Idee

La Conferenza sul futuro dell'Europa, in fase di organizzazione e che dovrebbe prendere avvio il 9 maggio, può costituire un'occasione - non scontata ma necessaria - per una revisione delle politiche e delle istituzioni comunitarie. Un processo "bottom up", dal basso verso l'alto, trasparente (anche grazie ai social), per dare voce ai cittadini, che al contempo richiede una visione politica coraggiosa e di lungo periodo

Moni Ovadia: “Ricordare oggi significa battersi per una società che non scarta nessuno, dove non c’è spazio per l’odio verso il rom e l’immigrato, dove non c’è nessuna possibilità di trattare l’altro con bullismo solo perché è 'un ciccione'. Sono venute da me ragazze in lacrime per questo discorso. Nelle scuole dico: è inutile andare a celebrare il Giorno della Memoria se poi ti comporti da schifoso oggi”

Il direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, Vincenzo Corrado, parla del messaggio per la 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10, 2) La vita si fa storia – che Papa Francesco ha voluto dedicare alla narrazione.

"Decisiva, per il futuro, sarà la capacità di dialogo e di incontro, si avrà uno sviluppo solido solo in presenza di vasti accordi politici e sociali che evitino di estremizzare la polarizzazione". Ne è convinto Guzmán Carriquiry Lecour, già vicepresidente e segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal), commentando quanto sta accadendo ormai da mesi nella sua “Patria grande”. "Le proteste - conferma - hanno come cause di fondo la povertà e la diseguaglianza"

Al via da martedì a Davos la cinquantesima edizione del Forum economico mondiale. Quattro giorni di incontri, eventi, conferenze stampa sul tema scelto quest’anno: “Stakeholder per un mondo coeso e sostenibile”. Per il docente della Lumsa, “siamo entrati nella zona Cesarini del pianeta e abbiamo pochissimi minuti ancora nell’ottica dei tempi. Ma sarà una reazione del popolo a costringere le aziende e i sistemi economici a cambiare"

Nessuno oggi si preoccupa di riattivare il cosiddetto ascensore sociale, che come abbiamo potuto constatare nell’arco di quasi due secoli ha proprio nella scuola il suo propellente più importante. Ci si limita a fare il gesto dello struzzo, ovvero edulcorare i discorsi e la consapevolezza delle diseguaglianze crescenti. Che deve rimanere, per non disturbare il manovratore, un fatto statistico, e non curarsi nel concreto della vita delle nostre città e dei nostri quartieri. Salvo essere accettata come un dato fisso e inevitabile

Breve riflessione, a partire da tre dati, su come l'affrontare in modo separato i fenomeni sociali rappresenti il modo migliore per non fronteggiarli con efficacia. In avvio di 2020 altri spunti su divario Nord-Sud, reddito di cittadinanza, bonus e aiuti