità, antidoto contro la morte e cibo per vivere per sempre in Gesù Cristo» (agli Ef. 20,2). Essa è il grande dono fatto agli uomini da Cristo «medico corporale e spirituale [… ] Dio fatto carne, vita vera nella morte, nato da Maria e da Dio, prima passibile poi impassibile» (agli Ef. 7,1).
Farmaco è medicinale che cura, guarisce, risana, sostiene, fortifica. Addirittura, fa risorgere. «Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita» (Gv 6,53). Gesù ci offre un frutto che sconfigge la morte e dona la stessa vita divina.
L’Eucaristia è farmaco che viene dall’alto, per irrobustire la vita cristiana, per non far morire la nostra relazione con Dio e con i fratelli, per rendere spediti i passi “dietro a Gesù”, senza stancarci, per rendere eterni i segni di amore ricevuti e seminati nel cuore. Il farmaco-Eucaristia è Gesù stesso che viene in aiuto ai malati, ai bisognosi di guarigione, per rendere immortali e capaci di scegliere il bene, di amare con i fatti, di «vivere secondo la domenica, in cui è sorta la nostra vita per mezzo di Cristo» (ai Magn. 9,1).
don Celestino Corsato
insegnante emerito di patrologia e patristica